Inutili i raid del nuovo zar Putin
Lo Stato islamico riconquista Palmira
In fuga le truppe di Assad e duecento militari dell'imperialismo russo

 
Le forze dello Stato islamico sono entrate il 10 dicembre in un quartiere periferico della città di Palmira e hanno preso il controllo di postazioni di difesa dell'esercito siriano, arrivando fino all'ospedale Tadmor e ai maggiori silos per la raccolta del grano, e di alcuni pozzi di petrolio nella regione desertica intorno alla città.
I soldati del regime di Assad che la presidiavano hanno distrutto i loro depositi di armi per evitare che finissero nelle mani degli attaccanti e si ritiravano nella periferia della città, a Talal al Barazi.
Violenti scontri erano segnalati anche a sud della città e nelle vicinanze della zona di Al Dua e dell'aeroporto di Palmira mentre aerei da guerra russi bombardavano le zone di Al Ameriya e Basatín. La controffensiva governativa, appoggiata dai raid dell'aviazione del nuovo zar Putin, respingeva nella serata del 10 dicembre le forze dell'IS che però si riorganizzavano e il giorno successivo alcune migliaia di miliziani rientravano in città e mettevano in fuga le truppe di Assad e duecento militari dell'imperialismo russo. Almeno una cinquantina le perdite da parte del regime siriano.
Palmira era finita sotto il controllo dello Stato Islamico nel maggio 2015, e solo nel marzo 2016 era stata ripresa da Damasco grazie all’aiuto dei miliziani del gruppo sciita libanese Hezbollah e ai bombardamenti aerei russi. “La riconquista di Palmira - aveva detto nel marzo scorso Assad - dimostra il successo della strategia perseguita dall'esercito siriano e dai suoi alleati nella 'guerra al terrorismo'". A dire il vero la riconquista di Palmira da parte delle forze alleate di Assad era stata l’unica importante vittoria dei russi contro l'IS in Siria.
La battaglia per il controllo di Palmira è invece ancora aperta con l'IS che contrattacca con successo pur impegnato nella difesa di Raqqa investita dal 5 novembre dall'offensiva delle Forze Democratiche Siriane, l'alleanza arabo-curda, con l'appoggio aereo degli Usa.
Casomai è il regime siriano di Assad che, nonostante gli aiuti esterni, sembra non avere la capacità militare per controllare tante regioni del paese lontane dalla capitale Damasco o dalla regione di Aleppo dove è impegnato in forze e che vede allontanarsi l'obiettivo di riconquistare tutto il territorio nazionale.

14 dicembre 2016