Rapporto alla Sessione plenaria del CC del PCUS(b), 3 marzo 1937
LA LOTTA DI STALIN CONTRO IL SABOTAGGIO, LO SPIONAGGIO E IL TERRORISMO DEI TROTZKISTI IN UNIONE SOVIETICA
Questo importante Rapporto presentato dal compagno Giuseppe Stalin alla Sessione plenaria del Comitato centrale del PCUS(b) il 3 marzo 1937 smaschera la natura controrivoluzionaria del trotzkismo e chiarisce il carattere antagonistico della sua contraddizione col marxismo-leninismo. Il titolo originale è: "Sulla deficienza del lavoro del partito e sulle misure per liquidare i trotzkisti e altri ipocriti''. 
Compagni!
Dai rapporti fatti a questa sessione plenaria e dalle discussioni che li hanno seguiti, risulta che ci troviamo davanti ai seguenti tre fatti fondamentali.
In primo luogo, il lavoro di sabotaggio, di diversione e di spionaggio compiuto da agenti di stati stranieri, tra i quali hanno avuto una parte abbastanza attiva i trotzkisti, ha toccato in misura più o meno grande tutte o quasi tutte le nostre organizzazioni, sia economiche che amministrative e di partito.
In secondo luogo, gli agenti di stati stranieri, compresi i trotzkisti, sono penetrati non solo nelle organizzazioni di base, ma sono arrivati anche a certi posti di responsabilità.
In terzo luogi, alcuni dei nostri compagni dirigenti, sia al centro che alla periferia, non solo non hanno saputo discernere la vera faccia di questi sabotatori, agenti di diversione, spie e assassini, ma hanno dato prova di tale noncuranza, bonomia e ingenuità, che spesso hanno essi stessi contribuito a far occupare ad agenti di stati stranieri questi o quei posti di responsabilità.
Tali sono i tre fatti indiscutibili che risultano naturalmente dai rapporti e dalle discussioni che li hanno seguiti.

1. Noncuranza politica
Come spiegare che i nostri compagni dirigenti, che hanno una ricca esperienza di lotta contro ogni genere di correnti ostili al partito e al regime dei Soviet, si siano dimostrati in questo caso tanto ingenui e ciechi da non saper scorgere la vera faccia dei nemici del popolo, da non saper riconoscere i lupi sotto la pelle dell'agnello, da non saper strappar loro la maschera?
Si può dire che il lavoro di sabotaggio, di diversione e di spionaggio di agenti di stati stranieri operanti nel territorio dell'Urss sia per noi qualcosa di inaspettato e senza precedenti? No, non lo si può dire. Ne fanno prova gli atti di sabotaggio compiuti in differenti branche dell'economia nazionale negli ultimi dieci anni, cominciando dal periodi di Sciakhti, atti fissati in documenti ufficiali.
Si può dire che non ci siano stati, negli ultimi tempi, dei segni ammonitori e delle indicazioni che ci mettevano in guardia contro l'attività di sabotaggio, di spionaggio e terroristica degli agenti trotzkisti-zinovievisti del fascismo? No, non lo si può dire. Tali segni ci sono stati e i bolscevichi non hanno il diritto di dimenticarli.
L'abominevole assassinio del compagno Kirov fu il primo avvertimento serio, indicante che i nemici del popolo avrebbero ricorso alla doppiezza e, quindi, si sarebbero mascherati da bolscevichi, da membri del partito, per conquistarsi la fiducia ed aprirarsi l'accesso alle nostre organizzazioni.
Il processo del "Centro di Leningrado'', così come il processo "Zinoviev-Kamenev'', dette una nuova base alle lezioni che derivavano dal fatto dell'assassinio abominevole del compagno Kirov.
Il processo del "blocco zinovievista-trotzkista'' allargò le lezioni dei processi precedenti, dimostrando nel modo più evidente che gli zinovievisti e i trotzkisti raccolgono attorno a sé tutti gli elementi borghesi nemici, che essi si sono trasformati in un'agenzia di spionaggio, di diversione e terroristica della polizia politica tedesca, che la doppiezza e l'ipocrisia sono l'unico mezzo che gli zinovievisti e i trotzkisti impiegavano per penetrare nelle nostre organizzazioni, che la vigilanza e la perspicacia politica sono il mezzo più sicuro per prevenire questa penetrazione, per liquidare la banda zinovievista-trotzkista.
Il comitato centrale del PCUS(b), nella sua lettera al partito del 18 gennaio 1935 a proposito dell'assassinio abominevole del compagno Kirov, metteva decisamente in guardia le organizzazioni di partito contro la bonomia politica e la dabbenaggine piccolo-borghese. In questa lettera si diceva:
"Bisogna finirla con la bonomia opportunistica derivante dall'errata supposizione che, nella misura in cui aumentano le nostre forze, il nemico diventi sempre più mansueto e innocuo. Una tale supposizione è radicalmente sbagliata. Essa è un rigurgito della deviazione di destra la quale assicurava a tutti e dappertutto che i nemici sarebbero scivolati senza scosse verso il socialismo, che alla fine essi sarebbero diventati dei veri socialisti. Non è da bolscevichi riposare sugli allori e guardare in aria. Non abbiamo bisogno di bonomia, ma di vigilanza, di una vera vigilanza rivoluzionaria bolscevica. Bisogna ricordare che quanto più la situazione dei nemici diventerà disperata, tanto più volentieri essi ricorreranno ai mezzi estremi come agli unici mezzi possibili nella loro lotta contro il potere sovietico. Bisogna ricordare questo ed essere vigilanti''.
Nella sua lettera al partito del 29 luglio 1936 a proposito dell'attività spionistica-terrorista del blocco trotzkista-zinovievista il comitato centrale del PCUS(b) richiamava di nuovo le organizzazioni di partito alla massima vigilanza, a saper riconoscere i nemici del popolo, per quanto bene essi si mascherino. Nella lettera si diceva:
"Adesso che è dimostrato che i nostri trotzkisti-zinovievisti uniscono nella lotta contro il potere sovietico tutti i nemici più feroci, i nemici giurati dei lavoratori del nostro paese - spie e provocatori, agenti di diversione, guardie bianche, kulak ecc. - adesso che tra questi elementi da una parte, e i trotzkisti e gli zinovievisti dall'altra, è scomparsa qualsiasi linea di demarcazione, tutte le nostre organizzazioni di partito, tutti i membri del partito devono comprendere che la vigilanza dei comunisti è necessaria in qualsiasi campo e in qualsiasi circostanza. Qualità assoluta di ogni bolscevico nelle condizioni attuali deve essere la capacità di saper riconoscere il nemico del partito, per quanto bene esso si mascheri''.
Segnali e avvertimenti, dunque, ve ne sono stati.
Cosa consigliavano di fare questi segnali e questi avvertimenti?
Essi consigliavano di liquidare la debolezza del lavoro d'organizzazione del partito e di trasformare il partito in una fortezza inespugnabile, in cui non potesse penetrare nessun ipocrita.
Essi consigliavano di finirla con la sottovalutazione del lavoro politico del partito e di fare una svolta decisa nella direzione del più grande rafforzamento di questo lavoro, nella direzione del rafforzamento della vigilanza politica.
E invece? I fatti hanno dimostrato che i nostri compagni hanno più che stentato a comprendere i segnali e gli avvertimenti.
Lo dicono in modo eloquente i fatti, noti a tutti, relativi alla campagna per il controllo e il rinnovamento delle tessere del partito.
Come spiegare che questi avvertimenti e segnali non abbiano prodotto l'effetto dovuto?
Come spiegare che i compagni del nostro partito, malgrado la loro esperienza di lotta contro gli elementi antisovietici, malgrado tutta una serie di segnali ammonitori e di indicazioni di stare in guardia, siano stati politicamente miopi davanti al lavoro di sabotaggio, di spionaggio e di diversione dei nemici del popolo?
Forse i compagni del nostro partito son diventati meno coscienti e disciplinati di quanto fossero prima? No, certamente no!
Forse essi hanno cominciato a degenerare? Ancora una volta, no! Una simile supposizione non ha nessuna ragion d'essere.
Di che si tratta allora? Perché simile dabbenaggine, noncuranza, bonomia, cecità?
Si tratta del fatto che i compagni del nostro partito, entusiasmati dalle campagne economiche e dai colossali successi ottenuti sul fronte dell'edificazione economica, hanno semplicemente dimenticato alcuni fatti molto importanti, che i bolscevichi non hanno il diritto di dimenticare. Essi hanno dimenticato un fatto fondamentale, relativo alla situazione internazionale dell'Urss e non hanno notato due fatti molto importanti che hanno un rapporto diretto con gli attuali sabotatori, con le spie, con gli agenti di diversione e con gli assassini che si nascondono dietro la tessera del partito e si mascherano da bolscevichi.

2. L'accerchiamento capitalistico
Quali sono questi fatti che i compagni del nostro partito hanno dimenticato, o semplicemente non hanno notato?
Essi hanno dimenticato che il potere sovietico ha vinto solo in una sesta parte del mondo, che cinque sesti del mondo costituiscono il dominio degli stati capitalistici. Essi hanno dimenticato che l'Unione Sovietica si trova in una situazione di accerchiamento capitalistico. Si è soliti, tra noi, chiacchierare di accerchiamento capitalistico, ma non si vuol riflettere su che cosa è l'accerchiamento capitalistico. L'accerchiamento capitalistico non è una frase vuota, è un fenomeno molto reale e sgradevole. L'accerchiamento capitalistico significa che vi è un paese, l'Unione Sovietica, che ha instaurato in casa sua l'ordine socialista e vi sono, inoltre, molti paesi - paesi borghesi - i quali continuano a condurre un modo di vita capitalistico e circondano l'Unione Sovietica, aspettando l'occasione per gettarsi su di essa, schiacciarla, o, in ogni caso, scalzare la sua potenza e indebolirla.
Questo fatto fondamentale, i nostri compagni l'hanno dimenticato. E invece è proprio esso che determina la base dei rapporti reciproci tra il mondo capitalistico che circonda l'Unione Sovietica.
Prendiamo, per esempio, gli stati borghesi. Gli ingenui possono pensare che tra di essi, in quanto stati dello stesso tipo, esistano eclusivamente dei buoni rapporti. Ma solo gli ingenui possono pensare così. In realtà, i rapporti tra di essi sono più che lontani dall'essere rapporti di buon vicinato. è dimostrato, come due e due fanno quattro, che gli stati borghesi spediscono l'uno all'altro nelle retrovie, le loro spie, i sabotatori, gli agenti di diversione, delle volte anche degli assassini, e danno a questi elementi il compito di infiltrarsi nelle amministrazioni e nelle aziende di questi stati, di crearvi la loro rete e "in caso di necessità'', di disorganizzare le loro retrovie per indebolirli e sclzare la loro potenza. Così è nel momento attuale. Così era anche nel passato. Si prendano, per esempio, gli stati dell'Europa al tempo di Napoleone I. La Francia formicolava allora di spie e di agenti inviati dai russi, dai tedeschi, dagli austriaci, dagli inglesi. E reciprocamente, l'Inghilterra, gli stati della Germania, l'Austria, la Russia avevano allora nelle loro retrovie una quantità non minore di spie e di agenti di diversione inviati dalla Francia. Gli agenti dell'Inghilterra due volte organizzarono un attentato contro la vita di Napoleone e diverse volte fecero insorgere i contadini della Vandea in Francia contro il governo di Napoleone. E cosa rappresentava il governo di Napoleone? Un governo borghese, il quale soffocò la rivoluzione francese e conservò solo quei risultati della rivoluzione che eran vantaggiosi per la grande borghesia. Non c'è bisogno di dire che il governo di Napoleone non restava in debito con i suoi vicini e che esso pure prendeva le sue misure di diversione. Così avveniva nel passato 130 anni fa. E così avviene adesso 130 anni dopo Napoleone I. Adesso la Francia e l'Inghilterra formicolano di spie e di agenti di diversione tedeschi e reciprocamente in Germania, a loro volta, si muovono le spie e gli agenti di diversione anglo-francese. L'America è piena di spie e agenti di diversione giapponesi e il Giappone di spie e agenti di diversione americani.
Tale è la legge dei rapporti reciproci tra gli stati borghesi.
Si chiede: perché gli stati borghesi dovrebbero comportarsi verso lo stato socialista sovietico in modo più mite e avere con esso rapporti di migliore vicinato che con gli stati borghesi dello stesso loro tipo? Perché essi dovrebbero spedire nelle retrovie dell'Unione Sovietica meno spie, sabotatori, agenti di diversione ed assassini di quanto essi non ne spediscano nelle retrovie degli stati borghesi loro parenti? Cosa vi autorizza a pensare una cosa simile? Non è più giusto supporre, dal punto di vista del marxismo, che nelle retrovie dell'Unione Sovietica gli stati borghesi debbano inviare due o tre volte più sabotatori, agenti di diversione e assassini, che nelle retrovie di qualsiasi stato borghese?
Non è chiaro che, finché esiste l'accerchiamento capitalistico, esisteranno da noi dei sabotatori, delle spie, degli agenti di diversione e degli assassini, inviati nelle nostre retrovie dagli agenti degli stati stranieri?
I compagni del nostro partito hanno dimenticato tutto questo, e avendo dimenticato questo, sono stati presi alla sprovvista.
Ecco perché il lavoro di spionaggio e di diversione degli agenti trotzkisti della polizia politica tedesco-giapponese è stato per certi compagni una sorpresa completa.

3. Il trotzkismo del giorno d'oggi
Andiamo avanti. Conducendo la lotta contro gli agenti trotzkisti, i compagni del nostro partito non hanno notato, si sono lasciati sfuggire che il trotzkismo del giorno d'oggi non è più quello che era, diciamo, sette o otto anni fa, che il trotzkismo e i trotzkisti hanno subito durante questo tempo un'evoluzione seria, che ha radicalmente cambiato il volto del trotzkismo, i metodi di lotta contro di esso, devono essere radicalmente cambiati. I compagni del nostro partito non hanno notato che il trotzkismo ha cessato di essere una corrente politica in seno alla classe operaia, com'era sette o otto anni fa: il trotzkismo si è trasformato in una banda cinica e senza principi di sabotatori, agenti di diversione, spie e assassini che agiscono per incarico degli organi di spionaggio degli stati stranieri.
Che cos'è una corrente politica in seno alla classe operaia? Una corrente politica in seno alla classe operaia è un gruppo o un partito che ha una propria fisionomia politica determinata, una piattaforma, un programma, che non nasconde e non può nascondere le sue opinioni alla classe operaia, ma, al contrario, fa propaganda delle sue opinioni apertamente e onestamente davanti alla classe operaia, non teme di mostrare alla classe operaia la sua figura politica, non teme di mostrare e far conoscere alla classe operaia i suoi scopi e compiti effettivi, ma al contrario si presenta davanti alla classe operaia a viso aperto, per convincerla della giustezza delle proprie opinioni. Il trotzkismo, nel passato, sette o otto anni fa, era una di queste correnti politiche in seno alla classe operaia, una corrente antileninista, è vero, e perciò profondamente erronea, ma tuttavia una corrente politica.
Si può dire che il trotzkismo del giorno d'oggi, il trotzkismo, diciamo, dell'anno 1937 sia una corrente politica in seno alla classe operaia? No, questo non lo si può dire. Perché? Perché i trotzkisti del giorno d'oggi temono di mostrare alla classe operaia la loro vera faccia, temono di svelare i loro scopi e compiti veri, nascondono con cura alla classe operaia la loro fisionomia politica nella tema che, se la classe operaia venga a conoscere le loro effettive intenzioni, li maledica come gente estranea e li cacci dal suo seno. Così veramente si spiega perché il metodo fondamentale di lavoro dei trotzkisti non consista oggi nella propaganda aperta e onesta delle loro opinioni tra la classe operaia, ma consista nel coprire di una maschera le opinioni proprie, nell'esaltare in modo servile e piatto le opinioni degli avversari, nel denigrare in modo farisaico e trascinare nel fango le proprie idee.
Nel processo del 1936, se ricordate, Kamenev e Zinoviev negarono decisamente di avere una piattaforma politica qualsiasi. Essi avevano tutte le possibilità di sviluppare al processo la loro piattaforma politica. è fuori dubbio che, negando di avere una piattaforma, essi mentivano. Adesso perfino i ciechi vedono che essi avevano una loro piattaforma politica. Ma perché essi negarono di avere una piattaforma politica qualsiasi? Perché avevano paura di mostrare il loro volto politico, avevano paura di mettere in mostra la loro vera piattaforma che consiste nella restaurazione del capitalismo nell'Urss, nella tema che una simile piattaforma sollevasse il disgusto nella classe operaia.
Nel processo del 1937, Piatakov, Radek, e Sokolnikov si sono messi su un'altra strada. Essi non hanno negato che i trotzkisti e gli zinovievisti avessero una piattaforma politica. Hanno riconosciuto di avere una piattaforma politica determinata, l'hanno riconosciuta e sviluppata nelle loro dichiarazioni. Ma l'hanno sviluppata non per chiamare la classe operaia, per chiamare il popolo a sostenere la piattaforma trotzkista, ma per maledirla e bollarla come una piattaforma antipopolare e antiproletaria. La restaurazione del capitalismo, la liquidazione dei kolkhoz e dei sovkhoz, la restaurazione del sistema dello sfruttamento, l'alleanza con le forze fasciste della Germania e del Giappone per affrettare la guerra contro l'Unione Sovietica, la lotta per la guerra e contro la politica di pace, lo smembramento territoriale dell'Unione Sovietica offrendo l'Ucraina ai tedeschi e il litorale ai giapponesi, la preparazione della disfatta militare dell'Unione Sovietica in caso che essa sia attaccata dagli stati nemici e, come mezzo per raggiungere questi obbiettivi, il sabotaggio, la diversione, il terrore individuale contro i dirigenti del potere sovietico, lo spionaggio a favore delle forze fasciste giapponesi e tedesche - tale è la piattaforma politica del trotzkismo al giorno d'oggi, sviluppata da Piatakov, Radek e Sokolnikov. Si capisce che i trotzkisti non potevano non nascondere tale piattaforma al popolo e alla classe operaia. Ed essi non la nascosero soltanto alla classe operaia, ma anche alla massa trotzkista e non solo alla massa trotzkista, ma perfino al piccolo nucleo dirigente trotzkista, composto di un gruppetto di 30-40 persone. Quando Radek e Piatakov chiesero a Trotzki il permesso di convocare una piccola conferenza di trotzkisti di 30-40 persone per informarle sul carattere di questa piattaforma, Trotzki proibì la cosa, dicendo che non era opportuno parlare del vero carattere della piattaforma neanche in un piccolo gruppo di trotzkisti, perché una simile "operazione'' poteva provocare la scissione.
"Uomini politici'' che nascondono le loro opinioni, la loro piattaforma, non solo alla classe operaia, ma anche alla massa trotzkista e non solo alla massa trotzkista, ma anche al piccolo nucleo trotzkista dirigente: tale è la fisionomia del trotzkismo d'oggi.
Ma da ciò deriva che il trotzkismo del giorno d'oggi non si può più chiamare una corrente politica in seno alla classe operaia.
Il trotzkismo del giorno d'oggi non è una corrente politica in seno alla classe operaia, ma una banda senza principi e senza idee, di sabotatori, di agenti di diversione e di spionaggio, di spie e di assassini, una banda di nemici giurati della classe operaia, che agiscono al soldo dei servizi di spionaggio degli stati stranieri.
Tale è il risultato incontrovertibile dell'evoluzione del trotzkismo negli ultimi sette-otto anni.
Tale è la differenza tra il trotzkismo nel passato e il trotzkismo nel presente.
L'errore dei compagni del nostro partito è di non aver notato questa profonda differenza tra il trotzkismo nel passato e il trotzkismo nel presente. Essi non hanno notato che già da molto tempo i trotzkisti hanno cessato di essere delle persone che hanno delle idee, che i trotzkisti già da molto tempo si sono trasformati in malandrini da strada maestra, capaci di qualsiasi infamia, capaci di qualsiasi cosa abominevole, fino allo spionaggio e al diretto tradimento della propria patria, pur di colpire lo stato sovietico e il potere sovietico. Essi non hanno notato questo e perciò non hanno saputo riorganizzarsi a tempo per condurre la lotta contro i trotzkisti in modo nuovo, più deciso.
Ecco perché le ignominie dei trotzkisti negli ultimi anni sono state per certi compagni del nostro partito una sorpresa completa.
Andiamo avanti. Infine, i compagni del nostro partito non hanno notato che tra gli attuali sabotatori e agenti di diversione, tra i quali gli agenti trotzkisti del fascismo hanno un ruolo abbastanza attivo, da una parte, e i sabotatori e agenti di diversione del periodo di Sciakhti, dall'altra parte, vi è una differenza sostanziale.
In primo luogo, i sabotatori di Sciakhti e quelli del partito industriale erano gente che ci era del tutto estranea. Erano in gran parte degli ex-padroni di fabbriche, degli ex-dirigenti presso i vecchi padroni, degli ex-soci delle vecchie società per azioni, oppure semplicemente dei vecchi specialisti borghesi, politicamente ostili a noi in modo aperto. Nessuno dei nostri aveva dei dubbi sulla vera faccia politica di questi signori, e gli stessi sabotatori di Sciakhti non nascondevano la loro ostilità verso il sistema sovietico.
Lo stesso non si può dire dei sabotatori e agenti di diversione del giorno d'oggi, dei trotzkisti. I sabotatori e agenti di diversione del giorno d'oggi, i trotzkisti, sono in gran parte gente di partito, gente che ha la tessera del partito in tasca, quindi gente formalmente non estranea. Se i vecchi sabotatori andavano contro i nostri uomini, i nuovi sabotatori, al contrario, strisciano davanti ai nostri uomini, adulano i nostri uomini, ricorrono alla piaggeria davanti ad essi, per conquistare la loro fiducia. La differenza, come vedete, è sostanziale.
In secondo luogo la forza dei sabotatori di Sciakhti e del partito industriale consisteva nel fatto che essi possedevano in misura più o meno grande le conoscenze tecniche necessarie, mentre i nostri uomini, non avendo simili conoscenze, erano obbligati ad apprendere da essi. Questa circostanza dava ai sabotatori del periodo di Sciakhti un grande vantaggio, dava loro la possibilità di sabotare liberamente e senza ostacoli, dava loro la possibilità di ingannare i nostri uomini sul terreno tecnico. Con i sabotatori del giorno d'oggi, con i trotzkisti, le cose stanno diversamente. I sabotatori del giorno d'oggi non hanno nessuna superiorità tecnica sui nostri uomini. Al contrario, tecnicamente i nostri uomini sono più preparati dei sabotatori del giorno d'oggi, i trotzkisti. Dal periodo di Sciakhti sino ad oggi sono cresciute delle decine di migliaia di veri quadri bolscevichi tecnicamente istruiti. Si potrebbero citare a migliaia e decine di migliaia i dirigenti bolscevichi tecnicamente istruiti in confronto dei quali tutti questi Piatakov e Livscitz, Scestov e Boguslavski, Muralov e Drobnis sono dei vuoti chiacchieroni e dei principianti dal punto di vista della preparazione tecnica. In che consiste allora la forza dei sabotatori del giorno d'oggi, dei trotzkisti? La loro forza consiste nella tessera del partito, nel possesso della tessera del partito. La loro forza consiste nel fatto che la tessera del partito conferisce loro la fiducia politica e apre loro l'accesso a tutte le nostre istituzioni e organizzazioni. Il loro vantaggio consiste nel fatto che avendo la tessera del partito e fingendosi amici del potere sovietico, essi hanno ingannato i nostri uomini sul terreno politico, hanno abusato della loro fiducia, hanno sabotato silenziosamente e fatto conoscere i nostri segreti statali ai nemici dell'Unione Sovietica. Il "vantaggio'' è discutibile per il suo valore politico e morale, ma è sempre un "vantaggio''. Con questo vantaggio, si spiega veramente la circostanza che i sabotatori trotzkisti, avendo la tessera del partito, potendo accedere a tutti i posti delle nostre istituzioni e organizzazioni, sono stati una cuccagna per gli organi di spionaggio degli stati stranieri.
L'errore di certi compagni del nostro partito consiste nel non aver notato, nel non aver compreso tutta questa differenza tra i vecchi e i nuovi sabotatori, tra quelli di Sciakhti e i trotzkisti, e, non avendo notato questa differenza, nel non aver saputo riorganizzarsi a tempo per lottare in modo nuovo contro i nuovi sabotatori.
4. Le ombre dei successi economici
Tali sono i fatti fondamentali relativi alla nostra situazione internazionale e interna che molti compagni del nostro partito hanno dimenticato oppure non hanno notato.
Ecco perché i nostri uomini sono stati colti alla sprovvista dagli avvenimenti degli ultimi anni per quanto riguarda il sabotaggio e la diversione.
Si può chiedere: ma perché i nostri uomini non hanno notato tutto questo, perché essi hanno dimenticato tutto questo?
Da che parte vengono tutta questa dimenticanza, questa cecità, questa noncuranza, questa bonomia?
Non è forse questo un vizio organico nel lavoro dei nostri uomini?
No, non è un vizio organico. è un fenomeno passeggero che può essere rapidamente liquidato mediante un certo sforzo da parte dei nostri uomini.
Di che si tratta allora?
Si tratta del fatto che i compagni del nostro partito negli ultimi anni sono stati completamente assorbiti dal lavoro economico, sono stati estremamente entusiasmati dai successi economici e, entusiasmati da tutto questo, hanno dimenticato tutte le altre cose, hanno lasciato andare tutto il resto.
Si tratta del fatto che, entusiasmati dai successi economici, essi hanno cominciato a vedere in essi il principio e la fine di tutto e hanno semplicemente smesso di prestare attenzione a cose come la situazione internazionale dell'Unione Sovietica, l'accerchiamento capitalista, il rafforzamento del lavoro politico del partito, la lotta contro i sabotatori ecc., considerando che tutte queste questioni hanno un'importanza di secondo e perfino di terzo grado.
I successi e le realizzazioni sono, certamente, una gran cosa. I nostri successi nel campo dell'edificazione socialista sono effettivamente enormi. Ma i successi, come tutte le cose di questo mondo, hanno anche le loro ombre. Tra gli uomini poco rotti alla politica, i grandi successi e le grandi realizzazioni non di rado generano noncuranza, bonomia, vanità, eccessiva fiducia in se stessi, presunzione, millanteria. Non potete negare che negli ultimi tempi da noi i rodomonti sono sorti un po' dappertutto. Non c'è da meravigliarsi se in questa situazione di grandi e veri successi nel campo dell'edificazione socialista sorge la tendenza alla millanteria, se sorge la tendenza a mettere in parata i nostri successi, a sottovalutare le forze dei nostri nemici, e sopravvalutare le nostre forze, e, come conseguenza di tutto ciò, appare la cecità politica.
Qui devo dire alcune parole sui pericoli legati ai successi, sui pericoli legati alle realizzazioni.
I pericoli legati alle difficoltà li conosciamo per esperienza. Già da parecchi anni conduciamo una lotta contro questo genere di pericoli, e, bisogna dirlo, non senza successo. I pericoli legati alle difficoltà generano non di rado negli uomini che mancano di fermezza degli stati d'animo di scoramento, di sfiducia nelle proprie forze, degli stati d'animo di pessimismo. E, reciprocamente, là dove si tratta di vincere i pericoli che provengono dalle difficoltà, gli uomini si forgiano nella lotta e ne escono dei veri bolscevichi, duri come il marmo. Tale è la natura dei pericoli legati alle difficoltà. Tali sono i risultati della vittoria sulle difficoltà.
Ma vi è un altro genere di pericoli, pericoli legati ai successi, pericoli legati alle realizzazioni. Sì, sì, compagni, pericoli legati ai successi, alle realizzazioni. Questi pericoli consistono nel fatto che negli uomini non molto rotti alla politica e che non hanno una grande esperienza, l'ambiente dei successi - un successo dopo l'altro, una realizzazione dopo l'altra, i piani superati l'uno dopo l'altro - crea uno stato d'animo di noncuranza e di vanità, crea una atmosfera di parate solenni e di saluti reciproci che uccidono il senso della misura e attutiscono il senso politico, che smobilitano gli uomini e li spingono a riposare sugli allori.
Non c'è da meravigliarsi se in questa atmosfera di vanteria e di presunzione da far diventare stupidi, in quest'atmosfera di parate e di numerosi autoincensamenti, gli uomini dimenticano alcuni fatti essenziali, aventi un'importanza di prim'ordine per i destini del nostro paese, gli uomini cominciano a non accorgersi di fatti sgradevoli come l'accerchiamento capitalistico, le nuove forme di sabotaggio, i pericoli legati con i nostri successi ecc. L'accerchiamento capitalistico? Ma è una sciocchezza! Che importanza può avere un accerchiamento capitalistico, se noi realizziamo e superiamo i nostri piani economici? Nuove forme di sabotaggio, lotta contro il trotzkismo? Son tutte fesserie! Che importanza possono avere tutte queste piccolezze, quando noi realizziamo e superiamo i nostri piani economici? Lo statuto del partito, l'eleggibilità degli organi del partito, il dovere dei dirigenti del partito di rendere conto alla massa degli iscritti al partito? C'è proprio bisogno di tutto questo? Vale la pena di perder tempo con queste piccolezze, se la nostra economia si sviluppa e la situazione materiale degli operai e dei contadini migliora sempre più? Son tutte fesserie! I piani li sorpassiamo, il nostro partito non è cattivo, il comitato centrale del partito pure non è cattivo; cosa diavolo ci occorre ancora? A Mosca, nel comitato centrale del partito, c'è veramente della gente strana: si inventano i problemi, parlano di sabotaggio, non dormono loro e non lasciano dormire gli altri...
Eccovi un esempio evidente che mostra con quale facilità e "semplicità'' certi nostri compagni inesperti si ammalano di cecità politica per essersi lasciati entusiasmare dai successi economici sino a perderne la testa.
Tali sono i pericoli legati ai successi, alle realizzazioni.
Tali sono le ragioni per cui i compagni del nostro partito, entusiasmati dai successi economici, hanno dimenticato fatti di carattere internazionale e interno aventi un'importanza essenziale per l'Unione Sovietica, e non hanno notato tutta una serie di pericoli che circondano il nostro paese.
Tali sono le radici della nostra noncuranza, dimenticanza, bonomia, cecità politica.
Tali sono le radici delle lacune nel nostro lavoro economico e nel lavoro del partito.
5. I nostri compiti
Come liquidare queste lacune del nostro lavoro? Che fare per riuscirvi? è necessario realizzare le misure seguenti:
1) E' necessario, prima di tutto, indirizzare l'attenzione dei compagni del nostro partito, tutti presi dalle "questioni correnti'' di questa o quella amministrazione, verso le grandi questioni politiche di carattere internazionale e interno.
2) E' necessario elevare il lavoro politico nel nostro partito alla dovuta altezza ponendo in primo piano il compito dell'istruzione politica e dell'educazione bolscevica dei quadri del partito, dei quadri delle organizzazioni sovietiche ed economiche.
3) Bisogna spiegare ai compagni del nostro partito che i successi economici, l'importanza dei quali è indiscutibilmente molto grande e per i quali noi continueremo a lottare, giorno per giorno, anno per anno, non esauriscono affatto tutta l'opera della nostra edificazione socialista.
Spiegare che le ombre legate ai successi economici e che si esprimono nella vanità, nella noncuranza, nell'indebolimento del senso politico, possono essere liquidate solo nel caso che i successi economici vadano di pari passo con i successi della edificazione del partito e con lo sviluppo del lavoro politico del nostro partito.
Spiegare che gli stessi successi economici, la loro solidità e durata dipendono interamente e completamente dai successi del lavoro organizzativo e politico del partito, che senza questa condizione i successi economici possono risultare costruiti sulla sabbia.
4) E' necessario ricordare e non dimenticare mai che l'accerchiamento capitalistico è il fatto fondamentale che determina la situazione internazionale dell'Unione Sovietica.
Ricordare e non dimenticare mai che fino a quando esisterà l'accerchiamento capitalistico, vi saranno dei saboatori, degli agenti di diversione, delle spie, dei terroristi inviati nelle retrovie dell'Unione Sovietica dagli organi di spionaggio degli stati stranieri, ricordare questo e condurre una lotta contro quei compagni che non apprezzano nel modo dovuto l'importanza del fatto dell'accerchiamento capitalistico, che non apprezzano nel modo dovuto le forze e l'importanza del sabotaggio.
Spiegare ai compagni del nostro partito che nessun successo economico, per quanto grande, può annullare il fatto dell'accerchiamento capitalistico e le conseguenze che derivano da questo fatto.
Prendere le misure necessarie affinché i nostri compagni, i bolscevichi membri del partito e senza partito abbiano la possibilità di prendere conoscenza degli scopi e degli obiettivi, della pratica e della tecnica del lavoro di sabotaggio, di diversione e di spionaggio che viene svolto dagli organi di spionaggio stranieri.
5) E' necessario spiegare ai compagni del nostro partito che i trotzkisti, i quali sono agenti attivi del lavoro di diversione, di sabotaggio e di spionaggio degli organi di spionaggio stranieri, già da molto tempo hanno cessato di essere una corrente politica in seno alla classe operaia, che essi già da molto tempo hanno smesso di servire qualsiasi idea compatibile con gli interessi della classe operaia e si sono trasformati in una banda senza principi e senza idee di sabotatori, agenti di diversione, spie, assassini, i quali lavorano al soldo degli organi di spionaggio stranieri.
Spiegare che nella lota contro il trotzkismo del giorno d'oggi sono necessari oggi non i vecchi metodi, i metodi della discussione, ma dei metodi nuovi: è necessario estirpare e distruggere.
6) E' necessario spiegare ai compagni del nostro partito la differenza tra i sabotatori del giorno d'oggi e i sabotatori del periodo di Sciakhti, spiegare che se i sabotatori del periodo di Sciakhti ingannavano i nostri uomini sul territorio tecnico, approfittando della loro arretratezza tecnica, i sabotatori del giorno d'oggi, che posseggono la tessera del partito, ingannano i nostri uomini sul terreno della fiducia politica che si ha verso di essi in quanto membri del partito, approfittando della noncuranza politica dei nostri uomini.
è necessario completare la vecchia parola d'ordine della conquista della tecnica, corrispondente al periodo di Sciakhti, con la nuova parola d'ordine dell'educazione politica dei quadri, della conquista del bolscevismo e della liquidazione della nostra credulità politica, parola d'ordine che corrisponde interamente al periodo che attraversiamo attualmente.
Si può chiedere: forse che dieci anni fa, nel periodo di Sciakhti, non si potevano lanciare subito tutte e due le parole d'ordine, e la prima parola d'ordine della conquista della tecnica, e la seconda dell'educazione politica dei quadri? No, non era possibile. Nel partito bolscevico le cose non si fanno così. Nei momenti di svolta del movimento rivoluzionario si lancia sempre una parola d'ordine fondamentale, cruciale, per poter, afferrandosi ad essa, tirare tutta la catena. Lenin ci ha insegnato a far così: trovate l'anello fondamentale della catena del nostro lavoro, afferratevi ad esso per poter, attraverso di esso, tirare tutta la catena e andare avanti. La storia del movimento rivoluzionario dimostra che questa tattica è la sola tattica giusta. Nel periodo di Sciakhti la debolezza dei nostri uomini consisteva nella loro arretratezza tecnica. Allora il punto debole per noi non stava nelle questioni politiche, ma in quelle tecniche. Per quanto riguarda i nostri rapporti politici con i sabotatori di allora, essi erano completamente chiari: erano i rapporti dei bolscevichi con le persone politicamente estranee. Abbiamo liquidato questa nostra debolezza tecnica lanciando la parola d'ordine della conquista della tecnica e educando nel periodo trascorso decine e centinaia di migliaia di quadri bolscevichi tecnicamente istruiti. Un'altra cosa è oggi, quando abbiamo già dei quadri bolscevichi tecnicamente ferrati e quando agiscono in qualità di sabotatori delle persone non apertamente estranee, delle persone che per giunta non hanno nessuna superiorità tecnica sui nostri uomini, ma posseggono la tessera del partito e utilizzano tutti i diritti di membri del partito. Adesso la debolezza dei nostri uomini non sta nell'arretratezza tecnica, ma nella noncuranza politica, nella fiducia cieca negli uomini che per caso hanno ricevuto la tessera del partito, nella mancanza di un controllo degli uomini non sulla base delle loro dichiarazioni politiche, ma sulla base dei risultati del loro lavoro. Adesso la questione cruciale per noi non sta nella liquidazione dell'arretratezza tecnica dei nostri quadri, poiché questa arretratezza è fondamentalmente già liquidata, ma sta nella liquidazione della noncuranza politica e della credulità politica verso i sabotatori che per caso hanno ricevuto la tessera del partito.
Tale è la differenza radicale che passa tra la questione cruciale della lotta per i quadri nel periodo di Sciakhti e la questione cruciale del periodo attuale.
Ecco perché non si potevano né dovevano lanciare tutte e due le parole d'ordine nello stesso tempo, la parola d'ordine della conquista della tecnica, e la parola dell'educazione politica dei quadri.
Ecco perché la vecchia parola d'ordine della conquista della tecnica deve oggi essere completata dalla nuova parola d'ordine della conquista del bolscevismo, della educazione politica dei quadri e della liquidazione della nostra noncuranza politica.
7) E' necessario demolire e buttare a mare la putrida teoria secondo la quale ad ogni passo in avanti che facciamo, la lotta di classe da noi dovrebbe affievolirsi sempre più, secondo la quale, nella misura che otteniamo dei successi, il nemico di classe diventerebbe sempre più mansueto.
Questa non è solo una teoria putrida, ma anche una teoria pericolosa perché addormenta i nostri uomini, li fa cadere in trappola, mentre dà la possibilità al nemico di classe di riordinare le sue forze per la lotta contro il potere sovietico.
Al contrario, quanto più andremo avanti, quanti più successi avremo, tanto più i residui delle vecchie classi sfruttatrici distrutte diventeranno feroci, tanto più rapidamente essi ricorreranno a forme di lotta più acute, tanto più essi cercheranno di colpire lo stato sovietico, tanto più essi ricorreranno ai mezzi di lotta più disperati come agli ultimi mezzi di chi è condannato a morire.
Bisogna tener conto del fatto che i residui delle classi distrutte nell'Urss non sono isolati. Essi hanno l'appoggio diretto dei nostri nemici al di là delle frontiere dell'Urss. Sarebbe errato pensare che la sfera della lotta di classe sia racchiusa entro le frontiere dell'Urss. Se la lotta di classe si svolge per una parte nel quadro dell'Urss, per un'altra parte essa si estende entro i confini degli stati borghesi che ci circondano. I residui delle classi distrutte non possono non saperlo. E appunto perché lo sanno, essi continueranno anche nell'avvenire i loro tentativi disperati.
Questo ci insegna la storia. Questo ci insegna il leninismo. Bisogna ricordare tutto questo e stare in guardia.
8) E' necessario demolire e buttare a mare l'altra teoria putrida, secondo la quale non sarebbe un sabotatore colui che non sabota sempre e che almeno una volta tanto ha dei successi nel suo lavoro.
Questa strana teoria prova l'ingenuità dei suoi autori. Nessun sabotatore farà sempre del sabotaggio, se non vuol essere smascherato nel più breve periodo di tempo. Al contrario, il vero sabotatore deve ogni tanto dimostrare di avere dei successi nel suo lavoro, perché questo è l'unico modo, per lui, di tenersi a galla, di conquistarsi la fiducia e continuare il suo lavoro di sabotaggio.
Penso che questa questione è chiara e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.
9) è necessario demolire e buttare a mare una terza putrida teoria, la quale dice che il sabotaggio e le conseguenze del sabotaggio sono ridotti a nulla dalla sistematica realizzazione dei piani economici.
Una teoria simile può perseguire un solo scopo, quello di solleticare l'amor proprio professionale dei nostri dirigenti, di tranquillizzarli e indebolire la loro lotta contro il sabotaggio. Cosa significa: "realizzazione sistematica dei nostri piani economici''?
In primo luogo è dimostrato che tutti i nostri piani economici sono dei piani ridotti perché non tengono conto delle enormi riserve e possibilità latenti in seno alla nostra economia nazionale.
In secondo luogo la realizzazione sommaria dei piani economici da parte dei commissariati del popolo nel loro complesso, non significa ancora che i piani siano realizzati anche per certe branche molto importanti dell'economia nazionale.
In terzo luogo, è fuori dubbio che se i sabotatori non fossero stati smascherati e cacciati, per quanto riguarda la realizzazione dei piani economici le cose andrebbero ben peggio, e di questo dovrebbero ricordarsi i miopi autori della teoria in questione.
In quarto luogo, i sabotatori di solito svolgono il loro lavoro di sabotaggio essenzialmente non in tempo di pace ma alla vigilia della guerra o durante la guerra stessa. Ammettiamo che noi cominciassimo a lasciarci addormentare dalla putrida teoria della "realizzazione sistematica dei piani economici'' e lasciassimo in pace i sabotatori. Si rappresentano gli autori di questa putrida teoria quale enorme danno procurerebbero al nostro stato i sabotatori in caso di guerra, se noi permettessimo loro di restare in seno alla nostra economia nazionale, all'ombra della putrida teoria della "realizzazione sistematica dei piani economici''?
Non è chiaro che la teoria della "realizzazione sistematica dei piani economici'' è una teoria profittevole per i saboatori?
10) E' necessario demolire e buttare a mare una quarta teoria putrida, la quale dice che il movimento stakhanovista sarebbe il mezzo fondamentale per liquidare il sabotaggio.
Questa teoria è stata inventata per far deviare il colpo contro i sabotatori, con delle chiacchiere rumorose sugli stakhanovisti e sul movimento stakhanovista.
Il compagno Molotov, nel suo rapporto ha citato tutta una serie di fatti, i quali indicano come i sabotatori trotzkisti e non trotzkisti nel bacino di Kuzneck e del Don abusavano della fiducia dei nostri compagni politicamente noncuranti, menavano sistematicamente per il naso gli stakhanovisti, mettevano loro i bastoni tra le ruote, creavano artificialmente tutta una serie di ostacoli per impedire che il loro lavoro avesse successo e riuscirono, alla fine, a disorganizzare il loro lavoro. Cosa possono fare i soli stakhanovisti, se il sabotaggio nella direzione dei grandi lavori di costruzione del bacino del Don, per esempio, aveva creato uno squilibrio a svantaggio dei lavori di preparazione dell'estrazione del carbone, rimasti in ritardo su tutti gli altri lavori? Non è forse chiaro che lo stesso movimento stakhanovista ha bisogno di un aiuto reale da parte nostra contro ogni sorta di macchinazioni dei sabotatori, al fine di poter marciare avanti e adempiere la sua grande missione? Non è forse chiaro che la lotta contro il sabotaggio, la lotta per la liquidazione del sabotaggio, per arginare il sabotaggio è la condizione indispensabile perché il movimento stakhanovista possa svilupparsi in tutta la sua ampiezza?
Penso che questa questione pure è chiara e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.
11) E' necessario demolire e buttare a mare una quinta teoria putrida, la quale dice che i sabotatori trotzkisti non avrebbero più riserve, che essi sarebbero ridotti ai loro ultimi quadri.
Non è vero, compagni. Una simile teoria potevano inventarla soltanto degli uomini ingenui. I sabotatori trotzkisti hanno le loro riserve. Esse consistono innanzi tutto nei residui delle classi sfruttatrici distrutte nell'Urss. Esse consistono in tutta una serie di gruppi e di organizzazioni al di là delle frontiere dell'Urss, ostili all'Unione Sovietica.
Si prenda per esempio la IV internazionale trotzkista contro-rivoluzionaria, composta per due terzi di spie e di agenti di diversione. Forse che non è una riserva? Non è chiaro che questa internazionale delle spie, preparerà dei quadri per il lavoro di spionaggio e di sabotaggio dei trotzkisti?
Oppure si prenda ancora, per esempio, il gruppo dell'avventuriero Schefflo di Norvegia, che ha accolto presso di sé la superspia Trotzki e lo ha aiutato nella sua lotta contro l'Unione Sovietica. Questo gruppo non è forse una riserva? Chi può negare che questo gruppo controrivoluzionario continuerà anche nell'avvenire a prestare dei servizi alle spie e ai sabotatori trotzkisti?
Oppure si prenda ancora per esempio un altro gruppo di un avventuriero della stessa marca di Schefflo, il gruppo Suvarin in Francia. Non è forse una riserva? Si può negare che questo gruppo di avventurieri aiuterà esso pure i trotzkisti nel loro lavoro di spionaggio e di sabotaggio contro l'Unione Sovietica?
E tutti questi signori della Germania, tutti questi Ruth Fischer, Maslov, Urbans, che hanno venduto l'anima e il corpo ai fascisti, non sono forse una riserva per il lavoro trotzkista di spionaggio e di sabotaggio?
Oppure per esempio la famosa banda di scrittori d'America diretta dal noto furfante Eastman, tutti questi briganti della penna, che vivono delle loro calunnie contro la classe operaia dell'Urss, non sono forse una riserva per il trotzkismo?
No, bisogna buttare a mare la putrida teoria secondo la quale i trotzkisti sarebbero ridotti ai loro ultimi quadri.
12) Infine è necessario demolire e buttare a mare ancora una teoria putrida, la quale dice che siccome noi bolscevichi siamo molti, mentre i sabotatori sono pochi, siccome noi bolscevichi siamo sostenuti da decine di milioni di uomini, mentre i sabotatori trotzkisti sono sostenuti da individui isolati o da qualche diecina di individui, per questo noi bolscevichi potremmo anche non prestare nessuna attenzione a questo gruppetto di sabotatori.
è sbagliato, compagni. Questa teoria più che strana è stata inventata per consolare certi nostri compagni dirigenti che sono falliti nel lavoro per la loro incapacità di lottare contro il sabotaggio, è stata inventata per addormentare la loro vigilanza, per lasciarli dormire in pace.
Che i sabotatori trotzkisti siano sostenuti da individui isolati e i bolscevichi da diecine di milioni di uomini, è vero, naturalmente. Ma da ciò non deriva affatto che i sabotatori non possano danneggiare la nostra causa nel modo più serio. Per rovinare e sabotare, non è affatto necessaria una grande quantità di persone. Per costruire il Dnieprostroi bisogna mettere in movimento diecine di migliaia di operai. Ma per farlo saltare bastano forse alcune diecine di persone, non di più. Per vincere una battaglia in guerra possono essere necessari diversi corpi d'armata di soldati rossi. Ma per compromettere questa vittoria al fronte basta che in qualche posto, nello stato maggiore dell'esercito o perfino nello stato maggiore di una divisione, vi siano alcune spie che rubino il piano delle operazioni e lo trasmettano all'avversario. Per costruire un grande ponte ferroviario occorrono delle migliaia di uomini. Ma per farlo saltare, bastano in tutto e per tutto alcune persone. Esempi di questo genere se ne potrebbero citare delle decine e delle centinaia.
Quindi non ci si deve consolare con l'argomento che noi siamo molti e che essi, i sabotatori trotzkisti, sono pochi.
Bisogna riuscire ad ottenere che non vi sia più nemmeno un sabotatore trotzkista nelle nostre file. Così si pone il problema di liquidare le lacune nel nostro lavoro, lacune comuni a tutte le nostre organizzazioni, sia economiche e sovietiche che amministrative e di partito.
Tali sono le misure indispensabili per liquidare queste lacune.
Per quanto riguarda particolarmente le organizzazioni del partito e le lacune del loro lavoro, nel progetto di risoluzione sottoposto al vostro esame si parla in modo abbastanza dettagliato delle misure da prendere per liquidare queste lacune. Penso perciò che non sia necessario dilungarsi qui su questo aspetto del problema.
Vorrei soltanto dire alcune parole sulla questione della preparazione politica e del perfezionamento dei quadri del nostro partito.
Penso che se potessimo, se sapessimo preparare ideologicamente i quadri del nostro partito, dal basso all'alto, e forgiarli politicamente in modo tale che essi fossero in grado di orientarsi facilmente nella situazione interna e internazionale, se sapessimo fare di essi dei leninisti, dei marxisti completamente maturi, capaci di risolvere, senza commettere degli errori seri, i problemi della direzione del paese, noi risolveremmo con ciò i nove decimi di tutti i nostri compiti.
Come stanno le cose per quanto riguarda la composizione degli organi dirigenti del nostro partito?
Vi sono nel nostro partito, se si considerano i suoi dirigenti, circa 3-4 mila dirigenti superiori. Questi sono, io direi, i generali del nostro partito.
Poi vengono 30-40 mila dirigenti intermedi. Sono gli ufficiali del nostro partito.
Infine vi sono circa 100-150 mila dirigenti subalterni. Sono, per così dire, i sottufficiali del nostro partito.
Elevare il livello ideologico e la tempra politica di questi quadri dirigenti, immettere in questi quadri delle forze nuove, che attendono di essere fatte salire, e allargare in tal modo, la composizione dei quadri dirigenti, ecco che cosa bisogna fare.
Cosa è necessario per questo?
Prima di tutto è necessario proporre ai dirigenti del nostro partito, dai segretari delle cellule ai segretari delle organizzazioni del partito di regione e di repubblica, di scegliersi entro un certo periodo due persone, due militanti del partito, capaci di essere i loro veri sostituti. Si può chiedere: e dove trovarli, due sostituti per ognuno; non abbiamo uomini simili, non abbiamo dei militanti adatti a questo lavoro. Non è vero, compagni. Uomini capaci, uomini di talento, ne abbiamo delle diecine di migliaia. Bisogna solo conoscerli e metterli avanti a suo tempo, affinché non restino troppo a lungo nel loro vecchio posto e non comincino a corrompersi. Chi cerca trova.
Andiamo avanti. Per dare una istruzione di partito ed una migliore preparazione ai segretari di cellula è necessario organizzare in ogni centro regionale dei "corsi di partito'', della durata di quattro mesi. A questi corsi bisogna mandare i segretari di tutte le organizzazioni di base del partito (cellule), e poi, quando essi avranno finito i corsi e saranno ritornati al loro posto, i loro sostituti e i più capaci delle organizzazioni di base del partito.
In seguito, per migliorare la preparazione politica dei primi segretari delle organizzazioni di rione bisogna organizzare nell'Urss, diciamo nei dieci centri più importanti, dei corsi leninisti della durata di otto mesi. A questi corsi bisogna mandare i primi segretari delle organizzazioni rionali e circondariali del partito, e poi, quando essi avranno finito i corsi e saranno ritornati al loro posto, i loro sostituti e i membri più capaci delle organizzazioni rionali e circondariali.
Inoltre, per migliorare la preparazione ideologica e perfezionare politicamente i segretari delle organizzazioni di città, è necessario organizzare presso il comitato centrale del PCUS(b) dei corsi di storia e di politica del partito, della durata di sei mesi. A questi corsi bisogna mandare i primi e i secondi segretari delle organizzazioni di città e poi, quando essi avranno finito i corsi e saranno ritornati al loro posto, i membri più capaci delle organizzazioni di città.
Infine è necessario organizzare presso il comitato centrale del PCUS(b) delle conferenze sulle questioni della politica interna e internazionale, della durata di sei mesi. Qui bisogna mandare i primi segretari delle organizzazioni regionali e di territorio e dei comitati centrali dei partiti comunisti nazionali. Questi compagni devono dare, non uno, ma parecchi cambi, che possano sostituire i dirigenti del comitato centrale del nostro partito. Ciò è necessario e ciò deve essere fatto.
Finisco, compagni.
Abbiamo esposto così le lacune principali del nostro lavoro, le lacune che sono comuni a tutte le nostre organizzazioni economiche, amministrative, del partito, e quelle che si riscontrano soltanto nelle organizzazioni del partito in particolare, lacune che vengono utilizzate dai nemici della classe operaia per il loro lavoro di diversione, di sabotaggio, di spionaggio e di terrorismo.
Abbiamo indicato inoltre, le misure fondamentali, indispensabili per liquidare queste lacune e ottenere che gli atti di diversione, di sabotaggio, di spionaggio e di terrore degli agenti trotzkisti-fascisti dei servizi di spionaggio stranieri non ci rechino danni.
Si chiede: possiamo noi realizzare tutte queste misure, abbiamo tutte le possibilità indispensabili a questo scopo?
Indiscutibilmente, possiamo. Possiamo perché abbiamo a nostra disposizione tutti i mezzi indispensabili per realizzare queste misure.
Cosa ci manca? Ci manca una sola cosa: la volontà di liquidare la nostra propria noncuranza, la nostra propria bonomia, la nostra propria miopia politica.
Qui è la chiave di tutto.
Ma forse che noi non sapremo disfarci di questa malattia ridicola e idiota, noi che abbiamo abbattuto il capitalismo, che abbiamo costruito nelle sue grandi linee il socialismo e abbiamo alzato la grande bandiera del comunismo mondiale?
Non abbiamo ragione di dubitare che ci libereremo indiscutibilmente di essa se, naturalmente, lo vorremo. Ce ne libereremo non in modo semplicistico, ma in modo bolscevico, radicalmente.
E allorché ci saremo disfatti di questa malattia idiota, potremo dire con piena sicurezza che non abbiamo paura di nessun nemico né interno, né esterno, che non ci fanno paura i loro colpi, poiché li batteremo nel futuro così come li battiamo attualmente, così come li battemmo nel passato. (Applausi)

Da "Per la conquista del Bolscevismo'', Edizioni di Cultura Sociale, Parigi, 1937.