Intervenendo all'europarlamento subissato da applausi anche dei sedicenti comunisti
Il papa Bergoglio esalta, accredita e rilancia l'UE imperialista
Non ha perso l'occasione per propagandare la concezione cattolica della famiglia e dell'aborto

 
Cronache compiacenti hanno sottolineato la lunga “standing ovation” che ha salutato alla fine il primo discorso di papa Bergoglio a Strasburgo lo scorso 24 novembre. Gli eurodeputati hanno applaudito più volte i passaggi del discorso, in particolare sull’immigrazione, il lavoro e la povertà e alla fine tutti in piedi per molti minuti di battimani. Applausi dai partiti di destra e da quelli della “sinistra” borghese, financo dai sedicenti comunisti. Al coro si sono sottratti gli eurodeputati spagnoli di Izquierda Plural e il francese Jean-Luc Mélenchon del Front de gauche che hanno disertato l’aula per non assistere al discorso del papa, contestando la presenza di un capo religioso in un’istituzione laica.
Applausi ipocriti, ha sottolineato qualche critico, perché gli stessi che battevano le mani a affermazioni del tipo “è tempo di favorire le politiche di occupazione, ma soprattutto è necessario ridare dignità al lavoro” o “non si può tollerare che il Mediterraneo diventi un grande cimitero” sono in gran parte gli stessi che hanno votato i diktat per blindare i bilanci statali e impedire investimenti a favore dell’occupazione o che hanno approvato l’operazione Triton contro gli immigrati che non sono nemmeno da soccorrere ma solo da respingere nel Mediterraneo. E per diverse formazioni dell’europarlamento il giudizio è corretto. Ma Bergoglio è andato ben oltre con un discorso ben calibrato che ha solleticato destra e “sinistra” borghese ma la “standing ovation” è stata comunque meritata perché ha esaltato, accreditato e rilanciato l’Unione europea (Ue) imperialista; questa è nella sostanza, in qualunque modo la si voglia dipingere.
Bergoglio ha tenuto a lanciare “un messaggio di speranza basato sulla fiducia che le difficoltà possano diventare promotrici potenti di unità, per vincere tutte le paure che l’Europa, insieme a tutto il mondo, sta attraversando” e sottolineava il suo “incoraggiamento di tornare alla ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente”. Tornare quindi alle origini, all’idealista e ingannatore appello fondativo della Ue nonostante essa abbia dimostrato ampiamente con la sua condotta politica di essere un’alleanza imperialista, dominata dai grandi monopoli e dal grande capitale ai danni delle masse popolari e dai paesi più forti a danno di quelli più deboli.
Invece il papa “volava alto” e si richiamava al “pensiero europeo”, contraddistinto da un ricco incontro, le cui numerose fonti lontane provengono “dalla Grecia e da Roma, da substrati celtici, germanici e slavi, e dal cristianesimo che li ha plasmati profondamente”; un riferimento alle cosiddette “radici cristiane” dell’Europa, musica per le orecchie della destra. Poi atterrava e si occupava della devastante crisi economica “i cui effetti perdurano ancora con conseguenze drammatiche dal punto di vista sociale”. Quello che lo preoccupava in questo passaggio è però il “constatare che, nel corso degli ultimi anni, accanto al processo di allargamento dell’Unione europea, è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite (sic!) come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose. Da più parti si ricava un’impressione generale di stanchezza e d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Per cui i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni”.
Denunciando che “l’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare”, così è per i lavoratori e le masse popolari non è solo un rischio, faceva cadere quasi per caso l’affermazione che “quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere”. E il colpo contro l’aborto era sistemato.
Nell’indicare “come dunque ridare speranza al futuro, così che, a partire dalle giovani generazioni, si ritrovi la fiducia per perseguire il grande ideale di un’Europa unita e in pace, creativa e intraprendente, rispettosa dei diritti e consapevole dei propri doveri” sottolineava che “il primo ambito è sicuramente quello dell’educazione, a partire dalla famiglia, cellula fondamentale ed elemento prezioso di ogni società. La famiglia unita, fertile e indissolubile porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro. Senza tale solidità si finisce per costruire sulla sabbia, con gravi conseguenze sociali”. E anche il colpo a favore della concezione cattolica della famiglia era sistemato.
“Occorre ricordare sempre l’architettura propria dell’Unione europea, basata sui principi di solidarietà e sussidiarietà, così che prevalgano l’aiuto vicendevole e si possa camminare, animati da reciproca fiducia”, rilanciava Bergoglio dipingendo una Ue come non è. E spingeva l’europarlamento a lavorare “per dialogare in modo propositivo con gli Stati che hanno chiesto di entrare a far parte dell’Unione in futuro. Penso soprattutto a quelli dell’area balcanica per i quali l’ingresso nell’Unione europea potrà rispondere all’ideale della pace in una regione che ha grandemente sofferto per i conflitti del passato”, spingendo per l’allargamento a Est dell’Europa imperialista. Insomma il suo è stato un discorso apologetico della superpotenza imperialista europea, cementata economicamente dal regime capitalistico e ideologicamente dalla chiesa cattolica e dalla sua concezione del mondo.
“A voi legislatori spetta il compito di custodire e far crescere l’identità europea, affinché i cittadini ritrovino fiducia nelle istituzioni dell’Unione e nel progetto di pace e amicizia che ne è il fondamento”, affermava Bergoglio che chiudeva il discorso incitando: “Cari Eurodeputati, è giunta l’ora di costruire insieme l’Europa che ruota non intorno all’economia ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili; l’Europa che abbraccia con coraggio il suo passato e guarda con fiducia il suo futuro per vivere pienamente e con speranza il suo presente. È giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su sé stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda, difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità!“.
Per tutti i governanti imperialisti vale il commento del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha definito quello del papa al parlamento europeo “un discorso straordinario, un cadeau per il semestre italiano”; le parole pronunciate dal pontefice a Strasburgo rappresentano “un incoraggiamento di altissimo livello sia per chi crede che per i cittadini che desiderano un’Europa delle persone, dei popoli, e non soltanto della tecnocrazia”. Mistificazioni su mistificazioni. L’uno e l’altro uniti nell’ingannare i popoli sulla natura e il comportamento imperialistici dell’Ue.

10 dicembre 2014