Contro la disparità di trattamento per gay, lesbiche e trans
Appello per l'Europride a Roma

Riceviamo e volentieri pubblichiamo in ampi estratti.

Omofobia, transfobia, discriminazioni, unioni civili, omogenitorialità e matrimonio omosessuale: il Comitato Europride Roma 2011 invita tutti i leader politici ad esprimersi finalmente su come risolvere la disparità di trattamento che vivono i cittadini gay, lesbiche e trans italiani e quelli europei residenti nel nostro Paese.
In Italia i temi della piena parità, della laicità e dell'uguaglianza dei diritti civili di gay, lesbiche e transessuali sono troppo spesso ignorati dai leader di partito e dal dibattito politico e culturale complessivo.
Non accettiamo più il silenzio sui diritti lgbt, quel silenzio che contribuisce a perpetuare il Medioevo dei diritti nel quale è impantanato il nostro Paese. È necessario un Rinascimento dei diritti, lo stesso che ha visto tutti i Paesi europei, ad eccezione di Italia e Grecia, riconoscere la piana cittadinanza e il diritto alla felicità alle persone e alle coppie omosessuali.
Quest'anno, grazie ad Europride, dall'1 al 12 giugno prossimo a Roma, l'Europa ci guarda: è un'occasione che questo Paese, la sua classe politica e tutti i cittadini non possono perdere.
I portavoce di Europride Roma 2011: Rossana Praitano (Circolo Mario Mieli), Paolo Patanè (Arcigay), Porpora Marscasciano (MIT)


Il PMLI aderisce per rivendicare il riconoscimento di tutti i diritti e per affossare le norme discriminatorie

Di seguito il testo dell'adesione del PMLI inviato ai promotori dell'appello per l'Eruopride in data 28 marzo 2011.

Il Partito marxista-leninista italiano (PMLI) aderisce volentieri e in maniera militante alla richiesta di adesione a Europride Roma 2011 inviata a tutti i leader di partito dal Comitato promotore della manifestazione.
Aderiamo per affossare tutte le norme giuridiche e amministrative del regime neofascista che discriminano i rapporti consensuali omosessuali, negandone parità di trattamento in relazione alla sicurezza sociale, all'assicurazione delle malattie, alle prestazioni sociali, al sistema educativo, al diritto professionale, matrimoniale e di successione, al diritto di adozione, alla legislazione sui contratti d'affitto.
Aderiamo per rivendicare il riconoscimento, da parte delle istituzioni dello Stato e amministrative, delle unioni civili e di fatto, comprese quelle tra omosessuali di ambo i sessi. Alle coppie di fatto vanno garantiti gli stessi diritti ascrivibili alle coppie "legali". Tutti i nuclei familiari, comunque costituiti, devono essere considerati alla pari, con gli stessi diritti e gli stessi trattamenti sociali, economici e fiscali.
Occorre favorire chi richiede il cambiamento di sesso, nelle strutture pubbliche e gratuitamente, e il cambio di identità anagrafica. Alle coppie lesbiche, gay, bisessuali e transessuali va garantito pure il diritto di avvalersi gratuitamente in strutture sanitarie pubbliche delle tecniche per la fecondazione assistita e di accedere senza discriminazioni all'istituto delle adozioni e tutti gli altri diritti in materia sociale, assistenziale, lavorativa, previdenziale e ereditaria. Per questo motivo, occorre cancellare dai codici penale e civile ogni norma repressiva e discriminatoria basata espressamente sull'orientamento sessuale.
Occorre tenere presente che nonostante la riforma del 1975, il diritto di famiglia in Italia è ancora un diritto borghese, retrivo e antifemminile, risente fortemente della sua origine nel diritto canonico e della struttura fascista, sostanzialmente immutata, risalente al codice Rocco.
Il principio fondante è comunque quello contenuto nella Costituzione del '48, nel suo articolo 29, che sancisce che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". Sulla base di questo articolo lo Stato riconosce unicamente la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, esclusivamente eterosessuale e preferibilmente indissolubile e prolifico. Esso esclude a priori e giuridicamente i diritti di tutti gli altri tipi di famiglia, da quelle di fatto a quelle gay, allargate, ecc. Con ciò vuole perpetuare un modello di famiglia fondata sulla proprietà privata, l'ereditarietà, la gerarchizzazione interna, la subordinazione della donna e dei figli al marito e al padre.
Occorre quindi lottare per cancellare l'articolo 29 della Costituzione e rimuovere tutte le norme che di fatto lasciano inalterato il potere maritale, la potestà sui figli, le disuguaglianze fra figli legittimi e naturali, la discriminazione e la mancanza di diritti per le coppie di fatto, etero e omosessuali, il divieto di matrimonio, di adozione e di ricorrere alle tecniche di fecondazione artificiale per le coppie gay.
Per quanto riguarda le iniziative del PMLI nei confronti di lgbt, precisiamo agli organizzatori dell'Europride che il nostro Partito non fa parte delle istituzioni rappresentative borghesi, e quindi può solo sostenere e pubblicizzare, attraverso il proprio organo, "Il Bolscevico", il movimento lgbt.
Augurando pieno successo all'Europride Roma 2011, vi inviamo i nostri più amichevoli e solidali saluti.

30 marzo 2011