Dati Istat
-39mila gli occupati “stabili” a ottobre
Aumentano i precari e gli inattivi

I dati sull'occupazione nel terzo trimestre 2016 diffusi dall'Istat il 1 dicembre certificano che Jobs act, imposto a colpi di fiducia dal dimissionariodal nuovo duce Renzi e dal boss delle Coop Poletti (tra l'altro riconfermato al Lavoro da Gentiloni), ha dato un'ulteriore devastante mazzata all'occupazione che non sia precaria, a nero e sottopagata.
A ottobre, rileva l'Istituto nazionale di statistica, gli occupati calano di 30 mila unità rispetto a settembre. A farne le spese sono soprattutto i lavoratori a tempo indeterminato (-39.000) e le donne (-24.000) mentre crescono i precari (+7 mila).
Il tasso di disoccupazione si riduce di un misero 0,1% e si attesta all'11,6% (contro una media europea del 9,8%) ma anche questa non è certo una buona notizia dal momento che ciò è dovuto al contemporaneo aumento del numero degli inattivi (+82 mila su base mensile) ossia di tutte quelle persone che un lavoro non ce l'hanno e hanno smesso di cercarlo uscendo dallo status di disoccupato e dalle statistiche.
Una condizione di disperazione che colpisce soprattutto i più giovani, quelli nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni dove la riduzione del tasso di disoccupazione dal 36,8 al 36,4% è dovuta interamente a un aumento del tasso di inattività (+0,4%).
Cresce anche la precarietà, con l'aumento della quota di occupati a termine sul totale dei dipendenti (14,1%) nonostante gli sgravi contributivi a favore dei padroni e la contestuale rottamazione dell'articolo 18 e di quasi tutte le tutele e i diritti sindacali imposte col Jobs act.
L'Istat, infatti, sottolinea che il tasso di occupazione in Italia rimane inchiodato al 57,2%, nonostante l'ampio recupero delle fasce più anziane della forza lavoro che continua ad allargare il divario tra classi di età. L'aumento occupazionale sia dell'ultimo anno sia dell'intero governo Renzi riguarda infatti quasi esclusivamente gli aver 50: da febbraio 2014 è aumentato di 935.000 unità. Ma si tratta anche qui di numeri tarocchi che vanno valutati alla luce della riforma Fornero che ha alzato l'età pensionabile. Dunque si tratta di un aumento puramento statistico dal momento che si tratta di persone in gran parte già attività lavoro e che nel frattempo stanno invecchiando.
La verità è che nel complesso, sotto il governo Renzi le classi di età sotto i 50 anni hanno perso 364 mila occupati al netto del lieve aumento (+ 61.000) tra i 15 e i 24 anni. Mentre la fascia di occupati tra i 25 e i 49 anni è calata di 425 mila unità
L'occupazione giovanile rimane la prima emergenza nazionale e il 36,4% di giovani senza lavoro indicato dall'Istat rimane ancora molto lontano non solo dai livelIi pre crisi (a inizio 2008 era al 20%) ma anche dall'attuale media europea (18,4%). E anche qui c'è da aggiungere che la piccola riduzione registrata in questi due anni va letta con cautela perché è fortemente influenzata dal programma "Garanzia Giovani" che è servito a cancellare dalle statistiche oltre la metà dei quasi 800 mila ragazzi coinvolti trasformandoli da disoccupati a tirocinanti.

14 dicembre 2016