400 milioni di euro all'anno per le basi Usa in Italia
Oltre al denaro liquido, sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite di trasporti, tariffe e servizi

Non c'è stata una Finanziaria nella storia d'Italia che non abbia fatto pagare la crisi economica, industriale e sociale alle masse popolari tartassandole con ingiuste e pesanti gabelle. E sono le larghe masse popolari che pagano le sempre più consistenti spese militari per mantenere in prima fila nello scenario europeo e mondiale l'Italia imperialista; con esse, però e senza esserne a conoscenza, per la "segretezza" dei rapporti che ci legano agli Usa, sono compresi i costi delle basi americane sul nostro territorio.
Come emerge dai documenti segreti rivelati da un'inchiesta del Giornale della Sardegna, nei "bilateral agreement", accordi bilaterali fra paesi Nato, la maggior parte dei pagamenti non dipendono dalla divisione delle spese tra paesi "alleati"; vi sono contributi diretti e indiretti "aggiuntivi rispetto a quelli della Nato". E come mai, verrebbe da chiedere: per "dovere" di ospitalità e servilismo militare del governo italiano agli Usa visto che questi soldi finiscono nelle tasche delle truppe americane e comprendono, oltre al denaro liquido, anche sostanziosi sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite di trasporti, tariffe e servizi per le loro famiglie. Così in gran segreto il governo italiano mantiene vizi e necessità delle famiglie dei ben pagati "ospiti" con i soldi sottratti ai servizi pubblici destinati alle masse popolari italiane.
Nel rapporto della "Commission review of overseas military facility structure" trasmesso al presidente Bush e al Congresso nell'agosto scorso risulta che i paesi alleati, Francia, Canada, Repubblica Ceca, Olanda, Norvegia e Polonia, per la "condivisione dei costi" non versano niente, né dollari né euro; altri come Spagna, Ungheria e Turchia, versano solo contributi indiretti; gli inglesi, i più stretti alleati di Bush, pagano 185,39 milioni di dollari. Molto meno dell'Italia che nel 2001 ne ha elargiti 324 e nel 2002 ben 366,54. In valori relativi l'Italia è il paese che versa di più (il 37% delle spese complessive della Nato nel Paese contro il 27% della Germania che ne ha pagati 1.563).
Col passare degli anni e specialmente sotto il governo neofascista Berlusconi, tutto fa pensare che questi "versamenti" siano aumentati di concerto anche alla crescente "stima e amicizia" guerrafondaia e imperialista che lega i due paesi. Però nessuno si è sottratto o ha denunciato tale vessazione neppure il governo del rinnegato D'Alema che nel 1999 di milioni di euro ne ha versati ben 480!
Infine, la clausola a dir poco sconcertante e offensiva per il nostro popolo e in nostro Paese, chiamata "Returned propery - residual value" prevede un indennizzo agli americani per le migliorie apportate alle strutture delle basi; un indennizzo rivalutabile nel tempo se il governo italiano riutilizza la base entro tre anni dalla chiusura. L'accordo "segreto" prevede anche, a vantaggio delle nazioni ospitanti, un risarcimento per i danni ambientali subiti. Ma tanto per non sbagliarsi i predatori del mondo si sono coperti le spalle: i danni sono valutati dagli stessi che li fanno, cioè gli americani! Infatti i gravi danni di inquinamento e devastazione ambientale e marittima, per l'attività delle basi, le esercitazioni e i depositi di armi, munizioni e macchine da guerra, recentemente denunciati anche in Sardegna, alla Maddalena e in Toscana a Camp Darby, sono stati considerati "limitati".
Sulla vicenda ha presentato un'interrogazione il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli per chiedere la desecretazione di tutti i documenti che sono segreti di Stato. Le masse popolari italiane non devono più sopportare il peso della macchina da guerra imperialista americana e nemmeno di quella italiana. Ecco perché noi chiediamo: smantellare tutte le basi Usa e Nato esistenti in Italia. Via le basi Usa e Nato dall'Italia. Fuori l'Italia dalla Nato!

1 marzo 2006