Accordo tra "Calcestruzzi SPA" e Cosa nostra
Appalti truccati per le opere di mezza Italia

Il 27 aprile, nell'ambito di una vasta operazione denominata "Doppio colpo", in Sicilia, Lombardia, Lazio e Abruzzo, carabinieri e Guardia di finanza dei comandi provinciali di Caltanissetta hanno arrestato 14 persone e sequestrato sette aziende siciliane operanti nel settore del movimento terra.
Tra gli arrestati, oltre ad alcuni boss mafiosi accusati di associazione mafiosa e illecita concorrenza con violenza e minaccia, spiccano dirigenti della Calcestruzzi Spa di Bergamo, ai quali sono stati contestati i reati di associazione per delinquere e frode in pubbliche forniture.
Due avvisi di garanzia sono stati invece notificati a Carlo Pesenti, in qualità di legale rappresentante pro tempore di Italcementi spa, e a Mario Colombini, ex amministratore delegato della Calcestruzzi Spa, arrestato il 30 gennaio 2008. 
I due sono indagati dalla Dda nissena per illecita concorrenza con violenza o minaccia, riciclaggio e impiego di denaro o beni di provenienza illecita.
Secondo gli inquirenti, "con l'appoggio della mafia, cui cedeva parte dei maggiori profitti realizzati frodando i propri clienti, ai quali forniva calcestruzzo con minori quantitativi di cemento, l'azienda bergamasca, da più di due anni sotto amministrazione giudiziaria, aveva assunto il monopolio nella fornitura di calcestruzzo in Sicilia".
I boss mafiosi imponevano la fornitura del calcestruzzo prodotto dalla Calcestruzzi Spa alle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici o privati "eliminando scomode concorrenze e consentendo l'espansione dell'azienda bergamasca nel mercato della Sicilia orientale".
In particolare, secondo quanto appurato dalla Dda di Caltanissetta, sarebbero stati i boss mafiosi Giuseppe Madonia, Francesco La Rocca e Giuseppe Giovanni Laurino, tutti e tre già detenuti per associazione mafiosa, ritenuti "esponenti di spicco delle articolazioni nissena e catanese di Cosa nostra", a imporre la fornitura del calcestruzzo.
Mentre i consulenti e i dipendenti della Calcestruzzi Spa sono accusati di "avere creato e utilizzato un sistema informatico per alterare i dati di gestione produttiva del calcestruzzo fornito per appalti pubblici e privati in difformità alle previsioni contrattuali" e "per occultare la scadente qualità del calcestruzzo venduto".
In particolare due ex dipendenti della Calcestruzzi, nella loro qualità di tecnologi, hanno fornito per le commesse relative all'appalto 'Porto Isola-Diga Foranea Gela', "conglomerati composti da un minor quantitativo di cemento e da inerti non idonei per lo stesso impiego".
Nell'ordinanza del Giudice per le indagini preliminari (Gip) Giovambattista Tona c'é anche un'ampia e dettagliata relazione sugli impianti che sono stati realizzati con il cemento impoverito della Calcestruzzi Spa. "Al di là delle valutazioni tranquillizzanti riguardo l'insussistenza di immediati pericoli di crollo nelle opere esaminate - scrive Tona - va evidenziato che non vi è stata opera sottoposta a valutazione dei periti che non abbia rilevato delle anomalie di pure diversa significatività". Il Gip cita ad esempio lo svincolo di Castelbuono e la galleria Cozzo Minneria sull'A20, l'ospedale S. Elia di Caltanissetta, la diga foranea di Gela, la Galleria Cipolla, lungo lo scorrimento veloce per Licata e diverse altre opere per cui i periti hanno ipotizzato il pericoli di crollo come ad esempio "sulla scorrimento 626 Salso III i periti hanno evidenziato valori non accettabili e comunque diversi da quelli rilevati in altre parti dell'opera".

16 giugno 2010