Perché il Documento dell'Ufficio politico del PMLI sui fatti di Parigi non ha specificato la posizione del Partito sul terrorismo e la religione?

Cari compagni,
siamo d'accordo col Documento dell'Ufficio politico del PMLI sui fatti di Parigi. Ma non era il caso di dire la posizione del Partito sul terrorismo e la religione?
Saluti antimperialisti.
Enrico e Franco, simpatizzanti del PMLI
 
Cari compagni Enrico e Franco,
ci fa molto piacere che siete d'accordo con l'importante Documento dell'Ufficio politico del PMLI che sviluppa la linea antimperialista del Partito sulla base della nuova situazione internazionale.
Secondo noi non era necessario in quell'occasione parlare del terrorismo e della religione perché non era la questione principale da trattare. Bisognava invece concentrare l'attenzione delle masse, manipolate dalla propaganda dei governanti imperialisti e dei loro media, sul fatto che quelle azioni terroristiche facevano parte della “guerra tra gli islamici antimperialisti e l'imperialismo che saccheggia e domina, o cerca di dominare con le armi, i loro Paesi”.
Ma giacché ci siamo, diciamo qualcosa sul terrorismo e la religione. I marxisti-leninisti italiani sono contro il terrorismo individualista e piccolo borghese staccato dalle masse, tipico delle sedicenti “Brigate rosse”, ma non contro il terrorismo che ha l'appoggio delle masse come è avvenuto durante la Resistenza italiana e mondiale contro il fascismo e il nazismo. Il terrorismo degli islamici antimperialisti ha l'appoggio delle masse e rientra nella strategia dei movimenti di cui fanno parte. Una strategia che esporta le azioni terroristiche, o meglio azioni di guerra, fin dentro i Paesi che li combattono con le armi e che causano delle vittime civili, spesso bambini e donne, dei loro popoli. Una strategia che usa anche Hamas che lancia razzi su Israele senza preoccuparsi se finiscono sulle case dei civili. Noi non condividiamo tale strategia, soprattutto non condividiamo gli atti terroristici contro incolpevoli e innocenti civili. Al loro posto agiremmo diversamente, ma non possiamo non prenderne atto. E' legittima difesa, un tentativo di far capire agli aggressori imperialisti che devono abbandonare i loro Paesi per essere lasciati in pace.
Quanto alla religione, non possiamo imporre il nostro ateismo materialista ai credenti di qualsiasi religione, compresa quella islamica. La religione è una questione culturale, filosofica che può essere combattuta solo attraverso la discussione, il confronto e la dialettica. Al contempo occorre abbattere le cause economiche, le ingiustizie sociali, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'esistenza delle classi, il capitalismo e l'imperialismo che generano e alimentano la religione.
In ogni caso gli appoggi non si danno e le alleanze non si fanno, dal nostro punto di vista e nella logica della lotta di classe e della lotta antimperialista, sulla base di motivi religiosi ma esclusivamente politici. Per noi quindi è del tutto secondario che i movimenti antimperialisti siano islamici. Quello che conta è che combattono l'imperialismo. Da qui l'appoggio e il sostegno del PMLI.
Prendiamo esempio da Stalin che durante la seconda guerra mondiale non esitò ad allearsi con la chiesa ortodossa russa per combattere il nazismo. E che non si oppose ai Paesi musulmani che volevano attuare la Sharia, la legge divina dell'islam, nel quadro dell'Urss e del socialismo.
Saluti marxisti-leninisti.

18 febbraio 2015