Corrispondenza dal Messico
ARTE E CULTURA IN MESSICO E NEL MONDO
La globalizzazione (l'imperialismo nella sua peggiore espressione) impone i suoi simboli, le sue manifestazioni culturali e artistiche attraverso una "cultura" tecnologica, di consumo, propagandista e commerciale con una concezione utilitarista della vita umana, dei suoi valori e necessità culturali e artistiche. L'obiettivo attuale è non solo di vendere mercanzia ma anche forme ideologiche e "culturali" che impediscono lo sviluppo umano e negano la produzione artistica accumulata attraverso la storia dell'umanità.
I valori di questa cosiddetta "cultura" sono dei controvalori alla bellezza e all'elevazione, controvalori di espressione mortale degli artisti in questa società che impedisce la visualizzazione di una prospettiva ottimista, umana e progressista.
I paesi colonizzati stanno riducendo e negando la propria produzione artistica e culturale e adottano e imitano le forme imperiali. Nonostante questa tendenza sempre più estesa, restano le espressioni genuine ma in forma molto limitata per la repressione che oggi subiscono in modo molto sottile e altamente tecnologizzato. L'imperialismo controlla e impone con i mass media le forme artistiche autorizzate e mantiene le espressioni classiche al livello di "mera vetrina". Non resta più che un solo punto di vista di queste espressioni come dei concetti, lineamenti e interpretazioni della cultura esistente, distorte nell'interesse dello Stato e del capitale.
In Messico lo Stato sempre più servile agli interessi del capitale straniero deviando dalla strada su cui si è sviluppata la cultura messicana, avvenuta in 3 tappe: preispanico, colonial-meticcio e il movimento nazionalista rivoluzionario (movimento che promosse questo stesso Stato negli anni '20 come eredità della rivoluzione messicana del 1910 con la figura di José Vasconcelos che dette impulso all'arte, alla cultura e all'educazione popolare riscattando i nostri valori in contrapposizione all'imperialismo americano di cui avvertì il pericolo di invasione. Come esempio della sua concezione ricordiamo il simbolo dell'Università nazionale autonoma del Messico sul quale era scritto "Per la mia razza parlerà lo spirito" in contrapposizione alla "razza dei mercanti" come li chiamava. Questo maestro e pensatore è uno dei grandi dell'America Latina che seguirono un'idea bolivariana. Lo Stato messicano oggi segue da una parte questo emblema ma mostra anche un maggior interesse per questa "razza di mercanti"). Nello stesso modo va deviando dalla sua strada il patrimonio culturale mondiale e osa proporre come nazionalismo un oblio completo dell'esistenza di altre nazioni e culture del mondo nel quale il Messico non sta isolato. Questo "nazionalismo" rappresenta un'idea falsa di un Messico più estraneo internamente a se stesso e ai suoi valori culturali e storici e estraneo a tutto il resto. Ciò impone un disinteresse e nessuna preoccupazione della realtà mondiale e della realtà umana.
Dati questi grado e forma di repressione culturale attuale il movimento artistico e culturale internazionale è una importante forma di resistenza e ribellione e un'arma di lotta e sovversione.
Termino commentando con tristezza la notizia della settimana scorsa della nefasta intenzione del governo del neoduce di privatizzare i bellissimi e preziosi tesori artistici dell'Italia evento che occorre denunciare e contro cui occorre lottare. è una intenzione non esclusivamente italiana perché anche in Messico soffriamo fondamentalmente lo stesso assalto contro i nostri tesori archeologici.
Marianne - Città del Messico

Marianne è una ballerina messicana e studia filosofia. Ha conosciuto il PMLI e "Il Bolscevico" casualmente attraverso un manifesto visto sui muri durante una sua visita a Firenze nel settembre dell'anno scorso.
Marianne, assieme ad altre ballerine, ha formato in Messico "un gruppo indipendente di danza che si oppone allo sterminio dei popoli, etnie, culture e promuove manifestazioni artistiche genuine", come ella ci ha scritto.