Messi in fila dal “Fatto quotidiano”
Tutti gli indagati del PD di Renzi
Dal Nord al Sud d'Italia. Non c'è solo Ischia

Dall'Expo milanese al Mose veneziano, dal “Sistema Sesto” di Penati al “sistema Incalza” passando per “Mafia Capitale” fino ad Ischia, il PD di Renzi è immerso fino al collo nel vorticoso giro di appalti pubblici e mazzette milionarie.
Altro che questione morale e legge “anticorruzione” dal Nord al Sud d'Italia il PD detiene il record di inquisiti con centinaia di governatori, sindaci, consiglieri comunali e regionali, parlamentari, ministri e sottosegretari finiti sotto inchiesta per reati gravi e infamanti legati a tangentopoli, mafiopoli, rimborsopoli, appaltopoli e chi più ne ha più ne metta.
Un elenco parziale degli inquisiti più “eccellenti” e degli scandali più clamorosi lo ha pubblicato “Il Fatto quotidiano” nell'edizione del 1° aprile mettendoli in fila regione per regione.
Lazio
Lo scandalo più grosso è sicuramente quello di “Mafia Capitale” dove risultano indagati Mirko Coratti e Daniele Ozzimo (il primo dimessosi da presidente dell’Assemblea capitolina a inizio dicembre, entrambi autosospesi dal partito). Il vicesegretario nazionale, Lorenzo Guerini , il consigliere regionale Eugenio Patanè , mentre in Regione Maurizio Venafro , coinvolto nell’inchiesta, ha lasciato l’incarico di capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti. Agli arresti con l'accusa di corruzione sempre nell’inchiesta “Mondo di mezzo” è finito il vicecapo di gabinetto della giunta Veltroni, in seguito capo della polizia provinciale, Luca Odevaine .
Liguria
L’indagato più “eccellente” è senz’altro il governatore Claudio Burlando , finito nel registro della Procura di Savona con l’accusa di concorso in disastro ambientale doloso. Sono indagati anche gli assessori alla Sanità Claudio Montaldo , alle Attività produttive Renzo Guccinelli e Renata Briano (ex assessore all’Ambiente, oggi eurodeputata) invischiati nella scandalosa inchiesta sull’inquinamento ambientale provocato dalla centrale Tirreno Power che secondo i periti dell’accusa con i suoi fumi ha causato almeno 400 morti. Indagati anche i sindaci di Vado, Attilio Caviglia e Monica Giuliano , e di Quiliano, Alberto Ferrando .
Per l’inchiesta sulle spese pazze in Regione sono invece finiti in carcere due vicepresidenti della giunta di “centro-sinistra” mentre tra gli indagati del PD risultano il capogruppo in Regione, Nino Miceli e il tesoriere del gruppo Mario Amelotti. Non fa “tecnicamente” parte del “centro-sinistra”, ma Alessio Saso è un sostenitore dichiarato di Raffaella Paita (candidata Pd a governatore). Saso è indagato per voto di scambio in un’inchiesta sulla criminalità organizzata nel Ponente Ligure.
Campania
Tra gli imputati per associazione a delinquere finalizzata a reati contro la Pubblica amministrazione c’è anche l’ex sindaco e ciononostante candidato PD a governatore della Campania Vincenzo De Luca .
Coinvolto nell'inchiesta inerente la svendita dell'area dell’ex Ideal Standard a un consorzio di imprese emiliane, la Cecam, per realizzare il Sea Park in un terreno di proprietà dell’imprenditore Vincenzo Maria Greco.
Corruzione aggravata dal metodo camorristico è il reato con cui è finito in carcere il sindaco sospeso di Orta d’Atella (Caserta) ed ex consigliere regionale Ds Angelo Brancaccio . Gli inquirenti hanno trovato le tracce di 330 mila euro versati su un conto svizzero di Brancaccio da Sergio Orsi, imprenditore dei rifiuti e boss del clan dei Casalesi. Secondo la Dda, quei soldi sono il corrispettivo dell’ingresso dell’azienda degli Orsi in un consorzio pubblico-privato coi Comuni di Orta d’Atella e Gricignano D’Aversa, col quale accaparrarsi una serie di appalti.
La Dda ha inoltre aperto un fascicolo sulla metanizzazione dei Comuni dell’agro-aversano. È indagato per concorso esterno in associazione camorristica Roberto Casari , per quasi 40 anni presidente della Gpl-Concordia, colosso delle cooperative “rosse” di Modena arrestato il 30 marzo scorso per lo scandalo degli appalti sulla metanizzazione di Ischia.
Piemonte
Tra i caporioni PD “eccellenti” finiti nelle grinfie dei Pm per lo scandalo della rimborsopoli regionale spiccano l'ex consigliere regionale, a processo per peculato e finanziamento illecito ai partiti, Andrea Stara , già eletto con la lista “Insieme per Bresso”; e la deputata Paola Bragantini , ex presidente della Circoscrizione 5 del Comune di Torino ed ex segretaria provinciale del partito, indagata per concorso in truffa aggravata inerente lo scandalo dei gettoni di presenza per riunioni di giunta fittizie. Tra gli altri nove indagati tutti per truffa aggravata, c'è anche l’attuale presidente della Circoscrizione 5 Paolo Florio e il suo vice Giuseppe Agostino, i quali sono indagati anche per le firme false delle liste a sostegno di Sergio Chiamparino per le ultime Regionali. In questa inchiesta risultano indagati anche il consigliere regionale Nadia Conticelli , tre ex consiglieri provinciali (Umberto Perna , Pasquale Valente e Davide Fazzone ), più quattro componenti della segreteria provinciale (Gianni Ardissone , Carola Casagrande , Mara Milanesio e Cristina Rolando ).
Per un'inchiesta analoga inerente le irregolarità alle elezioni provinciali di Vercelli del 2009 saranno processati molti politici locali accusati di falso ideologico in atto pubblico, tra cui spiccano i piddini Maura Forte , sindaco di Vercelli, e il consigliere regionale Giovanni Corganti . Mentre Alessandro Altamura , ex assessore al commercio ed ex segretario provinciale del PD, accusato di abuso d’ufficio nello scandalo “Murazzi”, è già alla sbarra.
Emilia-Romagna
Per lo scandalo conseguente all’appalto del People mover, la monorotaia che dovrebbe unire la stazione di Bologna e l'aeroporto fra poche settimane saranno alla sbarra davanti al giudice l’ex sindaco Flavio Delbono e il suo assessore Villiam Rossi , accusati di abuso d’ufficio. Poi ci sono le “spese pazze” dei consiglieri regionali. Diciotto sono del Pd. Per molti potrebbe arrivare presto la richiesta di rinvio a giudizio: oltre a cene da centinaia di euro, anche scontrini per wc pubblici e persino per un sex toy. Mentre Carlo Lusenti , assessore regionale alla sanità con Vasco Errani, è imputato per falso in una vicenda legata ai fondi regionali destinati alle cliniche private.
A Ravenna incombe il processo per truffa per la senatrice Josefa Idem in merito alla vicenda dei contributi Inps pagati dal Comune che due anni fa la portò alle dimissioni da ministro.
A Rimini il sindaco Andrea Gnassi è indagato per il fallimento della società dell’aeroporto Fellini. Assieme a lui altri otto sono sotto inchiesta per il reato di associazione a delinquere.
Infine l’inchiesta di Firenze che ha visto protagonista Ercole Incalza , vede tra gli indagati anche l’ex assessore regionale alle Infrastrutture Alfredo Peri e l’ex consigliere Miro Fiammenghi . L’accusa è tentata induzione a dare o a promettere indebitamente denaro o altra utilità nell’ambito della costruzione dell’Autostrada Cispadana.
Trentino
A Bolzano incombe il rinvio a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio per il sindaco Luigi Spagnolli invischiato nella scandalosa vicenda inerente il raddoppio del centro commerciale Twenty. Ciononostante il boss piddino punta alla rielezione e non ha nessuna intenzione di ritirare la sua candidatura alle elezioni del 10 maggio grazie al via libera arrivato dalla segreterie regionale e nazionale.
Lombardia
Cambiano i personaggi ma il “sistema” è sempre lo stesso: non c'è più Penati ma al suo posto c'è il suo nume tutelare Massimo D’Avolio , ex sindaco di Rozzano già coinvolto nel “sistema Sesto” e attualmente consigliere regionale eletto con oltre 7 mila preferenze nonché membro della commissione regionale antimafia. D'Avolio risulta indagato dalla Procura di Milano per abuso d’ufficio. Secondo l’accusa, D’Avolio quando era sindaco di Rozzano attraverso alcune delibere, ha autorizzato il pagamento della partecipata Ama ad alcune società della moglie. Con lui risulta indagato anche l’attuale capogruppo PD nel Consiglio comunale di Segrate, Vito Ancora . Anche per lui l’accusa è abuso d’ufficio.
Sicilia
In cima alla lista c'è il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone a guidare la pattuglia di deputati regionali in Sicilia indagati per le spese pazze dell’Assemblea regionale. Gli viene contestata la cifra di 3300 euro e con lui hanno ricevuto un avviso di garanzia per peculato dalla Guardia di finanza altri 18 deputati regionali del PD: Giovanni Barbagallo (11.569,44 euro), Mario Bonomo (4.918 euro), Roberto De Benedictis (per 4.653 euro), Giacomo Di Benedetto (per 27.425 euro), Giuseppe Digiacomo (per 6.727 euro), Michele Donato Donegani (10mila euro), Michele Galvagno (5.681 euro di cui 1.248), Baldassare Guacciardi (1.365 euro), Giuseppe Laccoto (3.492 euro), Giuseppe Lupo (39.337 euro), Vincenzo Marinello (3.900 euro), Bruno Marziano (12.813 euro), Bernardo Mattarella (6.224 euro), Camillo Oddo (2.500 euro), Filippo Panarello (16.026 euro), Giovanni Panepinto (2.600 euro), Antonello Cracolici e Francesco Rinaldi (45.300 euro). Quest’ultimo è stato rinviato a giudizio quattro mesi fa insieme al cognato Francantonio Genovese (deputato Pd arrestato dopo l’autorizzazione della Camera) per lo scandalo messinese della formazione professionale ed entrambi devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al peculato: sono accusati di avere costituito una rete di gestione familiare della Formazione, trasformandola in un lucroso business. Ad Alcamo il deputato nazionale Nino Papania è accusato di avere imposto assunzioni alla società di smaltimento rifiuti Aimeri procurandole “il benestare degli organi di governo ambientale sugli appalti e sull’irregolare svolgimento del servizio”. Contro Papania, accusato in un’altra inchiesta di voto di scambio, si sono costituiti parte civile un centinaio di cittadini di Alcamo.

13 maggio 2015