Lettera aperta all'Associazione nazionale magistrati
TOGHE NAPOLETANE IN RIVOLTA: "NON SI TRATTA COL GOVERNO CHE VUOLE AZZERARE L'INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA''
Tra i primi firmatari Narducci, Albano, Quatrano, Occhiofino, Pennasilico e Sanseverino
CHIEDONO LA CONFERMA DELLO SCIOPERO DELLA MAGISTRATURA IL 6 GIUGNO

Per rispondere al linciaggio a cui sono stati sottoposti in seguito all'ordinanza di arresto contro 8 poliziotti incriminati per le torture e le sevizie inflitte ai manifestanti deportati nella caserma Raniero in occasione della manifestazione anti-global del 17 marzo 2001 a Napoli, una sessantina di magistrati partenopei "autoconvocati'' hanno sottoscritto una "lettera aperta'', consegnata al presidente dell'Associazione nazionale magistrati Antonio Patrono in visita a Napoli con l'intera giunta dell'Anm il 7 maggio, per denunciare la furibonda campagna di aggressione e delegittimazione a cui sono sottoposti da esponenti dei partiti di governo, sindacati di polizia e perfino da alcuni colleghi interni con a capo il procuratore Cordova. Chiedono all'Anm di abbandonare ogni proposito di dialogo col governo finché dura questo clima di scontro e di confermare subito lo sciopero del prossimo 6 giugno contro la riforma del Csm.
"I furibondi attacchi provenienti da esponenti del governo nei confronti dei magistrati - si legge fra l'altro nella lettera - costituiscono un nuovo capitolo della lunga politica di aggressione all'indipendenza della magistratura, ma, al tempo stesso, segnano una novità e sollecitano riflessioni sulla tenuta dello stato di diritto e degli stessi equilibri democratici. A Genova, da subito, membri autorevoli del governo intervennero impropriamente sulla vicenda che aveva determinato la morte di Carlo Giuliani, decidendo addirittura quali erano le cause di giustificazione del presunto reato, ed esponenti della maggioranza affermarono che se i magistrati avessero inteso di accertare responsabilità per violenze e abusi delle forze dell'ordine avrebbero agevolato l'area terroristica ed eversiva''.
Ora a Napoli, aggiungono, "esponenti dei partiti di governo, mentre era addirittura in corso l'esecuzione delle misure coercitive, aprioristicamente, hanno dichiarato che la magistratura sbagliava e che manifestavano solidarietà agli arrestati''...
"Esponenti del governo e della maggioranza hanno espresso netta contrarietà all'indagine, hanno reiteratamente manifestato incondizionata fiducia nella polizia di stato e scarsa fiducia nell'azione dei giudici, hanno avanzato riserve sulla stessa legittimità morale e di giudizio dei magistrati titolari del procedimento. Si è detto che i pubblici ministeri erano mossi unicamente da motivazioni politiche e che erano degli irresponsabili''...
"Addirittura alcuni di questi esponenti hanno personalmente partecipato e, in alcuni casi, guidato le iniziative promosse in tutta Italia da alcuni sindacati di polizia per contestare l'indagine e per richiedere che, nel futuro, anche attraverso nuove norme, non possa più accadere che i magistrati facciano semplicemente ciò che la Costituzione chiede loro di fare: applicare la legge senza distinzioni, in modo eguale per tutti''.
Tutto ciò allo scopo di "schierare le forze di polizia contro la magistratura''.
Dunque "L'Anm non può non condividere il nostro allarme, non può percorrere ancora la strada della trattativa con il ministro della giustizia e il governo. Non esistono più soltanto precise pregiudiziali tecnico-giuridiche per determinarci a revocare la scelta già fatta: deve essere posta con chiarezza anche una condizione politica, cioé che la magistratura associata non può sedere ad un tavolo di trattative mentre la controparte partecipa ad una violenta aggressione che, prendendo a pretesto la vicenda napoletana, punta a conseguire politicamente ciò che si è proposta di fare anche per via legislativa: mortificare la magistratura ed azzerarne l'indipendenza, anche attraverso la strada che alimenta strumentalmente la contrapposizione tra magistratura e forze di polizia''.
Perciò, concludono gli "autoconvocati'', invitiamo l'Anm affinché "ponga con forza questa pregiudiziale, abbandoni subito il tavolo della trattativa e spieghi ai cittadini le ragioni per le quali scioperemo il prossimo 6 giugno''.
Tra i primi firmatari della "lettera'' spiccano i nomi del Pm antiterrorismo Giuseppe Narducci, l'ex segretario di Md Enzo Albano, l'ex Pm del pool "mani pulite'' di Napoli Nicola Quatrano, l'ex presidente del tribunale dei ministri Marco Occhiofino, l'ex consigliere del Csm Sandro Pennasilico e Gloria Sanseverino del pool napoletano che si occupa dei reati contro la persona.