60 anni fa la resa dell'esercito di Hitler (Bush attacca Yalta per avere mano libera per 'esportare la democrazia')
La vittoria sul nazi-fascismo fu merito principale dell'Urss di Stalin
Gloria eterna ai 27 milioni di martiri sovietici

Il 9 maggio di 60 anni fa, pochi giorni dopo il suicidio di Hitler e la conquista di Berlino da parte dell'Esercito Rosso sovietico, che issava la bandiera rossa con la falce e martello sulle rovine del Reichstag, la Germania nazista capitolava agli alleati e si concludeva la 2a guerra mondiale.
Il merito principale della sconfitta del nazismo hitleriano, che per quasi sei lunghi anni aveva messo a ferro e fuoco e insanguinato l'intera Europa, è della gloriosa Unione Sovietica e dell'eroico Esercito Rosso guidati da Stalin, che hanno sopportato il peso preponderante della lotta mortale contro la belva nazista, con un tributo di ben 27 milioni di morti, ai quali va la gloria eterna e la riconoscenza degli antifascisti e di tutti gli amanti della libertà di tutto il mondo; e grazie anche a battaglie epiche, come quella di Stalingrado, scolpita indelebilmente nella storia, che hanno cambiato il corso della guerra e decretato la sconfitta finale delle armate hitleriane, fino a quel momento considerate invincibili.
Ciò è perfettamente noto alle generazioni più anziane, agli operai e ai lavoratori che hanno vissuto la guerra e gli anni immediatamente successivi, agli ex partigiani che nel nome dell'Urss e di Stalin e incoraggiati dalle eroiche imprese dell'Esercito Rosso sovietico, hanno combattuto per liberare l'Italia dal nazi-fascismo. Ma purtroppo non lo è altrettanto per le nuove generazioni, a causa dell'infame, anticomunista e neofascista revisione della storia operata negli ultimi decenni dalla classe dominante borghese e dai mass-media ad essa asserviti, aiutata in questo dai rinnegati del comunismo e dai falsi comunisti, che hanno fatto scempio della storia e delle tradizioni del movimento operaio e comunista internazionale, a cominciare da Stalin e dalla gloriosa esperienza della costruzione del socialismo in Urss.
Per quanto riguarda Stalin e il suo ruolo nella 2a guerra mondiale le menzogne storiografiche sono particolarmente infami, attribuendogli nientemeno che la responsabilità dello scoppio del conflitto a causa del patto di non aggressione del 1939 con la Germania e dei milioni di morti sovietici, che sarebbero dovuti alle epurazioni tra i capi militari negli anni '30 e ai suoi "errori" strategici. Inoltre viene minimizzato il ruolo dell'Urss nella sconfitta del nazismo, dando tutto il merito agli aiuti anglo-americani e agli eventi bellici sugli scacchieri occidentali, come lo sbarco in Normandia del giugno 1944. Lo stesso capofila dell'imperialismo occidentale, Bush, nel momento stesso in cui si recava a Mosca per la celebrazione del 60° della vittoria, ha attaccato violentemente l'Urss e Stalin, scagliandosi contro il patto Molotov-Ribbentrop e gli accordi di Yalta, paragonati perfidamente al patto di Monaco, in una sorta di provocatoria denuncia della "vittoria mutilata". Che sporchi falsificatori della storia!

Le vere cause della guerra
A causare la guerra non fu certo l'Urss socialista, che aveva solo bisogno di vivere in pace, ma furono le potenze imperialiste, Germania, Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Il patto di non aggressione con la Germania fu firmato dall'Urss proprio in conseguenza dell'infame patto di Monaco del 1938, con il quale Inghilterra e Francia, con il consenso statunitense, regalavano a Hitler i Sudeti incoraggiandolo ad espandersi militarmente ad est, nella segreta speranza di dirottare le sue mire annessionistiche e guerrafondaie verso l'Urss. Questa politica di "non intervento" nei confronti del nazi-fascismo si era d'altronde già rivelata in pieno durante la guerra di Spagna, quando le tre grandi potenze occidentali avevano lasciato che Hitler e Mussolini massacrassero il popolo spagnolo appoggiando il golpe del fascista Franco, mentre soltanto l'Urss di Stalin corse in aiuto della Repubblica spagnola.
Invano l'Urss, fino a pochi giorni prima dello scoppio del conflitto mondiale, aveva negoziato con Inghilterra e Francia un patto di alleanza politico-militare contro Hitler, e quando Stalin si rese conto che ciò era impossibile perché l'Inghilterra non lo voleva in quanto contava che Hitler attaccasse ad Est, non gli restò che accettare l'offerta del patto di non aggressione fattagli da quest'ultimo. In questo modo l'Urss ottenne di stare fuori dalla guerra imperialista per quasi due anni, e di prepararsi meglio ad un'eventuale aggressione armata contro il suo territorio.
L'aggressione era infatti solo rimandata, e scattò nel giugno 1941, mentre la Germania di Hitler era all'apogeo della sua potenza, era padrone assoluto del continente europeo e non aveva bisogno di guardarsi le spalle. L'attacco all'Urss fu di una violenza senza precedenti. Le orde naziste avevano l'ordine di sterminare senza pietà i prigionieri di guerra e la popolazione civile, dato che le popolazioni slave, alla stregua degli ebrei, zingari, ecc., dai nazisti erano considerate di "razza inferiore" e destinate nei progetti deliranti di Hitler a diventare schiave del Terzo Reich. Si spiega così l'enorme numero di vittime militari e civili sovietiche, che non hanno uguali tra gli altri eserciti belligeranti e le altre nazioni invase.
Secondo gli strateghi alleati l'Esercito Rosso e il fronte interno non avrebbero potuto resistere che poche settimane all'urto terrificante delle armate corazzate naziste. Forse segretamente lo auspicavano. Invece il popolo sovietico, mobilitato da Stalin come un sol corpo a sostegno dell'Esercito Rosso, seppe far fronte e reagire eroicamente al drammatico momento, e quello stesso autunno, con la battaglia di Mosca, riusciva a fermare e infliggere per la prima volta una cocente sconfitta alle colonne corazzate hitleriane, fino a quel momento considerate invincibili.

L'Urss campione della lotta al nazi-fascismo
Da quel momento in poi tutti i tentativi dell'esercito hitleriano di riprendere in mano l'iniziativa furono destinati a infrangersi contro la vera e propria barriera d'acciaio formata dall'intero popolo sovietico, dal suo Esercito Rosso e dalla sua sicura guida, Stalin, fino alla battaglia decisiva di Stalingrado, iniziata il 12 settembre 1942 e vinta il 2 febbraio 1943 che decise le sorti della 2a guerra mondiale. Come avrebbe potuto, l'Urss, resistere alla schiacciante e terrificante offensiva delle orde hitleriane, contrattaccarla e vincere se fosse stata quel Paese oppresso da una dittatura "personale" tenebrosa e criminale, come quella attribuita dalla reazione internazionale e dai trotzkisti a Stalin?
Anche Leningrado, sottoposta al più terribile assedio che la storia ricordi, resistette eroicamente per quasi due anni, a prezzo di un milione di morti. Il carattere imperialista della 2a guerra mondiale era mutato, trasformandosi in guerra di liberazione dei popoli dal giogo nazi-fascista. L'Urss di Stalin, entrata nella coalizione alleata con Inghilterra e Stati Uniti, diventava di fatto, guadagnandosi questo ruolo sui campi di battaglia, il Paese leader di questa guerra di liberazione dal nazi-fascismo: il Paese a cui guardavano con speranza e ammirazione tutti i popoli europei schiacciati sotto il tallone nazista, i movimenti di resistenza armata che nascevano nei paesi occupati, la classe operaia e i lavoratori italiani oppressi dal fascismo mussoliniano e dalla guerra, che non a caso scendevano in sciopero nel marzo 1943 sotto la spinta e l'incoraggiamento dell'eco delle eroiche gesta di Stalingrado.
Questo ruolo rifulse ancor più a causa del peso principale della guerra che l'Urss si trovò a sostenere all'inizio praticamente da sola. Gli aiuti in armi, materiali e viveri degli alleati furono importanti, ma non certo decisivi. Per lungo tempo Churchill e Roosevelt tergiversarono alle pressanti richieste di Stalin di aprire un secondo fronte in Europa per alleggerire la pressione nazista contro l'Urss. Il grosso della forza militare tedesca fu concentrato fino all'ultimo sul fronte orientale, approfittando della scarsa attività bellica all'ovest. Se si esclude la campagna in Italia, del resto condotta molto lentamente e senza troppo impegno da parte degli alleati, e i bombardamenti sulle città tedesche, i sovietici furono lasciati a combattere da soli sul suolo europeo contro l'esercito nazista fino al giugno 1944.

Il peso principale della guerra
Il fatto era che gli anglo-americani ancora una volta si dimostravano affetti dallo spirito di Monaco, lasciavano che l'Urss si dissanguasse nello scontro mortale con la Germania, per poi raccogliere i frutti alla fine aggiudicandosi senza sforzo tutta la posta della guerra. Si sa anche che Hitler non smise mai di cercare un accordo segreto di pace con l'Inghilterra in chiave antisovietica, e che nei circoli anglo-americani c'era chi non scartava l'ipotesi di un'alleanza con la Germania (tra cui forse lo stesso Churchill) per rivolgere insieme le armi contro l'Urss e bloccarne l'avanzata verso ovest.
Sta di fatto che gli anglo-americani si decisero ad aprire il secondo fronte in Europa, con lo sbarco in Normandia, solo quando le sorti della guerra erano ormai decise e l'Urss aveva cominciato a marciare irresistibilmente verso Berlino. Ciononostante, per quanto lo sbarco fu imponente ed efficace, la sua importanza è stata nettamente sopravvalutata dagli storici asserviti all'imperialismo. L'avanzata degli alleati verso la Germania fu molto lenta e costellata di insidie (vedi la controffensiva tedesca nelle Ardenne), e questo nonostante che Hitler si rifiutasse ostinatamente di distogliere truppe dal fronte russo per spostarle sul fronte occidentale. E fu ancora l'Urss a dare la spallata finale e risolutiva al nazismo hitleriano, andandolo a cacciare fin nella sua stessa tana, a Berlino, dopo aver liberato tutti i territori dell'Est Europa e spingendosi fino in Austria.
Un riflesso di questa incancellabile e luminosa verità storica è riuscito a farsi strada persino nella paludata celebrazione del 9 maggio a Mosca, dove le commoventi immagini dei fieri veterani russi, delle bandiere rosse e dei ritratti di Stalin, circondati dall'affetto spontaneo e pieno di riconoscenza del popolo, hanno fatto il giro del mondo. Per un giorno l'eroico popolo russo si è riappropriato orgogliosamente della propria gloriosa storia socialista, in barba al nuovo zar Putin, costretto a furor di popolo ad esporre i ritratti di Stalin almeno per qualche giorno, e in barba ai caporioni imperialisti, Bush in testa, costretti a guardar sfilare le bandiere rosse con la falce e il martello e quelle con l'effige di Lenin.

Dopo la liquidazione dell'Urss
Oggi l'Urss non esiste più, ma la sua vera liquidazione non è avvenuta con il crollo del muro di Berlino, bensì molto prima, quando col XX Congresso del PCUS i revisionisti kruscioviani attaccarono Stalin e il socialismo, iniziando dall'interno con la restaurazione del capitalismo quella disgregazione della fortezza sovietica che gli imperialisti guidati da Reagan dovevano poi completare tre decenni dopo dall'esterno. Attualmente l'imperialismo Usa la fa da padrone e spadroneggia in tutto il globo comportandosi in tutto e per tutto come il nuovo nazismo; cercando perfino di sfilare alla Russia capitalista, sorta sulle rovine dell'Urss revisionista e socialimperialista, pezzi di quel che resta delle ex repubbliche sovietiche, come la Georgia, l'Ucraina e le altre repubbliche dell'Asia centrale.
Anche la Ue imperialista partecipa alla spartizione delle spoglie dell'ex Unione Sovietica, sia pure con metodi più "diplomatici" e meno rozzi e arroganti degli Usa. Già ha inglobato diversi Stati dell'Europa dell'Est ex socialisti, ha le mani in pasta nella "rivoluzione arancione" in Ucraina, e con i recenti accordi commerciali con la Russia capitalista di Putin ha fatto un altro passo avanti verso il disegno dell'"Europa dall'Atlantico agli Urali".
Tuttavia il fatto che il popolo russo, di fronte a tutti questi avvoltoi, abbia mostrato con tanta fierezza e orgoglio il suo tenace attaccamento alla storia gloriosa dell'Urss e a Stalin, è di grande incoraggiamento per tutti i sinceri comunisti e i fautori del socialismo. Esso ci sprona a batterci contro il capitalismo e l'imperialismo con lo stesso spirito e la stessa tenacia degli eroici combattenti sovietici che sconfissero il nazi-fascismo. Essendo certi che il futuro non è del rapace imperialismo ma dei popoli e del socialismo, per quanto esso possa sembrare oggi potente e invincibile: come lo sembravano le arroganti e feroci armate hitleriane, che pure dovettero mordere la polvere sotto i colpi implacabili dell'Urss socialista guidata da Stalin.

18 maggio 2005