Nonostante sia già condannato per abuso d'ufficio e accusato di aver istigato i sindaci campani a votare Sì
Renzi promuove commissario alla Sanità il boss del PD campano De Luca

Con 18 voti a favore, 12 contrari, un astenuto (Bruno Tabacci, deputato di Centro Democratico) e con la connivente diserzione in massa dei deputati di Forza Italia dalla sala del Mappamondo, il 22 novembre la commissione Bilancio della Camera ha approvato in sede legislativa l’emendamento del relatore della legge finanziaria (Mauro Guerra, Pd) che reintroduce la possibilità per i presidenti di Regione di ricoprire l’incarico di commissari della sanità quando si verifica un percorso di rientro dai conti in rosso.
Una norma ad personam di berlusconiana memoria che non a caso è stata ribattezzata “pro De Luca” perché favorisce soprattutto il boss del PD campano Vincenzo De Luca già condannato per abuso d'ufficio e responsabile di aver minacciato a morte nei giorni scorsi la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e di aver istigato i sindaci campani al clientelismo elettorale pro Sì e al voto di scambio in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre su cui la procura di Napoli ha già aperto un'inchiesta.
Insomma si è trattato di una vera e propria “promozione sul campo” voluta dal nuovo duce Renzi e imposta in commissione Bilancio dalle sue truppe camellate con alla testa il presidente Francesco Boccia che ha imposto l'approvazione della norma in via definitiva in sede legislativa e non in sede referente proprio per evitare sia la votazione per appello nominale che la discussione in Aula.
Altro che “guardare al futuro di un Paese più moderno ed efficiente”: in sostanza con questa legge sarà il controllato che nominerà il proprio controllore proprio come avveniva fino a qualche anno fa con la norma Tremonti che prevedeva appunto la nomina automatica del governatore di Regione a commissario ad acta per la sanità.
E pensare che appena un anno fa era stato lo stesso Renzi a volere che i presidenti di Regione non potessero più essere commissari sanitari con il varo delle cosiddette norme di rafforzamento per le Regioni in piano di rientro inserite nella legge di stabilità per il 2015. Norme che a distanze di soli 12 mesi vengono abrogate per dare mano libera in campo sanitario al galoppino referendario De Luca in segno di ringraziamento per il grande impegno profuso a favore del Sì.

14 dicembre 2016