Contro la disparità salariale
Manifestano le donne in Francia

 
Secondo un recente studio Eurostat, in Francia gli uomini a parità di mansione guadagnano il 15,1% in più delle donne. Fatti due calcoli rispetto al calendario lavorativo annuo del 2016 risulta che per effetto della paga più bassa le donne sarebbero pagate fino alle ore 16.34 e 7,5 secondi del 7 novembre e lavorano gratis per altri 39 giorni fino alla fine dell'anno. Alle 16.34 e 7,5 secondi molte francesi hanno incrociato le braccia il 7 novembre per protestare contro le disparità salariali, aderendo all'iniziativa promossa dal collettivo femminista Les Glorieuses.
Uno sciopero per lo più simbolico dato che soltanto un sindacato può proclamarlo ma che è stato comunque un modo per lanciare un segnale di denuncia di una discriminazione generata dal capitalismo. Tantissime le adesioni all'iniziativa via social network ma anche numerose braccia incrociate seppur simbolicamente e restando sul posto di lavoro nelle redazioni dei giornali, nei musei, nei negozi, nelle università. Numerose le partecipanti alle manifestazioni organizzate nelle piaze delle principali città francesi, a partire da Parigi dove alcune centinaia di donne e qualche uomo si sono radunate alle 16.34 in Place de la République.
“Offerta valida, tutto l’anno per gli uomini, solo fino alle 16h34 del 7 novembre per le donne“, era uno degli slogan coi quali a inizio novembre il collettivo femminista lanciava la protesta per denunciare le disparità salariali e rivendicare l’uguaglianza salariale. Un'uguaglianza che secondo uno studio del Forum économique mondial sarà raggiunta in Francia non prima del 2186 dato che lo scarto salariale tra generi colloca il paese alla 15esima posizione in materia di uguaglianza uomo-donna.
Altri studi hanno calcolato che in ogni giornata lavorativa, le francesi smettono di essere pagate alle 14h38.
Il collettivo nel lanciare la protesta del 7 novembre spiegava che “se le donne fossero pagate quanto gli uomini, potrebbero smettere di lavorare il 7 novembre alle 16h34. Essendo pagate il 15,1% meno degli uomini (Eurostat 2010), lavorano gratuitamente 38,2 giorni all’anno. Questa è, in cifre, la differenza salariale tra uomini e donne in Francia”. L'iniziativa era stata decisa dopo il successo di una analoga che si era svolta lo scorso 24 ottobre quando migliaia di donne islandesi avevano lasciato i loro posti di lavoro alle 14h38 per protestare contro la disparità salariale.
Il collettivo denunciava che il calcolo ufficiale del gap salariale era sul tempo pieno e non prendeva neppure in considerazione il ricorso al lavoro a tempo parziale che interessa il 30,4% delle donne contro l’ 8% degli uomini, secondo i dati al 2015. Un tempo parziale dovuto spesso alla necessità delle donne di occuparsi dei lavori domestici, un lavoro gratuito. Denunciava che le donne in Francia rappresentano quasi la metà della popolazione attiva e il 52% della popolazione totale e dichiarava che “Non vogliamo attendere il 2186 per ottenere l’uguaglianza salariale. Non vogliamo attendere 170 anni per ottenere la parità di salario!” appellandosi “alle donne, agli uomini, ai sindacati e alle organizzazioni femministe ad unirsi al movimento del '7 novembre 16h34' e a moltiplicare gli eventi e le manifestazioni per fare della disuguaglianza salariale un problema politico centrale. Facendoci carico collettivamente di questa questione, mostreremo che la disuguaglianza salariale di genere non è solo una 'questione di donne'”.
Dopo la protesta del 2016 le organizzatrici promettono che l’iniziativa sarà ripetuta l’8 marzo, per la Festa della donna, e il 7 novembre dell’anno prossimo.

30 novembre 2016