LETTERA APERTA AI MILITANTI DEL PRC
E AI COMUNISTI ITALIANI

 

Care compagne e cari compagni,

nel momento stesso in cui vi siete separati, dividendovi in due partiti, noi marxisti-leninisti italiani sentiamo il dovere di classe di rivolgervi un appello attraverso questa lettera aperta a riflettere bene sulle scelte che state compiendo. Un precedente appello ve lo rivolgemmo nel febbraio 1991, che fu diffuso anche in occasione della manifestazione nazionale del Movimento per la rifondazione comunista svoltasi al Palaeur di Roma il 5 maggio dello stesso anno.

Ancora una volta, vi invitiamo a fare un bilancio critico e autocritico della storia del movimento operaio italiano e internazionale e della vostra militanza personale per capire cosa è accaduto nel passato remoto e prossimo, trarne i dovuti insegnamenti e orientare correttamente i vostri passi prossimi e futuri.

L'esperienza del governo Prodi fa parte di questo bilancio. Bertinotti e Cossutta, fino all'altro giorno concordemente, l'hanno accreditato e appoggiato come un governo di ``centro-sinistra'', se non addirittura di sinistra, una ``speranza'' per i lavoratori italiani. Noi marxisti-leninisti, invece, fin dall'atto della sua costituzione l'abbiamo definito un governo anticomunista e antipopolare, uno strumento decisivo per il completamento costituzionale e legale della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista.

Due finanziarie di lacrime e sangue, - quella del '99 assolutamente da respingere poiché non è incentrata sullo sviluppo del Mezzogiorno, sull'occupazione e sui diritti economici e sociali universali, bensì sugli sgravi e gli incentivi alle imprese e sullo ``Stato sociale'' dei poveri e sul familismo -, la disoccupazione e la miseria dilaganti, il sottosviluppo del Sud, sette milioni di poveri, i bassi salari e le pensioni minime da fame, la manfrina e lo svuotamento delle 35 ore, gli accordi sindacali da Terzo mondo quali sono i ``contratti d'area'' e i ``patti territoriali'', le torchiature fiscali e tariffarie, le peggiorate condizioni di vita e di lavoro, i lavoratori e i disoccupati picchiati dalla polizia, le privatizzazioni, già fatte o latenti, come quelle delle pensioni, della sanità, della scuola e dell'università, lo smantellamento dello ``Stato sociale'', l'ingresso nell'Euro, l'appoggio alla controriforma costituzionale che formalizza la seconda repubblica neofascista, presidenzialista e federalista, la politica estera di chiaro stampo imperialista, interventista e neocolonialista, hanno comprovato che noi avevamo ragione e Bertinotti e Cossutta torto. Anche se il primo, apparentemente, sembra si sia ravveduto. Ma solo per rimanere a galla, per non perdere la fiducia della parte di voi che ancora lo segue.

Il governo del democristiano Prodi ha amministrato gli affari del capitalismo e difeso gli interessi della classe dominante borghese in Italia, in Europa e nel mondo. Quello che ha fatto il governo Prodi, ieri lo facevano i governi democristiani, quelli di Craxi, di Amato, di Ciampi, di Berlusconi, di Dini. Fare arricchire i padroni e i borghesi e sfruttare e succhiare il sangue alla classe operaia e ai lavoratori.

Dall'Unità d'Italia ad oggi tutti i governi, hanno lavorato per tenere la classe operaia schiava e subalterna alla borghesia e impedirle di abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo. Anche quelli che hanno visto il PCI al governo o nella maggioranza governativa.

Se non fosse stato così, probabilmente la classe operaia sarebbe già al potere e la rossa bandiera del socialismo sventolerebbe a Palazzo Chigi. In ogni caso la lotta delle masse sarebbe a un livello superiore.

Ma ciò che non è stato fatto ieri si può e si deve fare un domani. I tempi dipendono in primo luogo dal risveglio rivoluzionario della classe operaia e vostro e dalla presa di coscienza che senza Partito rivoluzionario, senza teoria rivoluzionaria costituita dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao, senza programma e strategia rivoluzionari, senza lotta rivoluzionaria, senza liberarsi dalle illusioni governative, dall'elettoralismo, dal parlamentarismo, dal riformismo, dal revisionismo, dal neorevisionismo e dal pacifismo, senza abbandonare i partiti neorevisionisti, trotzkisti e riformisti, il PRC e il partito dei comunisti italiani, e le organizzazioni sedicenti antagoniste che li coprono a ``sinistra'', senza unirsi al Partito della rivoluzione socialista, il PMLI, non è possibile condurre una seria e conseguente lotta contro il capitalismo, difendere i propri interessi immediati e conquistare il socialismo. Il socialismo è l'unica vera alternativa al capitalismo. Ogni altra proposta è solo un inganno, ed è funzionale al capitalismo.

La conquista del potere politico da parte del proletariato è la madre di tutte le questioni. è questa la cartina di tornasole per verificare se un partito è o non è proletario, è o non è comunista, è o non è rivoluzionario.

Il nostro Partito, non considerando i dieci anni precedenti di preparazione, è sulla breccia da oltre 21 anni e nei prossimi mesi celebrerà il 4• Congresso nazionale. In tutto questo tempo, sobbarcandosi immensi sacrifici, sfidando la persecuzione e la repressione giudiziarie e poliziesche, superando mille difficoltà, non temendo l'isolamento e l'emarginazione, e nonostante il rigido black out stampa che gli impedisce di essere conosciuto dalle larghe masse popolari, esso è sempre stato fedele al proletariato, al socialismo e ai grandi maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.

Potenzialmente il nostro Partito è in grado di arrecare un danno devastante alla classe dominante borghese in camicia nera. Ma non ha ancora la forza materiale per sprigionare tutta la sua grande carica proletaria e rivoluzionaria. Voi potete dargli questa forza. Quanto prima deciderete di fare questo passo, tanto prima ripartirà turbinosamente la lotta di classe.

Care compagne e cari compagni,

voi come noi cantate con fierezza ``Bandiera Rossa''. Ma cosa significa questo canto storico che ci unisce, ci scalda i cuori e ci anima nelle battaglie? Fondamentalmente significa rivolta degli schiavi salariati, rivoluzione proletaria, abbattimento della dittatura borghese e del capitalismo, socialismo, comunismo, internazionalismo proletario. Esattamente quello che non vogliono Bertinotti, Cossutta, Ferrando e Maitan. Non a caso si definiscono eredi, il primo di San Francesco, Gandhi e Voltaire, il secondo di Togliatti e gli altri due di Trotzki. E ciò spiega perché essi hanno appoggiato i loro compari revisionisti e trotzkisti che hanno distrutto gli Stati socialisti e i partiti comunisti storici.

Che cosa avete allora voi da spartire con costoro? Non vi fate corresponsabili dei loro imbrogli, denunciateli e unite le vostre forze alle nostre, entrate senza indugio nel nostro Partito nell'interesse supremo della causa del socialismo, dell'emancipazione del proletariato e di tutta l'umanità.

Insieme costruiremo un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista.

Coi maestri vinceremo!

Firenze, 12 ottobre 1998

Ufficio politico del PMLI