In un tripudio di luci tricolori 700 magnati capitalisti lo hanno finanziato con almeno 1000 euro a testa
I padroni d'Italia alla cena con Renzi
Gli ex sponsor di Berlusconi saltano sul carro del nuovo Berlusconi

di Eugen Galasso
"Non ho votato PD, ho votato Renzi", "E' come Kennedy, riesce a smuovere dentro", "Prima votavo DC, non a sinistra", "Votavo Berlusconi... non vedo grandi differenze"e qualcuno, alla domanda: "Renzi è un Berluschino?" risponde "Me lo auguro". Dichiarazioni anonime (in Italia il voto è ben saldamente ancorato alla segretezza e chi vota ha in genere paura a dichiararsi), ma tutte di partecipanti alle cene da almeno mille euro svoltesi finora a Milano (zona Porta Nuova) e poi a Roma, in zona Fontana di Trevi (altre sono in programma in varie località), di tychoon, imprenditori, manager etc. Altro segreto (forse l'arcano verrà svelato tra qualche anno, forse mai, anche per paura delle tasse...) quello relativo all'importo versato... Decisamente pochi (sembra) quelli che si sono fermati al prezzo-standard dei 1000 euro, superandolo, doppiandolo, comunque incrementando non di poco l'importo in questione.
Renzi, nel suo discorso, anzi nei suoi discorsi, ha ringraziato, proponendo le cene in questione quale metodo per superare l'impasse creato dall'abolizione (invero non ancora realmente attuata) del finanziamento pubblico ai partiti, riaffermando, contro la "sinistra" del PD come iniziative di questo genere siano assolutamente normali, come in effetti avviene negli Stati Uniti, dove, notoriamente le stesse personalità vanno a cene e parties sia dei Democratici sia dei Repubblicani.
Felice anche Francesco Bonifazi, tesoriere di Renzi, possessore, tra l'altro, (la fonte è l'"Huffington Post", tutt'altro che ostile a Renzi) di oltre 100.000 azioni del "Monte dei Paschi di Siena". Decisamente profilata la presenza di Germano Ercoli, marchigiano di Senigallia, patron di Eurosuole, già organizzatore nel 2006 di una cena elettorale a favore di Silvio Berlusconi, che afferma la sua ammirazione per Renzi, non per il PD, rispondendo a un inviato delle Iene che gli chiedeva l'utilità di tali cene per gli imprenditori: "A me personalmente non serve a niente".
C'era anche James Pallotta, il presidente (e proprietario, ormai in toto, avendo rilevato nell'agosto scorso tutto il pacchetto azionario della società) italo-americano della "Roma calcio", oltremodo conciliante quanto aperto al "dopo", c'era pure Giuseppe Recchi, neo-presidente di Telecom Italia nonché erede della famiglia Recchi, un vero potentato. Ancora Stefano Boeri, architetto, che ricorda anche la sua militanza a sinistra (sic!) già negli anni Settanta, da studente. Forse Boeri ha qualche problema di lateralizzazione... Maria Grazia Mazzocchi, presidente del Conservatorio di Milano, è forse la più loquace ed esplicita tra le/i partecipanti al"meeting", lasciandosi andare all'affermazione: "Penso che Renzi sia l'unica chance per uscire da questa crisi". Ancora, ultrapaparazzato Gianluca Paparesta ex-arbitro e presidente attuale del Bari Calcio.
Insomma, un vero e proprio "parterre de rois" di capitalisti, arrivisti, "figli di famiglia", che garantisce decisamente la continuità Berlusconi-Renzi, come dimostra anche una delle prime dichiarazioni riportate in questo articolo. "Sotto il vestito niente", recitava il titolo di un film; parafrasando, dovremmo dire "Sotto la cena niente", ma in realtà molto, per il coacervo di interessi e di affari discussi in quest'occasione, non meno che ad Arcore, soprattutto in quella dei tempi d'oro...

3 dicembre 2014