Epifani: Alla prima bomba tutta l'Italia si fermerà
700MILA IN PIAZZA A MILANO CONTRO LA GUERRA ALL'IRAQ
COMBATTIVA E COINVOLGENTE DELEGAZIONE DEL PMLI DIRETTA DA BRANZANTI
Manifestazioni in tutto il mondo, da Washington all'Australia
Dal nostro inviato speciale
Ancora una volta l'Italia ha detto no alla guerra imperialista all'Iraq.
Certamente non è stata l'Italia del governo del neoduce Berlusconi che invece preme, al di là di falsi proclami attendisti, per salire sul carro armato anglo-americano, ma quella dei lavoratori, della donne, dei giovani e degli anziani che sabato 15 marzo hanno invaso Milano per ribadire che il popolo italiano è contrario a questa guerra e non vuole che l'Italia vi partecipi in nessun modo.
Oltre 700.000 persone sono confluite in quella che è stata per un giorno la capitale del mondo contro la guerra, la più grande manifestazione che si sia mai tenuta nel capoluogo lombardo, una nuova, grande dimostrazione dei sentimenti di pace e antimperialisti che hanno sempre animato il nostro popolo.
La manifestazione nazionale era stata indetta dalla Cgil sul tema "Pace Diritti" e si aspettavano circa 500.000 partecipanti. Invece ne sono arrivati molti di più, fin dalla mattinata i manifestanti hanno cominciato a confluire in città tramite 34 treni speciali, migliaia di pullman e tanta gente arrivata con mezzi propri. Milano ha accolto i pacifisti a braccia aperte, tantissime le bandiere con scritto pace che sventolavano dai balconi come tantissimi erano i milanesi a salutare e che alla manifestazione hanno sicuramente fatto "la parte del leone".
Tre i cortei che si sono uniti per confluire in piazza Duca d'Aosta. Da Piazzale Loreto sono partiti i manifestanti provenienti da: Toscana, Lazio, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Friuli, Veneto, Bergamo, Sondrio, Lecco; da Piazza Duomo i provenienti da: Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Umbria, Milano, Lodi, Cremona, Mantova; da Piazzale Cadorna coloro che provenivano da: Emilia-Romagna, Valle D'Aosta, Piemonte, Liguria, Marche, Pavia, Como, Varese, Legnano.
La delegazione del PMLI, composta da compagne e compagni, provenienti da Forlì, Borgosesia, Biella, oltre naturalmente ai compagni milanesi organizzati dalla Cellula "Mao Zedong", è partita dal concentramento di Piazza Cadorna. C'erano i cartelli "Buttiamoli giù!" riferiti al neoduce Berlusconi e all'Hitler della Casa Bianca Bush, quelli con la parola d'ordine contro l'aggressione imperialista all'Iraq, riportata anche nei corpetti.
La delegazione guidata dal compagno Denis Branzanti coadiuvato dal compagno Angelo, si è posizionata quasi in testa al proprio corteo e ha subito intonato Bella Ciao, che ha fatto da "colonna sonora" a tutta la manifestazione, e poi Fischia il vento, supportati dalla chitarra di un manifestante, ricevendo subito consensi dai presenti.
La manifestazione in generale è stata abbastanza silenziosa, a parte lo spezzone dei disobbedienti che mandavano anche musica, a dimostrazione dell'impronta ultrapacifista data dalla Cgil.
Ci ha pensato la delegazione marxista-leninista ad animare la parte di corteo in cui era inserita, i compagni Denis e Angelo si sono alternati nel lancio delle parole d'ordine che prendevano di mira soprattutto il governo neofascista di Berlusconi, la guerra all'Iraq, ma anche la partecipazione a quella all'Afghanistan, ne sono stati lanciati anche contro la legge fascista e razzista Bossi-Fini, contro il terrorismo, definito nemico delle masse, e contro l'occupazione dei nazisti di Tel Aviv in Palestina.
Dopo un primo momento di silenzio di fronte ai nostri cori, i manifestanti si sono "svegliati" e hanno cominciato a gridare assieme al PMLI, tanto che diversi chiedevano a più riprese di lanciarne dal megafono e loro stessi li gridavano avendo ricevuto la lista delle parole d'ordine, poi supportati dal megafono del Partito. Certamente quelli più gettonati sono stati: "Di Berlusconi non ne possiamo più tutti uniti buttiamolo giù" e "Giù giù Berlusconi buttiamolo giù!", ma anche quelli contro la guerra sono molto piaciuti, e poi la richiesta dello sciopero generale in caso di attacco all'Iraq. Un manifestante ha telefonato al segretario del proprio circolo, forse DS, per fargli sentire i cori che venivano lanciati e ha detto di avere un manifesto ("Buttiamoli giù!"), per la loro festa. Tali manifesti sono molto piaciuti e a più riprese richiesti. Approvazione è venuta anche per i comizi volanti che ha tenuto il compagno Branzanti, in particolare contro la guerra, contro il terrorismo e più di tutti quello relativo al prossimo "25 Aprile che sarà di lotta antifascista contro il neoduce Berlusconi" accolto da un grande applauso di coloro che stavano attorno alla delegazione. Branzanti ha più volte invitato i manifestanti a stare uniti per buttare giù il neoduce Berlusconi, gridando anche "Unità unità unità!". Anche questo invito all'unione nella lotta è stato molto apprezzato.
Il compagno Branzanti ha rilasciato alcune dichiarazioni alla giornalista Susanna Ripamonti de "l'Unità", che nella cronaca ha dato la notizia della presenza dei marxisti-leninisti alla manifestazione, senza però citare il PMLI.
Il corteo ha invaso Milano con le bandiere arcobaleno assieme a quelle della Cgil, relativamente poche invece quelle del PRC e ancor meno quelle dei DS e del PdCI. Molti manifestanti portavano con sé cartelli artigianali contro la guerra, contro Berlusconi, ma anche contro il rientro dei Savoia, altri indossavano maschere bianche come rappresentazione delle tragedie greche.
Arrivata in piazza Duca d'Aosta la delegazione del PMLI si è riunita con altri compagni di Milano e Biella che con grande spirito di sacrificio e di dedizione al Partito hanno "saltato" il corteo per garantire la presenza delle nostre insegne nelle prime file di fronte al palco: il Partito li ringrazia per il grande servizio reso. Sono stati comunque ampiamente ripagati anche dai tanti apprezzamenti ricevuti, dai lavoratori del Nuovo Pignone che hanno intonato assieme a noi Bella Ciao e Bandiera Rossa. Vendute diverse copie de "Il Bolscevico". Una manifestante serba ha voluto anche acquistare un manifesto di Stalin.
Le insegne del PMLI sono state ampiamente riprese e trasmesse dai megaschermi, specie al suo ingresso in piazza, con inquadrature molto lunghe e in primo piano in particolare della bandiera del Partito. Nei servizi televisivi invece non molta visibilità è stata data al Partito.
Dal palco sono state trasmesse molte interviste a partecipanti alla manifestazione, poi ha preso la parola il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani dicendo che non vi è nessun motivo per ricorrere alla guerra contro l'Iraq, che Berlusconi dice una cosa, e cioè che spera ancora in una soluzione pacifica, ma nella realtà ne pensa un'altra, dimostrata anche dalla concessione delle strutture logistiche utili all'America per la guerra. Epifani ha chiesto a gran voce che nessuna struttura militare e civile venga concessa per la guerra all'Iraq, ha parlato del conflitto e del Medioriente, ha definito reazionari coloro che attaccano la Cgil di conservatorismo e definito "illiberale, classista e iniqua la politica del governo", nonché annunciato il ricorso al referendum abrogativo se le deleghe 848 e 848 bis verranno tramutate in legge.
La cosa più importante è stato l'annuncio tanto atteso del ricorso allo sciopero generale allo scoppio della guerra all'Iraq, un annuncio salutato con un grande applauso dalla piazza che l'ha accolto come una "liberazione", un'esigenza fortemente sentita dai lavoratori e dai pacifisti e dalla base stessa della Cgil. Epifani ha volutamente sorvolato sul referendum per l'estensione dell'art. 18, su cui pesa l'assenza di un pronunciamento della Cgil, e sulle iniziative di contrasto al trasporto dei mezzi militari per la guerra nel nostro Paese, quali i blocchi delle ferrovie e dei porti, a cui va invece il nostro appoggio.
Quella del 15 marzo è stata una grande giornata di lotta, che i milanesi e tutti i manifestanti non potranno scordare, un nuovo tassello della lotta contro l'imperialismo, un desiderio di pace che fa grande il nostro popolo.
La delegazione del PMLI, nonostante fosse composta per diverse cause di forza maggiore da un piccolo numero di compagne e compagni, ha colto in pieno i propri obiettivi, supportata anche dai contatti telefonici col Centro e dalla vicinanza e dal sostegno del compagno Giovanni Scuderi. I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il Segretario generale hanno inviato a tutti i componenti la delegazione il ringraziamento per aver "rappresentato magnificamente e in maniera esemplare l'intero Partito riuscendo a realizzare tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi, garantendo una presenza qualificata a una manifestazione che è risultata molto importante sia sul piano numerico che sul piano politico, assestando un duro colpo ai guerrafondai imperialisti e al neoduce Berlusconi".
Un'ulteriore dimostrazione che quando si applicano dialetticalmente la linea politica del Partito e le sue direttive si possono rendere grandi servizi al Partito, alla classe operaia e alle masse anche se siamo pochi, una riprova che in questo momento quello che conta di più è il nostro legame con le masse.