Buzzi, raccordo tra la mafia della capitale, il PD a cui era iscritto, e Lega Coop

Da Rutelli a Veltroni, da Alemanno fino a Marino: il “rosso” cooperativista Salvatore Buzzi, sodale di Massimo Carminati nella “Mafia Capitale”, ha finanziato e ha elargito tangenti a chiunque si è avvicinato al Campidoglio.
Condannato agli inizi degli anni ’80 per aver ammazzato un rivale con 34 coltellate nell’ambito di un regolamento di conti per una storia di truffe, Buzzi rimane in carcere fino al 1991 prima di ricevere la grazia da Scalfaro nel 1994.
Durante la detenzione elabora il progetto per la fondazione di una cooperativa con lo scopo di aiutare gli ex detenuti a reinserirsi nel mondo del lavoro. Da dietro le sbarre organizza un convegno per trovare sostenitori alla sua “nobile” causa. Sono gli anni in cui Niccolò Amato è direttore del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria); dei primi convegni sulle pene alternative organizzato all’interno del carcere di Rebibbia con la partecipazione di numerosi esponenti politici della “sinistra” con alla testa Angiolo Marroni, assessore al Bilancio della provincia di Roma, poi vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, oggi garante dei detenuti nel Lazio. Uno che strumentalizzando la condizione dei carcerati ci ha costruito sopra la carriera politica sua e del figlio Umberto, oggi deputato Pd e che Buzzi avrebbe voluto candidare a sindaco di Roma al posto di Marino.
A metà anni ’90, appena uscito dal carcere Buzzi realizza il suo sogno e fonda la cooperativa “"29 giugno” modello di risocializzazione ma anche fiore all’occhiello della cooperazione sociale del “centro-sinistra” romano con cui Buzzi è in perfetta simbiosi dal momento tutti lo conoscono e tutti lo stimano. Col sostegno di Marroni e grazie alla legge del 1991, che permette l’assegnazione diretta degli appalti, senza gara, alle cooperative sociali, la “29 Giugno” diventa l’asso pigliatutto delle opere pubbliche e sotto le amministrazioni di Rutelli e Veltroni compie il grande salto di qualità. Si ingrandisce sempre più, diventa consorzio e in pochi anni si trasforma in una potenza economica e imprenditoriale che va anche oltre i confini della Capitale. Buzzi diventa uno dei principali punti di riferimento della cooperazione sociale e della Lega delle cooperative nel Lazio con un migliaio di dipendenti e 60 milioni di euro di fatturato annuo.
Il giochino è semplice e lo spiega lo stesso Buzzi alla vigilia delle elezioni comunali del 2013 in una delle tante intercettazioni ora agli atti dell’inchiesta quando dice che: “La cooperativa campa di politica, perché il lavoro che faccio io lo fanno in tanti, perché lo devo fare io? Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, pago cena, pago manifesti, lunedì c’ho una cena da ventimila euro pensa…questo è il momento che paghi di più perché stanno le elezioni comunali, poi per cinque anni…poi paghi soltanto…mentre i miei poi non li paghi più poi quell’altri li paghi sempre a percentuale su quello che te fanno. Questo è il momento che pago di più… le comunali, noi spendiamo un sacco di soldi sul Comune”. Anche se, si giustifica col suo sodale Giovanni Campennì “i nostri sono molto meno ladri di… di quelli della Pdl”.
Segno evidente che nessun politico poteva fare a meno del suo aiuto prima del voto, per avere soldi, tessere e voti. E nessuno poteva poi negargli, dopo il voto, la ricompensa sotto forma di appalti, nomine istituzionali, favori e protezione.
Ma quando al Campidoglio arriva Alemanno il giocattolo rischia di andare in frantumi perché Alemanno in un primo momento sembra deciso a far fuori la cooperativa “rossa”. Ma Buzzi e Carminati riescono a toccare i tasti giusti e cominciano a ungere di tangenti e favori i nuovi componenti della giunta Capitolina. Fina a quando non viene sancito un nuovo sodalizio fra Buzzi Carminati e Alemanno festeggiato con ogni probabilità proprio nella famigerata cena con l’allora boss delle Coop e futuro ministro del Lavoro Poletti.
L’intesa fra i tre è totale, al punto che, stando a quanto raccontato da Buzzi durante una conversazione con Carminati, Alemanno a conclusione di una cena elettorale avvenuta il 16 maggio 2013, l’ex sindaco di Roma presenta Buzzi a Berlusconi dicendo “ti presento il capo delle cooperative rosse di Roma”.
Non c’è dubbio – scrivono i Ros a tal proposito – che il fatturato delle società cooperative di Buzzi ha avuto un "incremento esponenziale" dopo il 2005, in particolare sotto la giunta dell’ex sindaco Alemanno, ora indagato per associazione mafiosa. L’elenco degli appalti concessi da Roma Capitale è dettagliatissimo: si passa da "appalti di modeste entità" (circa 500 mila euro) tra il 1987 e il 2003, quando sindaco era Rutelli, a una lieve crescita nel doppio mandato di Veltroni, per passare a "decine di milioni di euro" di appalti pagati da Roma Capitale tra il 2008 e il 2013.
Alla fine degli anni Novanta la Cooperativa 29 giugno fatturava due milioni di euro per passare a 56 milioni. "Da due a cinquantasei… de che stamo a parlà", dice ridendo Alessandra Garrone, la compagna di Buzzi che, parlando dei vecchi tempi, ricordava: "che problemi c’avevamo?… c’avevamo il vento a favore, c’era Rutelli… davvero tu ce pensi, c’avevamo Rutelli, la Depetris assessore… stavamo ‘na favola stavamo".
Dai verbali salta fuori che Buzzi ha finanziato anche la campagna elettorale di Marino con almeno un bonifico di 20 mila euro consegnato il 25 maggio 2013 nelle mani di Maurizio Basile capo del comitato elettorale di Marino. Mentra altri 10 mila euro sono andati a Luca Giansanti, capolista della civica del sindaco e responsabile commerciale di Cns (Consorzio nazionale servizi, big di LegaCoop; ndr ). In un'intercettazione del 6 febbraio 2014 Buzzi afferma: "Devo andare da Forlenza (capo di Cns nel Lazio) e glielo spiego e poi con Giansanti ce la vediamo noi".
Ecco perché quando Marino conquista il Campidoglio Buzzi non perde tempo e a pochi giorni dall’insediamento del nuovo sindaco è già “in giro per i Dipartimenti a saluta’ le persone”. Lo comunica a Carminati, ben contento dell’intraprendenza: bisogna “vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane ades…adesso”. Ci sono difficoltà, nuovi dirigenti da conoscere e tante cose da spiegare. Carminati fa il motivatore: “e allora – dice a Buzzi-mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi amico mio, eh… capisci”. Qualche colpo va a segno. “Ohhh…me so’ comprato Coratti”, annuncia Buzzi a un amico, spiegando il nuovo sodalizio con il presidente dell’Assemblea Capitolina, Pd anche lui (pure lui si è dimesso ieri). Racconta che si sono intesi al volo: “Gliel’ho detto ‘guarda, lo stesso rapporto che c’abbiamo con Giordano (il Pdl Tredicine, ndr) lo possiamo aver con te’..m’ha capito subito!”.
E quando c’è un direttore da piazzare, quello alle Politiche Sociali, dove transitano gare e affidamenti Buzzi informa subito Carminati: “Senti poi forse..è pure prematuro dirlo però il novanta per cento siamo riusciti a piazzà l’amico nostro al Quinto Dipartimento e quindi avemo fatto bin.. (inc)..lui non ce voleva andà, gli avemo garantito duemila euro al mese in più noi… ‘vacce, te damo duemila euro in più’”. Quello è un posto chiave, spiega ancora Buzzi, “… perché oggi non c’avemo nemmeno informazioni.. non sapemo quello che succede non sapemo niente..”. Marino nel frattempo è finito nel caos multe. Buzzi è ancora al telefono con Carminati: “Senti un po’ se senti Gramazio (capogruppo di Forza Italia in regione Lazio, ndr) che intenzioni c’hanno loro con Marino perché se fossero abbastanza seri dovrebbero fallo cascà a Marino…” Carminati però ha un’altra lettura: “No, loro stanno facendo (…) …loro stanno facendo un’operazione direttamente con Zingaretti per sistemarsi Berti questi qua, pe sistemasse…perché de Zingaretti se fidano de Marino non se fida nessuno…”. Il nome del presidente della Regione Lazio torna anche in un’altra intercettazione, quando Buzzi squaderna il suo libro paga. Scrive il giudice: “a Luca Odevaine dava 5mila euro al mese, a Mario Schina dava 1500 euro al mese, ad “un altro che tiene i rapporti con Zingaretti 2500 al mese. Un altro che tiene i rapporti con il Comune 1500,un altro a 750…..un assessore a 10mila euro al mese”.
 

10 dicembre 2014