Il PC di Rizzo, il PRC di Ferrero e il PCd’I di procaccini
Falsi comunisti, ridicoli imbroglioni elettoralisti

I trotzkisti travestiti da comunisti o da sinistra “alternativa” perdono il pelo ma non il vizio. Cambiano abito secondo la situazione politica, ma sono sempre gli stessi: imbroglioni politici.
Se fossero davvero dei comunisti autentici avrebbero gioito del fatto che quasi metà del nostro popolo ha disertato le urne alle ultime elezioni regionali parziali, marcando oggettivamente una netta presa di distanza dalle istituzioni rappresentative borghesi e dai relativi governi, e ne avrebbero tratto le dovute conclusioni.
E invece no. Sono a lagnarsi dell’altissimo astensionismo quanto e più degli altri partiti borghesi della destra come della “sinistra” borghese, riproponendosi di riuscire a ricondurre gli elettori di sinistra all’interno dei confini istituzionali, costituzionali e parlamentari borghesi attraverso nuove trappole politico-elettorali verniciate di rosso.
“Dalle elezioni abbiamo una notizia cattiva e una buona”, scrive Paolo Ferrero, Segretario nazionale del PRC, all’indomani del voto del 31 maggio. Manco a dirlo: “Quella cattiva è l’enorme astensionismo”. Quella buona è che “in Liguria, con Pastorino (fuoriuscito dal PD con Cofferati e Civati, ndr), nasce l’alternativa di sinistra” (sic!). Prosegue Ferrero: “Adesso occorre dar vita alla Costituente di Sinistra tra tutti coloro che vogliono contrastare le politiche di austerità e vogliono costruire una alternativa sulla scia di Syriza e di Podemos... Solo l’uscita dalle politiche di austerità può ricostruire la democrazia e battere renzismo e razzismo”. Si noti che non fa alcun cenno all’alternativa al capitalismo né, tantomeno, al socialismo.
Stesse note suona il PC di Rizzo che si vanta di una manciata di voti raccattati in tre piccoli comuni.
Alla vigilia del voto sul sito del PCdI si poteva leggere questo appello di Manuela Palermi, presidente del comitato centrale di quel partito: “Domenica non c’è spazio per l’astensionismo. Chi vuole dire no, chi vuole esprimere il suo contrasto alle politiche italiane ed europee, deve andare a votare e votare bene”. E concludeva: “Mi auguro che domenica, dall’Italia, arrivi lo stesso segnale della Grecia e della Spagna. Ci sono liste impegnate, pulite, schierate con i lavoratori e la popolazione. Sono in Toscana, in Veneto, nelle Marche, in Campania, in Puglia, in Umbria, in Liguria e in una miriade di comuni. Sono liste sostenute dal nostro partito, con candidati di sinistra, comunisti, progressisti. Non è tempo di astensionismo ma di cambiamento vero, concreto. Da quelle liste parte il cambiamento”.
Va da sé che all’indomani del voto ci sia scoramento. Fausto Sorini - già membro del Movimento studentesco di Milano, poi del PCI, Direttore della rivista filo Breznev e successori revisionisti e fascisti “Interstampa”, membro dell’Associazione culturale marxista fondata e diretta da Cossutta, dirigente dell’Editrice Aurora e di “Comunisti oggi”, poi PRC, e oggi responsabile esteri del PCdI e al servizio della cricca fascista e revisionista di Pechino -, dopo aver dichiarato “disastroso” il risultato delle “liste di sinistra e di estrema sinistra”, si duole che “Nessun candidato comunista entra nei Consigli regionali”. Secondo Sorini “non esiste alcuna possibilità di ricostruire uno schieramento progressista, di sinistra di classe e contro la guerra se non si ricostruisce un fronte di riferimento che comprenda la sinistra residuale, la parte più avanzata del M5S e del mondo cattolico, e settori coerentemente laburisti del PD e della CGIL disponibili a rompere senza equivoci col PD renziano, e a passare di campo… Un fronte all’interno del quale operi un nuovo partito comunista e rivoluzionario”. “Uno schieramento così – conclude Sorini - potrebbe attrarre parte dell’astensionismo”.
Gli fa eco Michelangelo Tripodi, membro della segreteria nazionale PCdI e segretario regionale in Calabria, che, sull’onda del successo elettorale ottenuto a Polistena dove è stato confermato sindaco, dichiara spudoratamente e ingannevolmente che “Cambia positivamente la Piana e può cambiare la Calabria”.
A dire il vero una scena già vista quando fu eletto governatore della Puglia per ben due mandati consecutivi Nichi Vendola di SEL. Non ci risulta affatto che in quella regione sia cambiato qualcosa in meglio per le masse popolari.
A questi principali partiti falsi comunisti si aggiungono poi anche altri partiti apertamente trotzkisti come il PCL di Ferrando che con pessimi risultati si è presentato in più regioni da solo o, come in Umbria, facendo blocco elettorale e programmatico con “Casa rossa” un gruppo che rivendica l’“unità dei comunisti” e ha come propri riferimenti teorici un’improbabile accoppiata Mao-Togliatti. Oppure il Partito comunista di alternativa di Ricci che si è presentato alle elezioni regionali pugliesi e in altre comunali senza particolari successi.
Insomma, tutti questi incalliti elettoralisti non ce la fanno proprio a star lontani dalle urne e a costo di allearsi anche con la destra sperano di riuscire a superare i vari sbarramenti elettorali strumentalizzando e ingannando gli elettori di sinistra, gli anticapitalisti, i fautori del socialismo sulla possibilità attraverso le elezioni di cambiare le cose. Ma anni e anni di partecipazionismo parlamentare ed elettorale e persino governativo di questi imbroglioni camuffati da comunisti hanno ben dimostrato a tutti che il vero cambiamento può avvenire solo col socialismo e la presa del potere politico da parte del proletariato.

10 giugno 2015