Rispondendo al nuovo Hitler che accusava l'Iran di essere "un regime della tirannia... oggi la nazione più pericolosa"
Ahmadinejad: Bush è il nulla
Gli Usa devono combattere, secondo Bush, una "lunga guerra sul fronte militare e quello delle idee" contro la minaccia islamica
Il nuovo Hitler Bush nell'intervento dalla tribuna dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 18 settembre, ha lanciato un nuovo indegno attacco all'Iran, a "un regime della tirannia", ai dirigenti della Repubblica islamica iraniana che tengono botta ai suoi diktat e al desiderio dell'imperialismo americano di normalizzare in particolare il Medio Oriente.
Il precedente attacco all'Iran Bush lo aveva sferrato il 5 settembre parlando a Washington di fronte alla platea delle Associazioni degli ufficiali militari riprendendo i temi di un documento della Casa Bianca sull'aggiornamento della strategia per la guerra al terrorismo. Con un passaggio attaccava la strategia dichiarata da Bin Laden e sentenziava che "Bin Laden e i suoi alleati terroristi hanno chiarito le loro intenzioni come fecero Lenin e Hitler al loro tempo".
Ribadita l'ignobile equazione comunismo uguale nazismo e terrorismo tirava fuori un documento di Al Qaeda trovato dalle forze speciali americane in Iraq (o forse costruito appositamente dai servizi americani) nel quale l'organizzazione terrorista prevedeva la costruzione di strutture governative, scuole e servizi sociali nella provincia di Anbar, dove forte è la resistenza irachena. Un progetto che per Bush voleva dire la costruzione di uno Stato nello Stato come avrebbero a suo dire fatto gli Hezbollah in Libano. Un paragone di comodo per attaccare la resistenza libanese di Hezbollah, "l'organizzazione che ha ucciso più americani dopo Al Qaeda", e per accomunare terrorismo sunnita di Al Qaeda e "terrorismo" sciita degli Hezbollah. Entrambi, il velenoso colpo finale, espressione di una ideologia "islamofascista" che avrebbe le sue origini nella rivoluzione di Khomeini in Iran del 1979. L'Iran "è oggi la nazione più pericolosa", ha concluso Bush.
Ai portavoce della Casa Bianca il compito di precisare alcuni passaggi dell'intervento presidenziale, in particolare riguardo al tema che gli Usa hanno davanti una "lunga guerra" che deve essere combattuta su due fronti "quello militare e quello delle idee". Quella militare deve essere combattuta a colpi di "attacchi preventivi", per impedire la diffusione delle armi di distruzione di massa e per controllare singoli territori; la filosofia che ha portato gli Usa all'aggressione e all'occupazione di Afghanistan e Iraq e in scala minore i sionisti a invadere il Libano. La "guerra delle idee" passerebbe invece attraverso "il rafforzamento delle alleanze e la creazione di istituzioni interne e internazionali" proprio come avvenne durante la cosiddetta guerra fredda per "fronteggiare la minaccia del comunismo" e consentire nel lungo termine "il prevalere della democrazia".
Chiamato all'appello, ha risposto il papa Benedetto XVI con un nuovo attacco a Maometto e all'Islam.
Il provocatorio intervento del nuovo Hitler è invece bollato e liquidato con un "Bush è il nulla" dal presidente iraniano Ahmadinejad che ha lanciato a Bush una nuova sfida per un faccia a faccia all'Onu, per un dialogo diretto che "è il modo migliore per realizzare la pace". La risposta di Bush nel nuovo arrogante attacco all'assemblea dell'Onu.

20 settembre 2006