Senza interpellare il parlamento
Il nuovo Mussolini mette a disposizione degli Usa strade, ferrovie, porti e aeroporti
Sarà rafforzato il dispositivo di sicurezza attorno alle basi e alle infrastrutture militari americane in Italia
L'ITALIA E' GIA' IN GUERRA. UNA BASE PER L'AGGRESSIONE IMPERIALISTA ALL'IRAQ

Dopo la concessione delle basi militari italiane e il permesso di sorvolo di tutto il territorio nazionale da parte dei caccia armati americani, il governo guerrafondaio del neoduce Berlusconi ha concesso alle truppe Usa anche l'utilizzo del ``sistema infrastrutturale italiano''. Ciò vuol dire che gli Stati Uniti potranno utilizzare anche i porti, gli aeroporti, ivi compresi quelli civili, e tutta la rete di collegamenti stradali e ferroviari italiani per completare il poderoso schieramento di uomini, mezzi e armamenti nel Golfo Persico facilitando così l'aggressione imperialista all'Iraq. Inoltre anche la disponibilità e l'ospitalità che l'Italia già offre agli Stati Uniti (che dispongono di basi e complessi come quelli di Aviano, Camp Darby e Sigonella) viene ampliata fino a coinvolgere le strutture civili dove, per stessa ammissione del governo, già sono stati rafforzati i controlli e la vigilanza per prevenire attentati.
La gravissima decisione, che di fatto coinvolge direttamente il nostro Paese nell'aggressione imperialista all'Iraq, è stata assunta senza neanche interpellare il parlamento ed è stata comunicata con una semplice missiva, la terza in poche settimane, inviata dal ministro della guerra Antonio Martino ai presidenti delle commissioni Difesa di Camera e Senato, Ramponi e Contestabile. Poche righe per dire che, su richiesta di Washington, sarà rafforzato non solo il dispositivo di sicurezza attorno alle basi e alle infrastrutture militari americane in Italia, ma che è stato concesso agli Stati Uniti anche l'uso delle infrastrutture di trasporto del nostro paese.
Per giustificare queste scellerate decisioni Martino ha affermato che esse ``rientrano nel quadro complessivo degli impegni assunti dall'Italia nell'ambito delle alleanze e degli accordi internazionali'', senza però spiegare quali siano queste intese che giustificano il transito di uomini, mezzi e armamenti su tutto il territorio e lo spazio aereo italiani e diretti in una guerra. Nella sua lettera informativa Martino recita ancora una volta la solita litania e cioè che i preparativi per la guerra altro non sono che una pressione per ``mantenere una credibile ed efficace deterrenza nei confronti del regime iracheno perché collabori attivamente....''.
Sulla bufera scatenata dall'annuncio del ministro della guerra, è subito intervenuto palazzo Chigi che in una nota ha ripetuto le tesi di Martino sostenendo che le decisioni prese permetteranno ``attività contemplate negli accordi con gli alleati, vigenti in conseguenza del Trattato Atlantico, mai posti in discussione ed anzi attivi negli ultimi 50 anni''.
La verità è che il governo del neoduce Berlusconi si è schierato già da tempo al fianco del nuovo Hitler Bush e collabora attivamente e fattivamente ai preparativi per aggredire l'Iraq. Tutto ciò senza nemmeno informare il parlamento.
Con le due precedenti lettere inviate il 9 ed il 28 gennaio Berlusconi e Martino avevano compiuto i primi due passi concedendo la basi e il permesso di sorvolo. Ora con la concessione di tutte le infrastrutture di comunicazione via terra e mare l'Italia diventa una decisiva testa di ponte logistica e militare per l'aggressione imperialista all'Iraq.