Con la direttiva sui rimpatri approvata dal parlamento europeo
Pugno di ferro della Ue verso i clandestini
Votano a favore le destre e gran parte del gruppo socialista. Vergognosa astensione del Pd

Con 369 voti favorevoli, 197 contrari e 106 astensioni il Parlamento europeo ha approvato il 18 giugno il testo della direttiva che "stabilisce norme e procedure comuni da applicarsi negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare". La "direttiva della vergogna", come l'hanno definita alcune Ong e che è stata criticata persino da Onu e Vaticano, prevede la detenzione massima fino a 18 mesi dei migranti, compresi i minori in violazione di trattati e convenzioni internazionali; il fermo con un semplice atto amministrativo che solo successivamente sarà convalidato da un giudice; l'espulsione non solo verso il paese d'origine ma anche in quello di transito; il divieto per gli espulsi di tornare nella Ue per 5 anni. Ai migranti rinchiusi nei lager dei Cpt, ribattezzati Cie (centri di identificazione ed espulsione), non è garantito nemmeno il diritto all'avvocato d'ufficio.
Lo sforzo dei 27 paesi dell'Unione europea nell'uniformare le regole in materia si è concretizzato in un accordo che conferma la politica del pugno di ferro della Ue verso gli immigrati "irregolari" che sarebbero tra i 6 e gli 8 milioni.
Il parlamento europeo non ha cambiato nemmeno una virgola del testo sul quale il consiglio dei ministri degli interni aveva trovato l'accordo a Bruxelles lo scorso 6 giugno e una larga maggioranza ha respinto qualsiasi modifica, la cui approvazione avrebbe portato a una nuova votazione in seconda lettura e di conseguenza a un ritardo nell'approvazione del testo e del via libera all'uso dei 676 milioni di euro già stanziati per i rimpatri per il periodo 2007-2013.
A favore della direttiva sui rimpatri hanno votato le destre, i popolari e gran parte dei liberali, assieme ai socialisti spagnoli e tedeschi. Fra gli astenuti ci sono stati i laburisti britannici e tutta la delegazione del Pd, con l'eccezione di un eurodeputato. Grave il comportamento dei laburisti cui interessava poco il documento dato che non sarà applicato in Gran Bretagna, come in Danimarca e Irlanda che hanno fatto ricorso alla clausola di esclusione e che mantengono tra l'altro la possibilità del fermo a tempo illimitato nei centri temporanei; ancora più grave l'atteggiamento del Pd che di fatto concede il via libera al governo Berlusconi nel modificare in peggio le leggi sui migranti.
Dopo il voto dell'europarlamento gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la normativa e trasferirla nelle leggi nazionali. Il governo Berlusconi era già pronto.

25 giugno 2008