Mattarella è il padre del progetto F35, quand'era ministro della Difesa dei governi Amato e D'Alema
L'Italia di Renzi e Mattarella acquista tutti i 90 F35

Insieme al pacchetto di misure fasciste “per contrastare il terrorismo” e il rifinanziamento delle aggressioni imperialiste contrabbandate per “missioni internazionali di pace” ivi compreso l'impegno militare italiano contro lo Stato islamico varato il 10 febbraio scorso, il Berlusconi democristiano Renzi sostenuto dal guerrafondaio Mattarella ha confermato il costosissimo e inutile programma di acquisto dei 90 cacciabombardieri da guerra di quinta generazione, i famigerati F35, “fiore all'occhiello” dell'odiosa politica di riarmo militare e delle rinate mire espansionistiche e imperialiste dell'Italia soprattutto nell'area del Mediterraneo.
La notizia è stata diffusa dall'ufficio del Pentagono addetto agli F35 e confermata dai massimi vertici militari italiani con alla testa lo stesso ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che in un tweet ha scritto: "Nessuna conferma, nessuna disdetta. Numero di 90 è stato stabilito dal precedente Governo. Il programma prosegue secondo l'illustrazione data al Parlamento".
Dunque in totale sfregio alla grande mobilitazione popolare con alla testa il movimento No F-35, che il 24 settembre scorso aveva costretto la Camera ad approvare una mozione, primo firmatario il PD Gian Piero Scanu, coordinatore della commissione Difesa di Montecitorio, che impegnava il governo quantomeno a dimezzare la spesa per l'acquisto dei cacciabombardieri; Renzi e Mattarella hanno calzato l'elmetto per portare a termine il progetto di riarmo imperialista dell'Italia avviato dai precedenti governi.
E pensare che appena cinque mesi fa era stato lo stesso Renzi, intervenendo al raduno dei boyscout a San Rossore, ad annunciare demagogicamente che gli F35 "non sono un'arma per costruire la pace... sono inutili". Mentre i mass media del regime neofascista gli reggevano il sacco e esultanti titolavano: “Il PD è per il dimezzamento degli F35”.
In realtà, come avevamo già denunciato a suo tempo, si trattava solo di fumo negli occhi in attesa che il movimento No F-35 abbassasse la guardia per pugnalarlo alle spalle. E purtroppo così è stato. Renzi e Mattarella hanno sfruttato la prima occasione utile, ossia l'approvazione della legge di stabilità 2015, per imporre al parlamento l'approvazione dello stanziamento dei quasi 14 miliardi per l'acquisto dei 90 velivoli da guerra supertecnologici.
E così Renzi e Matterella, con l'avallo di tutta la maggioranza di governo e del PD, tagliano altri 6 miliardi a regioni e enti locali (che a loro volta dovranno cancellare ulteriori servizi sociali e assistenziali per far quadrare i bilanci) mentre i 14 miliardi per gli F35 non vengono toccati.
E non poteva essere altrimenti visto che il padre del progetto F-35 è proprio il nuovo capo dello Stato Mattarella. Fu lui infatti che condusse da vicepremier con delega ai servizi segreti nel governo D'Alema la trattativa che, insieme all’allora ministro della Difesa Carlo Scognamiglio, portò alla firma del Memorandum of Agreement il 23 dicembre 1998. L’intesa di base che ha poi portato alla firma dell’accordo di coproduzione dell’aereo militare che è pesato non poco sulle finanze italiane in questi anni. Il memorandum peraltro ottenne il via definitivo dalle commissioni parlamentari nell’autunno 2000, quando lo stesso Mattarella era ministro della Difesa del governo di Giuliano Amato, succeduto a D’Alema. Un incarico che il guerrafondaio del Quirinale ha sfruttato a dovere per accrescere sulla pelle del popolo italiano il proprio tornaconto politico e per allacciare un solidissimo rapporto con gli imperialisti d'oltreoceano che non a caso lo “stimano e lo sostengono” anche per il suo filosionismo e livore antislamico e interventista contro l'Isis.
Con l'acquisto dei 90 caccia F-35 Renzi e Mattarella puntano a soddisfare l'esigenza primaria dell'imperialismo italiano che è quella di sostituire gli obsoleti AV-8B Harrier della Marina e gli AMX e i Tornado dell'Aeronautica che dal 1991 hanno operato in tutte le missioni internazionali: si calcola che i 90 F35 alla fine rimpiazzeranno circa 250 vecchi velivoli. Sui cacciabombardieri, tra l'altro, l'Italia ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri, in provincia di Novara, lo stabilimento dove verranno costruite le ali e il blocco centrale della fusoliera e che oggi e' stato designato come unico centro di manutenzione in Europa.
Secondo alcune stime, il programma F35 dovrebbe garantire in Italia circa 10mila posti di lavoro, tra diretti e indotto. Il caccia verrà prodotto in tre versioni: F-35A, a decollo e atterraggio convenzionale (CTOL); F-35B, a decollo corto ed atterraggio verticale (STOVL); F-35C, versione per portaerei convenzionali (CV). Al momento l'Italia ha in programma l'acquisto di 60 velivoli della prima versione e 30 della seconda. Il primo aereo con la coccarda Tricolore dovrebbe essere pronto per il primo volo a fine primavera-inizio estate.
Si tratta di aerei cacciabombardieri che, oltre a essere costosissimi (circa 140 milioni di euro l'uno) date le loro caratteristiche, prestazioni, raggio d'azione e capacità di fuoco, sono classificate come armi puramente offensive e sono concepite per l'attacco e non certo per difesa e perciò in totale contrasto con l'articolo 11 della Costituzione che prevede interventi bellici solo difensivi e non certo offensivi.

25 febbraio 2015