Il Senato nero approva il mezzo condono e l'amnistia per gli esportatori di capitali
Il reato di autoriciclaggio di fatto non sarà applicabile

Si scrive voluntary disclosure ma si legge condono, o se si vuole mezzo condono, visto che è un po' meno sfacciato dello scudo fiscale, quello che con aliquote risibili e garanzia di anonimato Berlusconi e Tremonti regalarono agli evasori, esportatori illegali di capitali e mafiosi tra il 2009 e il 2010. Si tratta in questo caso della legge approvata il 4 dicembre dal Senato nero, in un'aula mezza vuota, con 119 sì, 61 no e 12 astensioni, e che consente il rientro volontario dei capitali detenuti illegalmente all'estero (esteso anche a quelli in Italia), evitando ogni sanzione penale e pagando per intero le tasse dovute ma con sanzioni fiscali scontate. Un disegno di legge che era stato varato dal governo Letta e a cui per strada è stato aggiunto anche il recente reato di autoriciclaggio, approvato contestualmente al rientro volontario dei capitali.
“Non è un condono, si paga tutto”, ha assicurato su twitter il ministro dell'Economia Padoan cercando di spacciarlo per una cosa del tutto diversa dallo scudo fiscale di berlusconiana memoria. E in parte è vero, perché chi aderisce alla voluntary disclosure denunciando le somme a nero detenute in Italia o all'estero entro il 30 settembre 2015, non avrà diritto all'anonimato e pagherà le tasse per intero sia sul capitale che sugli eventuali interessi goduti. Ma è anche vero che non sarà più perseguibile penalmente, e questo rappresenta in pratica un'amnistia mascherata per gli evasori e i frodatori del fisco, come lo è stato l'anonimato per lo scudo fiscale. L'autodenuncia esclude infatti la punibilità per i reati di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione, per omesso versamento di ritenute certificate e di omesso versamento di Iva, per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e per la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. Tutti reati connessi normalmente al falso in bilancio abolito da Berlusconi, e che ancora Renzi si è ben guardato dal ripristinare pur avendolo vagamente annunciato mesi fa. L'impunità è estesa anche ai commercialisti e altri intermediari che abbiano partecipato al reato.
Inoltre chi aderisce avrà l'azzeramento delle more per i ritardati pagamenti e cospicui sconti sulle sanzioni, che saranno generalmente inferiori al 3%, e questo rappresenta la solita beffa per chi invece le tasse le paga regolarmente e fino all'ultimo centesimo, come i lavoratori dipendenti e i contribuenti onesti. Senza contare che anche le aliquote non saranno esattamente quelle che sarebbero state dovute normalmente, ma generalmente meno onerose, come per esempio il 27% per i depositi sotto i due milioni di euro. E c'è da aggiungere che l'onere di ricostruire tutte le operazioni effettuate sui capitali esportati per calcolare le sanzioni spetta interamente all'Agenzia delle entrate.
Il governo punta a far rientrare almeno 30 miliardi da cui conta di ricavarne almeno 6 di tasse, ma se si pensa che i miliardi italiani occultati nei paradisi fiscali sono stimati in alcune centinaia, di cui dai 120 ai 180 solo in Svizzera, non ci vuol molto a capire che per lo Stato si tratta di una manciata di soldi, mentre per gli evasori di un condono o di un mezzo condono mascherato. Il fatto è che entro il 2018 ben 96 paesi, tra cui molti paradisi fiscali anche iscritti nella black list internazionale, aderiranno ad accordi internazionali di trasparenza per la condivisione dei dati fiscali. A quel punto chi non si sarà messo in regola denunciando i propri depositi a nero rischierà di non poterli più spendere. La stessa Svizzera, adesso nella black list, sta per firmare un accordo con l'Italia per entrare nella white list, e se si pensa che solo a Lugano ci sarebbero oltre 10 mila conti intestati ad italiani con depositi fino a 5 milioni, la legge varata dal Senato nero rappresenta in realtà una ciambella di salvataggio lanciata dal governo Renzi a tutti gli evasori e gli esportatori illegali di capitali.
É vero che con questa legge è stato introdotto, dopo infiniti rimaneggiamenti e rinvii, anche il reato di autoriciclaggio, comunque escluso per chi aderisce alla voluntary disclosure . E che le pene sono anche abbastanza severe, con carcere da 2 a 8 anni e multa da 5 a 25 mila euro per chi reimpiega i soldi o i beni frutto di un reato da lui stesso commesso se punibile al massimo con 5 anni. Ma sotto questa soglia le pene si dimezzano (da 1 a 4 anni) e non si possono effettuare intercettazioni o chiedere gli arresti. E dentro questa soglia ricadono importanti reati tipici della corruzione politica e privata come l'appropriazione indebita e la dichiarazione fiscale infedele. Inoltre, se il denaro illecitamente incassato è stato destinato a “utilizzazione e godimento personale” il soggetto non è più punibile, e con questi escamotage si è resa praticamente inoffensiva e inapplicabile anche questa legge.

23 dicembre 2014