Vignetta nazista del 1937.
Il comunismo è dipinto come un "criminale sanguinario", mentre i regimi nazista e fascista si autoproclamano guardiani dell'Europa, come del resto recita il titolo in tedesco in alto a sinistra.

Come i nazisti di Hitler e i fascisti di Mussolini
L'Ue vuol mettere fuori legge i partiti comunisti
I partiti revisionisti non ci stanno ma condannano anch'essi i "crimini di Stalin"
L'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha approvato il 25 gennaio, con 99 voti a favore e 42 contrari, una risoluzione presentata dal deputato svedese Goran Lindblad a nome del PPE, che condanna i "crimini del comunismo" equiparando il comunismo stesso al nazismo. Anzi, considerando che nel rapporto che accompagnava la proposta di risoluzione, intitolata "Necessità di una condanna internazionale dei crimini del comunismo", si accredita la cifra di quasi cento milioni di morti causati direttamente o indirettamente dal comunismo, quest'ultimo risulterebbe addirittura, almeno come numero di vittime, di gran lunga peggiore del nazismo.
Era da tempo che la destra europea premeva per imporre una condanna internazionale del comunismo, nell'indifferenza se non con l'acquiescienza dei socialdemocratici del PSE. Un primo tentativo del PPE andò a vuoto due anni fa. Un anno fa fu la volta dell'eurodeputato ed ex presidente della Lituania, Landsbergis, che provò a portare avanti una proposta di messa al bando della falce e martello insieme ai simboli del nazismo; l'iniziativa si è poi arenata per motivi "tecnici", nonostante il compiacente interessamento del commissario Ue Franco Frattini. Il fatto che oggi queste perfide pressioni anticomuniste e fasciste abbiano così facilmente trovato accoglienza nel Consiglio europeo la dice lunga sul clima politico che si sta creando in Europa e nel mondo.
L'obiettivo di questa infame congiura internazionale, infatti, non riguarda solo il passato, sul quale pur si vuole ribaltare il giudizio storico, e non è solo condannare i presunti "crimini del comunismo", sia pure inventati di sana pianta come "i milioni di morti" proclamati ma mai documentati né dimostrati. Il vero obiettivo è più concreto e attuale di ciò, ed è quello di criminalizzare e mettere fuori legge qualunque partito o organizzazione politica, esistente o futura, che si richiami al comunismo, o che comunque lotti per contrastare e abbattere il capitalismo e l'imperialismo e cambiare la società e il mondo.
Non per nulla la risoluzione approvata dal Consiglio europeo individua la fonte dei cosiddetti "crimini" comunisti nella "teoria della lotta delle classi e del principio della dittatura del proletariato". Quindi non si punta il dito solo sui presunti "crimini" di Stalin, Mao, Pol Pot, ecc., come si fa di regola, ma contro le basi stesse del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la lotta di classe e la dittatura del proletariato, considerate già esse stesse criminali e criminogene, e pertanto da condannare, mettere al bando e perseguitare insieme a chiunque le professi. Né più né meno e con le stesse motivazioni di quanto già fecero Hitler e Mussolini contro i partiti e le organizzazioni del movimento operaio.

Lo spettro del comunismo
La risoluzione lamenta infatti che "i partiti comunisti sono legali ed ancora attivi in alcuni paesi, quando a volte non hanno preso neppure le distanze dai crimini commessi in passato da regimi comunisti totalitari". Invece, sottolinea il documento, "il giudizio morale e la condanna dei crimini commessi" sono indispensabili "per evitare che crimini simili si riproducano in futuro" e anche "nell'istruzione delle giovani generazioni". E a questo proposito il documento invita "tutti i partiti comunisti o post-comunisti dei suoi Stati membri che non lo hanno ancora fatto a riesaminare la storia del comunismo ed il loro passato, a prendere chiaramente le distanze dai crimini commessi dai regimi totalitari e condannarli senza ambiguità".
Non ci si lasci qui fuorviare dai riferimenti a partiti e Stati sedicenti comunisti, come i vari partiti neorevisionisti e trotzkisti europei e regimi falso socialisti come Cuba, Vietnam, Corea del Nord o addirittura ultracapitalisti come la Cina. Trattandosi di un documento della destra democristiana, conservatrice e neofascista europea è ovvio che ha tutto l'interesse a dipingerli ancora come "comunisti", come fa propagandisticamente Berlusconi, per compattare intorno a sé la destra borghese, nei confronti dei partiti della "sinistra" borghese, ben sapendo invece che di "comunista" non hanno più assolutamente nulla da tempo. Quello che conta è l'idea della condanna e della messa al bando del comunismo come principio in se stesso, quello che si vuol far passare, soprattutto in rapporto alle giovani generazioni, di cui si riconosce ancora evidentemente il pericolo di subirne il fascino. A questo riguardo nel rapporto di Lindblad si adombra addirittura che "sembrerebbe che un tipo di nostalgia del comunismo sia ancora presente in alcuni paesi, di qui il pericolo che i comunisti riprendano il potere nell'uno o l'altro di questi paesi". È recente tra l'altro la notizia della minaccia di messa fuorilegge di un'organizzazione di "giovani comunisti" nella Repubblica Ceca.
Evidentemente il fantasma del comunismo si aggira ancora per l'Europa, se oltre a tutto ciò, tra le "raccomandazioni" che accompagnavano la proposta di risoluzione (e che non sono state adottate perché nonostante abbiano avuto 85 voti a favore e 50 contro non hanno ottenuto la maggioranza richiesta dei due terzi), c'era quella di richiedere una "condanna internazionale" del comunismo, di lanciare "una campagna pubblica di sensibilizzazione ai crimini commessi dai regimi comunisti totalitari a livello europeo" e di esortare i paesi dell'ex "blocco sovietico" membri del Consiglio europeo a prendere tutta una serie di misure revisionistiche anticomuniste come la "revisione dei manuali scolastici", la dedica di strade, monumenti e giornate commemorative alle "vittime del comunismo" , ad istituire comitati per indagare sui "crimini" dei regimi comunisti, ecc.

Mea culpa dei neorevisionisti e trotzkisti
Un'ultima considerazione va fatta sui partiti neorevisionisti e trotzkisti, che pur opponendosi alla risoluzione hanno concesso ampi spazi alla velenosa iniziativa anticomunista e fascista, riconoscendo i "crimini" del passato e in particolare quelli attribuiti a Stalin. "Non abbiamo aspettato il signor Lindblad per condannare i crimini staliniani - ha detto il deputato neorevisionista francese Francis Wurtz - ma non possiamo accettare l'equiparazione del comunismo con il nazismo".
Stessa musica, anche se da lontano perché non ha deputati nel Consiglio d'Europa, anche i dirigenti revisionisti del PdCI. In un appello ai deputati italiani dell'Unione nel Consiglio per respingere la risoluzione, firmato dal responsabile delle Politiche internazionali, Iacopo Venier, si sottolinea infatti: "Non si pensi che noi del PdCI non vogliamo fare i conti anche con le tragedie immani che hanno portato alla caduta di molti regimi che al socialismo si erano ispirati. Senza quelle tragedie e quegli errori, che hanno avuto spesso come prime vittime proprio sinceri comunisti, non si potrebbe capire la sconfitta storica che abbiamo alle nostre spalle".
Del tutto speculare, e forse ancor peggio, la posizione dei dirigenti riformisti e trotzkisti del PRC. In un fondo su Liberazione del 26 gennaio Rina Gagliardi, dopo aver sbrigato l'iniziativa presa dal Consiglio d'Europa come "una nuova caccia alle streghe" e poco altro, ha dedicato tutto il resto del suo logorroico intervento ad attaccare Stalin e a fare penitenza per le "degenerazioni", il "fallimento" e la "sconfitta" del socialismo, e così via: "Non stiamo accreditando con ciò - si premura infatti di precisare la trotzkista luxemburghiana subito dopo le frettolose critiche alla condanna europea - alcuna giustificazione per la nostra parte: gli errori (e gli orrori) del regime di Stalin sono stati grandi, come le sue degenerazioni (e sono i comunisti del XXI secolo a portarsi addosso, dentro di sé, una ferita non certo rimarginata, un fallimento che pesa sulle nostre battaglie di oggi)". E così finisce per essere scavalcata a sinistra persino dal picconatore neofascista Francesco Cossiga che il 31 gennaio denunciava su quello stesso quotidiano la copertura del mostro nazi-fascista compiuto dalla Ue dando fiato all'inaccettabile equazione comunismo-fascismo.

1 febbraio 2006