RAPPORTO DI EMANUELE SALA TENUTO ALLA 2a SESSIONE PLENARIA DEL 4° CC DEL PMLI PER L'APPROVAZIONE DEL NUOVO PROGRAMMA D'AZIONE DEL PMLI
Care compagne e cari compagni,
come ben sapete e come ha ben spiegato il compagno Giovanni Scuderi che ha aperto i lavori, siamo qui riuniti per discutere e approvare la proposta dell'Ufficio politico, a nome del quale sono stato incaricato di parlare, del Nuovo Programma d'azione del PMLI. Si tratta dunque di una Sessione plenaria non ordinaria ma di grande importanza, la 2¨ dopo il 4° Congresso nazionale del Partito che, come dicemmo allora, ha lanciato con forza e chiara visione strategica il PMLI nel Duemila; visione che si concreta nella parola d'ordine: "Costruiamo un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista''. Una Sessione perciò che, in questa prospettiva, ha un grande compito da assolvere e, ne sono certo, lo assolveremo al meglio.
Tutti siamo consapevoli dell'enorme rilevanza politica che ha per il Partito dotarsi di questo strumento di lotta, essenziale per portare avanti il lavoro di massa, che per importanza si colloca subito dopo il Programma generale e lo Statuto del Partito; importanza che abbiamo chiarito e sottolineato nello stesso Programma d'azione, subito nel primo punto della premessa politica, dove abbiamo delineato caratteristiche, funzioni e compiti di detto Programma. Se siamo qui ad approvare, a distanza di oltre 22 anni dal primo testo, la nuova edizione del Programma d'azione del Partito, lo dobbiamo in primo luogo ed essenzialmente al Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, il quale non solo ha posto il problema, nel Rapporto tenuto al 4° Congresso nazionale, ma ha diretto passo passo il sottoscritto che a nome dell'Ufficio politico ha svolto il lavoro di coordinamento di ricerca, elaborazione e redazione della nuova edizione, ed ha contribuito enormemente nella definizione della proposta che poi vi è stata consegnata per raccogliere i vostri pareri e i vostri emendamenti. Colgo l'occasione per rivolgere al compagno Scuderi il mio personale caloroso ringraziamento, quello dell'intero Ufficio politico e, immagino, il vostro.
Ricordate cosa disse il Segretario generale in proposito (nel capitolo dedicato a "La costruzione del PMLI'')? "Il Programma d'azione - disse - non risponde più alla nuova situazione ed è già stato superato, in gran parte, dalla successiva elaborazione rivendicativa, politica, sindacale e sociale del Partito...Il nostro Programma d'azione - che per sua stessa natura e funzione ha un carattere politico, tattico, rivendicativo immediato e rispondente alla situazione politica, sociale e sindacale di un determinato momento - ha bisogno di essere rifatto giacché la situazione di oggi non è più quella della sua prima stesura. Occorre quindi farne una nuova edizione appena possibile''.
Appena concretamente ci è stato possibile, segnatamente alla fine di gennaio '99, abbiamo messo in cantiere questa opera e iniziato a delineare, sul piano organizzativo, il cammino che ci attendeva, necessariamente lungo e complesso. Un'opera che per portarla a termine con successo aveva bisogno del contributo collettivo dell'intero Partito e non solo. Aveva bisogno del coinvolgimento: di tutte le Commissioni di lavoro del CC per ricevere i loro specifici contributi sulle materie di loro competenza; delle istanze provinciali e di base del Partito per ottenere, anche da questo versante, contributi utili, suggerimenti, proposte; dei lettori de "Il Bolscevico'' da coinvolgere con un appello ad hoc pubblicato sul giornale; delle masse per quanto possibile interpellate con un apposito volantino. Aveva bisogno di uno studio approfondito e meticoloso: dei documenti del Partito (ivi compresi i programmi amministrativi) per recuperare e aggiornare quanto è stato elaborato fino ad oggi sulle materie che sono attinenti al Programma d'azione; della documentazione altrui di provenienza sindacale o del PRC, PdCI e dei DS sul tema della "riforma'' del Welfare state.
Come potete immaginare non è stato facile realizzare questo percorso, a partire dal reperimento della documentazione necessaria, in gran parte cercata e trovata dal compagno Alberto Gallelli che ringraziamo; studiare questo materiale e ristudiare quello nostro di Partito; indagare tematiche con una scarsa elaborazione precedente alle spalle; interpellare le masse attraverso la diffusione dell'appello per raccogliere le loro proposte nel limite delle nostre attuali possibilità; sollecitare l'invio delle proposte e coordinare la raccolta dei contributi delle Commissioni del CC e delle istanze intermedie e di base del Partito; stilare le bozze (relative alla premessa politica e alle rivendicazioni) e curare il lavoro di correzione e di integrazione di esse. Non è stato facile per il sottoscritto gestire al meglio un compito così gravoso, assolto non senza pecche e difetti.
Ebbene, pensiamo di poter affermare con profonda soddisfazione che il piano di lavoro che ci eravamo dati è stato compiuto nella sostanza e nei suoi tratti essenziali con successo; nonostante le forze esigue a disposizione, nonostante le altre mille cose di cui il Partito si è dovuto occupare contemporaneamente. Infatti, grazie al lungo e meticoloso lavoro di studio, ricerca ed elaborazione, cui hanno partecipato tutte le istanze del Partito, i simpatizzanti del Partito e i lettori de "Il Bolscevico'' e finanche le masse siamo riusciti a redigere la nuova edizione del Programma d'azione del PMLI, che espone in maniera organica la piattaforma rivendicativa del PMLI nel campo politico, economico, sociale e sindacale a favore delle masse operaie, lavoratrici, dei pensionati, popolari e giovanili di ambo i sessi. Una piattaforma che supera, aggiorna e sviluppa quella del precedente Programma d'azione e sistematizza le conoscenze e le esperienze accumulate dal Partito.
Un passaggio fondamentale per quanto riguarda l'orientamento, l'impostazione e il contenuto del Programma d'azione è stato quello della prima Riunione plenaria del 4° Ufficio politico tenutasi il 12 settembre 1999.
Nel passare al vaglio la precedente elaborazione del Partito, specie i documenti dell'Ufficio politico e del Comitato centrale e i discorsi del Segretario generale, abbiamo da un lato recuperato le rivendicazioni già formulate in quanto tali e dall'altro fatto uno sforzo per sintetizzarne di nuove in base alle denunce e alle proposte scritte in modo discorsivo. Ciò appare molto evidente nei capitoli che riguardano la politica estera, la politica interna, la politica istituzionale, la politica militare e la politica giudiziaria, sui temi dell'Onu, dell'interventismo, del federalismo, dell'esercito professionale, dell'indipendenza della magistratura, ma anche negli altri capitoli si avverte questo lavoro, per esempio sulle biotecnologie, la genetica e sui problemi femminili.
Come altre volte nel passato, vedi l'elaborazione dei programmi amministrativi, abbiamo seguito il metodo "dalle masse alle masse'', abbiamo cioè chiesto alle masse popolari che siamo riusciti a raggiungere, ai simpatizzanti e agli amici del PMLI di segnalare le rivendicazioni a breve e lungo termine da includere nel nostro Programma d'azione, e così partecipare in qualche maniera, per via indiretta, alla stesura di un documento che è per loro e a loro deve ritornare, preoccupandoci di raccogliere i bisogni e le denunce espresse, a volte in forma "grezza'' e appena accennata, per tradurli correttamente in rivendicazioni. Indipendentemente dai risultati ottenuti, che comunque vanno valutati in base alle nostre attuali forze e radicamento, non c'è dubbio che questo è un metodo di lavoro di massa marxista-leninista che dobbiamo seguire sistematicamente anche in futuro.
Non importa se sono occorsi complessivamente due anni per portare a termine il lavoro! L'importante era di cogliere l'obiettivo prefissato con la qualità politica e rivendicativa necessaria. Sul piano della elaborazione della linea del Partito, la realizzazione del Programma d'azione è un frutto, il più bello ad oggi, del 4° Congresso, che ha fatto seguito ad altre realizzazioni di notevole importanza, pensiamo al documento dell'Ufficio politico sulla "riforma'' dell'assistenza sociale e ai servizi giornalistici de "Il Bolscevico'', alla "Storia della sanità in Italia'', alla bioetica, ai lavori "atipici'' e a tanti altri che, a loro volta, hanno contribuito ad aggiornare e approfondire la piattaforma rivendicativa del Partito.
La redazione della nuova edizione del Programma d'azione dunque l'abbiamo impostata e realizzata come lavoro collettivo. Forse mai come in questa occasione e a questo livello, siamo riusciti a coinvolgere l'intero Partito nella elaborazione e nell'approvazione di un documento nazionale del Partito di questa portata. Certo non tutto è andato come avremmo voluto e non tutte le istanze hanno risposto al meglio, ma abbiamo marcato dei progressi, che è quello che conta. Pertanto, se oggi possiamo esaminare e varare il Programma d'azione, a parte il doveroso lavoro svolto dal sottoscritto, dal Segretario generale e dai membri dell'Ufficio politico, è anche merito delle Commissioni del CC, quelle per i giovani, le donne e le altre che, pur oberate da tanti impegni continui e urgenti, hanno avanzato le loro preziose proposte, è anche merito delle istanze di base specie quelle che, diligentemente, hanno risposto alle circolari loro inviate dal Centro e fatto pervenire i loro suggerimenti. Tra le Cellule permetteteci di rivolgere un ringraziamento e un elogio particolari ai compagni napoletani che hanno lavorato con serietà, precisione e competenza inviando, a suo tempo, tempestivamente un contributo ampio, articolato e prezioso, ponendosi per metodo di lavoro e qualità del contributo realizzato come esempio avanzato e positivo da seguire per tutto il Partito.
La proposta all'esame della Sessione, nello schema, ricalca il modello del vecchio Programma d'azione. Ma nel suo insieme, politico e rivendicativo, rappresenta un progresso notevole e si attesta al massimo livello delle attuali conoscenze, esperienze e competenze del Partito, da cui ripartire per portare, successivamente e nel tempo, ad uno stadio ancora più elevato queste conoscenze. Ciò lo si avverte, crediamo con nettezza, già nella premessa politica dove è riportata in sintesi la linea di massa e sindacale, e la linea della democrazia diretta, dell'autogestione e dell'autogoverno, la proposta per il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori e quella dei Comitati popolari, il fronte unito e i metodi di lotta, il legame che ci deve essere tra le lotte per gli interessi immediati e la lotta per il socialismo; lo si avverte ancora di più nell'articolazione e nella profondità della piattaforma rivendicativa. Non solo si sono aggiornate, affinate e integrate, a volte massicciamente, rivendicazioni su temi trattati nel passato ripetutamente e che rimangono centrali (occupazione, sanità, pensioni, servizi sociali, scuola, casa, pensioni, fisco, diritti sindacali, questioni ambientali, ecc.), ma ci siamo spinti, in questa occasione, in campi non affrontati o parzialmente affrontati sul piano rivendicativo, come ad esempio: agricoltura, braccianti e operai agricoli, contadini poveri e piccole cooperative, piccoli commercianti e piccoli artigiani, politica dell'informazione e delle telecomunicazioni, carcere, droga e tossicodipendenza, prostituzione, sport, infanzia e adolescenza, gay, lesbiche e transessuali, disabili e portatori di handicap. Insomma, ci sono tante novità che hanno arricchito non di poco la piattaforma rivendicativa del Partito.
Ne è venuta fuori un'opera imponente per le tematiche trattate e allo stesso tempo sintetica nella forma e nella esposizione, considerando che l'insieme delle rivendicazioni proposte sono 588. Per aiutare la lettura e lo studio del testo, per favorire la consultazione e la ricerca veloce delle parti che di volta in volta interessano, abbiamo ordinato in capitoli (sette) la premessa politica e in titoli (sette) e sottotitoli (quarantuno) la piattaforma rivendicativa. Speriamo di essere riusciti in questo intento. Speriamo che questa impostazione abbia incontrato il vostro consenso e incontri il gradimento delle masse operaie, lavoratrici, femminili, giovanili, dei pensionati, degli anziani e dei disabili, dei braccianti e operai agricoli, contadini poveri, piccoli artigiani e piccoli commercianti, gay e lesbiche.
Lungi da noi però la malsana idea di aver elaborato una piattaforma completa, perfetta e totalmente esaustiva. Vi sono e vi saranno sempre carenze da riempire, problematiche nuove da affrontare. E noi siamo aperti e pronti a farlo via via che maturano le condizioni e accumuliamo le esperienze e le conoscenze necessarie. Tuttavia, crediamo che sia innegabile che da domani il Partito può presentarsi davanti alle masse con più proposte e più efficaci per rispondere alle loro esigenze economiche, sociali e politiche. Proposte volte a strappare al capitalismo dei miglioramenti di lavoro e di vita, a sviluppare la lotta di classe, a far avanzare la strategia per la rivoluzione socialista in Italia.
Nella lettura della proposta dell'Ufficio politico non vi sarà sfuggito che alcune rivendicazioni sono riportate, le stesse, in più di un capitolo. Lo abbiamo fatto appositamente, è stata una scelta per rendere complete e spendibili a sé certe piattaforme su temi specifici, come quelli riguardanti le donne, i giovani, ecc. Con una circolare datata 16 gennaio 2001 è stato chiesto ai membri del Comitato centrale, dunque a voi, di esprimere un parere sulla proposta dell'Ufficio politico e di inviare eventuali emendamenti (cancellazioni, aggiunte, ecc.) entro il 31 gennaio. Tutti i membri del CC hanno espresso il loro parere generale favorevole. Ringraziamo tutte le compagne e i compagni che hanno inviato degli emendamenti taluni davvero preziosi. L'Ufficio politico ha esaminato attentamente le proposte che gli sono pervenute. Molte sono state giudicate corrette, un effettivo miglioramento e arricchimento della bozza originaria e quindi recepite. Altre invece non sono state accolte perché non aggiungevano nulla nella sostanza, appesantivano le rivendicazioni con aspetti secondari, rappresentavano solo una variante nella forma, o erano sbagliate. Ci preme comunque dire che la consultazione dei membri del Comitato centrale non è stata formale e ha dato dei frutti importanti. Abbiamo apprezzato la serietà e la meticolosità di quei compagni che hanno passato il testo riga riga proponendo persino la virgola in più o in meno, apportando un contributo di rivendicazioni in base all'argomento di attualità appena studiato per ragioni giornalistiche (tipo quello della "mucca pazza''), in qualche caso correggendo errori presenti nella proposta dell'UP; come quello che si trovava nella seconda parte della rivendicazione n.2, quando si parlava di "istituire un nuovo ordine economico mondiale, ecc.,'' di cui l'Uffico politico si autocritica, a partire dal sottoscritto che materialmente ha commesso l'errore, poi sfuggito agli altri compagni.
A proposito degli emendamenti al Nuovo Programma d'azione del PMLI proposti dai membri del Comitato centrale e approvati dall'Ufficio politico, sono stati ordinati e messi in fila per numero crescente che proponiamo all'esame e all'approvazione della Sessione. Riguardano 73 rivendicazioni di cui 13 ex novo e le altre modificate, corrette, integrate. Le parti nuove sono state evidenziate in neretto. Le parti eliminate sono state scritte in corsivo sottolineato. Le rivendicazioni aggiunte sono state segnalate con il bis.
Non ci sembra opportuno passare in rassegna ed entrare nel merito di tutti gli emendamenti presentati, si rischia di essere dispersivi e di allungare oltre misura questo rapporto. Ci sembra più utile lasciare questa incombenza, nella misura che riterrete necessaria, alla discussione. Tuttavia qualche annotazione, per chiarezza, è bene farla. La prima: non tutte le rivendicazioni che sono state aggiunte alla proposta dell'UP sono nuove. La 42bis che rivendica l'abrogazione di alcuni articoli della Costituzione per permettere che ministri, parlamentari, capo dello Stato e del governo siano giudicati dalla magistratura ordinaria; e la 66bis che rivendica il diritto per i lavoratori e le masse popolari di eleggere i funzionari pubblici, in realtà recuperano delle richieste che il Partito aveva già elaborato e che in un primo momento ci erano sfuggite.
Sulla politica estera, un emendamento proponeva di cancellare, nella n.6, la richiesta di abrogazione della Ueo, che non abbiamo accolto perché, anche se è vero che importanza e ruolo della Ueo sono stati notevolmente ridotti per far posto all'esercito della superpotenza europea, è anche vero che non è stata sciolta del tutto e resta operativo perlomeno il gruppo armamenti dell'Europa occidentale, l'organismo di cooperazione e di armonizzazione europea nel campo degli armamenti. Non chiedere la cancellazione della partecipazione dell'Italia a quello che rimane dell'Ueo, significherebbe, di fatto, accettarla. Inoltre, va aggiunto che, con l'emendamento 7bis, dove si chiede l'abolizione della "forza rapida europea'' e ci si oppone alla creazione dell'esercito europeo, la rivendicazione viene completata al meglio.
Altra annotazione di rilievo riguarda il tema dell'ergastolo. Nella proposta iniziale dell'Ufficio politico, alla n.46 si chiedeva l'abolizione di esso, salvo che per delitti di mafia. Su ciò sono arrivati due emendamenti: il primo proponeva di eliminare il riferimento alla mafia e quindi l'abrogazione totale della norma; il secondo chiedeva di mantenere l'ergastolo, oltreché per la mafia, anche per i delitti di "strage, cospirazione golpista e gravi atti di terrorismo fascista''. L'Ufficio politico ha deciso di accettare il primo emendamento e dichiarare così la sua contrarietà all'ergastolo a livello di principio. Una posizione questa per la verità già espressa in passato dal Partito in occasione di due referendum abrogativi, il primo svoltosi nel giugno del 1978 contro la legge repressiva, liberticida e fascista Reale, il secondo tenutosi nell'aprile del 1981 proposto dai radicali insieme ad altri quesiti referendari relativi alla legge repressiva e poliziesca Cossiga, dando in ambedue le consultazioni l'indicazione di voto favorevole per il Sì. Per i seguenti motivi: perché la pena dell'ergastolo è principalmente un'arma in mano alla classe dominante borghese per rinchiudere a vita i reali oppositori del suo sistema, specie l'avanguardia rivoluzionaria del proletariato; perché la pena dell'ergastolo, come del resto la pena di morte, non rappresentano un deterrente per il terrorismo e il golpismo, la criminalità nelle sue varie manifestazioni, comune e organizzata, come dimostra ampiamente la pratica di questi ultimi cinquant'anni; perché l'ergastolo non dà alcuna possibilità al detenuto di ravvedersi e pentirsi delle azioni commesse e di recuperarlo alla vita sociale e civile; perché l'ergastolo infine non offre, di fatto, la possibilità di rimediare a sempre possibili errori giudiziari.
Questo non significa ovviamente un ammorbidimento delle nostre posizioni politiche e di contrasto verso la mafia e i suoi delitti e contro lo stragismo golpista e il terrorismo fascista.
Un altro emendamento, il n.206bis, presentato da una compagna e allo stesso tempo dall'UP, degno di essere sottolineato, dato lo spessore del tema e la novità per il Partito, concerne la depenalizzazione dell'eutanasia e la garanzia del diritto della "morte assistita'' nelle strutture pubbliche per i malati incurabili in fase terminale.
Comunque, anche tutti gli altri emendamenti, che non cito per le ragioni anzidette, si sono rivelati, lo ripeto, utili e apprezzabili per limare, integrare, migliorare la proposta dell'Ufficio politico.
Care compagne e cari compagni,
con la discussione che farà seguito a questo rapporto si completerà l'ultimo atto per l'approvazione del Nuovo Programma d'azione del PMLI; un evento politico di grande rilevanza, benefico e propedeutico anzitutto all'interno del Partito e che avrà una eco e un'influenza anche all'esterno del Partito tra gli operai, i lavoratori, i giovani e le masse popolari; tra gli iscritti e nei ranghi della Cgil e dei Cobas, tra i cosiddetti "antagonisti'', gli ambientalisti e coloro che militano in vari comitati e associazioni, tra la base del PRC e del PdCI e anche dei DS che riusciremo a contattare con la nostra propaganda e con il nostro lavoro politico e di massa; un evento politico che costituisce uno smacco per i nostri nemici sia che facciano riferimento al "centro sinistra'' sia che facciano parte del "centro destra''.
Il Programma d'azione per noi non è semplicemente un bel documento da mettere in bella mostra nella biblioteca, o peggio ancora da mettere nel cassetto, ma rappresenta, come abbiamo scritto nel punto VI della premessa politica del Programma, dedicato a "Il lavoro di massa'', "un potente strumento di lotta del Partito per perseguire con successo gli obiettivi posti dal 4° Congresso in generale e in particolare per quanto riguarda il lavoro di massa e di radicamento''. Perciò, "Tutto il Partito, dal Comitato centrale all'Ufficio politico, dai Comitati provinciali alle Cellule, deve impugnare saldamente il Programma d'azione e farlo vivere in ogni azione politica, sindacale, giovanile, femminile, giornalistica, propagandistica, agitatoria''.
Il Programma d'azione è uno strumento di lotta dei militanti e dei simpatizzanti del Partito, di oggi e di domani, che operano negli organismi di massa - sindacali, giovanili, studenteschi, delle donne, degli anziani, dei disabili, culturali e sportivi - che lo devono assimilare, propagandare e applicare con intelligenza tattica e con competenza secondo i problemi che si agitano in quel momento, secondo le esigenze e il livello di coscienza delle masse cui si riferiscono gli organismi di massa di cui fanno parte. Più del passato, il Programma d'azione può permetterci di tenere in pugno l'iniziativa politica nei luoghi di lavoro di studio dove siamo presenti; non solo sul piano della propaganda ma anche dell'agitazione e delle denunce politiche e sindacali, non solo nelle grandi occasioni e durante le mobilitazioni delle masse nazionali e locali, ma ogni giorno legandola alla realtà e alle problematiche in cui viviamo ed operiamo. Quanto più saranno i risultati che potremo ottenere, tanto più saremo in grado di mettere in pratica la direttiva lanciata al Congresso: "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare''.
Ci sono sempre, nei luoghi di lavoro, di studio e di vita, dei problemi, delle rivendicazioni, delle contraddizioni alle quali occorre dare delle risposte: col Programma d'azione abbiamo lo strumento efficace, adeguato per farlo ed evitare così di vivere a rimorchio degli avvenimenti; allo stesso tempo abbiamo lo strumento per essere degli agitatori, dei combattenti di prima linea, degli organizzatori delle masse e delle lotte. In ogni occasione, qualunque siano le condizioni in cui si opera, qualunque siano le circostanze e le avversità, si può sempre fare qualcosa, si può andare avanti "anche se con piccoli o piccolissimi passi'', si deve fare il massimo secondo le nostre possibilità politiche, organizzative, economiche, né di più, né di meno. Insomma, come ha affermato il compagno Scuderi, parafrasando una celebre citazione di Mao: "Il nostro lavoro politico non deve essere un fuoco di paglia, ma un continuo accendere scintille per dar fuoco a tutta la prateria''.
Accanto alle mille occasioni che l'attualità quotidiana ci fornisce, vi sono due scadenze importanti nelle prossime settimane e mesi: una politica ed elettorale e l'altra di carattere sindacale, che dobbiamo cogliere appieno avvalendosi del Programma d'azione, che dobbiamo applicare e propagandare nelle dovute maniere e secondo le necessità concrete. Si tratta, come avrete capito, delle elezioni politiche e, insieme forse, di quelle in oltre 1.400 comuni tra cui Roma, Milano, Napoli e Reggio Calabria, della primavera prossima e del XIV Congresso nazionale della Cgil il cui iter dovrebbe cominciare in autunno per terminare con l'assise confederale generale nazionale nell'aprile del 2002. Due appuntamenti, due battaglie che ci richiedono preparazione, impegno, spirito d'iniziativa, volontà di lotta per portare con efficacia tra le masse la nostra analisi, la nostra denuncia, le nostre parole d'ordine, le nostre proposte a sostegno dell'astensionismo, per la prima scadenza, e del sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, per la seconda.
Su ambedue queste battaglie il Partito si è mobilitato per tempo per far sentire la sua presenza e per orientare e indirizzare i compagni, i simpatizzanti e i lettori de "Il Bolscevico''.
Circa le elezioni politiche e la relativa campagna elettorale, iniziata di fatto con largo anticipo al suo normale periodo, il Partito è sceso in campo tempestivamente per denunciare politicamente il candidato-premier del "centro sinistra'', Francesco Rutelli, il suo programma politico e il governo Amato con cui si pone in continuità; lo stesso ha fatto con il candidato-premier del "centro destra'', il cavaliere piduista Berlusconi. Con l'avvicinarsi dei tempi della consultazione elettorale, l'iniziativa politica del Partito non può che diventare più serrata e pressante in crescendo, come dimostra l'appello agli astensionisti ad unirsi, pubblicato per la prima volta sul n.4/2001 de "Il Bolscevico''. Un invito a "tutti gli anticapitalisti, fautori del socialismo e nemici dei due Poli, a unirsi attorno alle bandiere del PMLI per combattere assieme ai marxisti-leninisti la grande battaglia elettorale astensionista contro la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e tutti i suoi partiti, per l'Italia unita, rossa e socialista. Con la consapevolezza che il socialismo non passa dal parlamento''.
Il Programma d'azione, i suoi contenuti politici e rivendicativi, ci saranno di grande aiuto per dare forza e credibilità alla posizione astensionista, per affrontare con più incisività il dibattito e la polemica con i partiti parlamentari, in testa PRC e PdCI, e i due Poli, per aumentare le nostre capacità di convincere le masse della bontà delle posizioni politiche e astensioniste che ad esse proponiamo.
Lo stesso discorso vale, pari pari, per la preparazione e partecipazione nostra alla lotta da condurre nel prossimo Congresso della Cgil. Con la Circolare della Commissione per il lavoro di massa del CC del PMLI del 26 gennaio 2001 a tutte le istanze intermedie e di base del PMLI si è incominciato a stabilire l'orientamento politico e tattico da tenere e ad assumere delle decisioni sul piano operativo.
Questa circolare denuncia come antidemocratica e ducesca l'imposizione della maggioranza guidata da Cofferati di rinviare per ben due volte il Congresso; sintetizza il percorso che ha portato allo scioglimento delle correnti sindacali, "Alternativa sindacale'' facente capo al PdCI di Cossutta e "Area programmatica dei comunisti in Cgil'' facente capo al PRC di Bertinotti, per ricomporsi in un'aggregazione più allargata e aperta ad adesioni individuali e collettive non legate a nessuno di questi due partiti, denominata "Area Programmatica LavoroSocietà-cambiare rotta''; esamina e esprime nell'essenziale un giudizio sul documento "alternativo'' che dovrebbe essere presentato in contrapposizione a quello di Cofferati; invita le nostre compagne e compagni lavoratrici e lavoratori, semplici iscritti, delegati e, a maggior ragione, con cariche dirigenziali nella Cgil ad aderire al documento e, se necessario tatticamente, anche alla suddetta Area "LavoroSocietà''.
Un'adesione che deve essere scritta e motivata con la nostra proposta per un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori (SLL), senza rinunciare alla propria autonomia e indipendenza e senza precludersi la strada per costruire la Corrente sindacale di classe (CSC), finalizzata a fare fronte unito contro la destra cofferatiana. A parte la piattaforma rivendicativa che in linea di massima possiamo accettare, anche se alcuni punti andranno criticati poiché sono in contraddizione con le nostre rivendicazioni, del suddetto documento non condividiamo la strategia di fondo che punta a dare alla Cgil una direzione e una linea riformiste di "sinistra'' anziché rimetterla complessivamente in discussione in base alla nuova situazione sindacale generale, comunque una strategia in contraddizione con quella nostra. Inoltre c'è da considerare che i leader di questa nuova area sindacale, i vari Patta, Botti, Danini, Cremaschi (già PDS che in questi ultimi giorni è entrato nel PRC), Zipponi (che si autodefinisce "comunista non conservatore''), ecc., sono tutti di origine revisionista, neorevisionista, trotzkista, cioè antimarxista-leninista. Per cui si tratta dunque di un fronte unito legato unicamente alla battaglia congressuale, alla cui conclusione le carte di rimescoleranno di nuovo. Quanto prima ufficializzeremo sul giornale la nostra posizione con un articolo con la seguente titolazione: Cambiare la Cgil o creare un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori? I marxisti-leninisti continueranno a lavorare dentro e fuori la Cgil per far maturare e realizzare una nuova organizzazione sindacale di tutti i lavoratori corrispondente alla nuova situazione sindacale, politica e sociale. Per il XIV Congresso della Cgil facciamo fronte unito per battere la destra cofferatiana.
Care compagne e cari compagni,
siamo alle conclusioni di questo rapporto. Dal momento che vi è stata data, un mese fa, una copia della proposta dell'Ufficio politico per il Programma d'azione e ora una copia degli emendamenti da voi proposti e dall'UP accettati, in teoria avremmo potuto passare subito alla discussione e all'approvazione del Programma. Ma considerata l'importanza del documento in esame ci è sembrato utile e opportuno dire qualcosa su di esso, sulla sua funzione, sul cammino che è stato fatto per elaborarlo, sull'uso che se ne deve fare con l'intento di aiutare il dibattito e la votazione. Speriamo di essere riusciti a raggiungere questo obiettivo.
Viva il Nuovo Programma d'azione del PMLI!
Costruiamo un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi maestri vinceremo!