L'Ue firma l'accordo di cooperazione con Cuba
Per “accompagnare i profondi cambiamenti in corso” in quel Paese

 
Il 6 dicembre scorso il Consiglio Ue dava il via libera alla firma dell'accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l’Unione Europea e Cuba e decideva di applicare in via provvisoria alcune parti dell’intesa prima ancora dell'approvazione formale da parte del Parlamento europeo. La firma ufficiale dell'accordo si teneva il 12 dicembre nella sede del Consiglio Europeo, a Bruxelles, dall’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue Federica Mogherini e dal ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodriguez Parrilla.
L’accordo costituirà il nuovo quadro per i rapporti tra l’Ue e Cuba, sottolineava la nota di presentazione, e prevede un dialogo politico più intenso, migliori relazioni bilaterali e lo sviluppo di azioni congiunte in diverse organizzazioni multilaterali con l’obiettivo di sostenere il processo di transizione dell’economia e della società cubane, per incoraggiare lo sviluppo sostenibile, la democrazia e i diritti umani e trovare soluzioni condivise.
La Mogherini dopo il via libera del Consiglio europeo sottolineava che “siamo davvero a un punto di svolta nelle relazioni tra l’Ue e Cuba. Insieme, stiamo andando verso una partnership più stretta e costruttiva, una partnership che rifletta i legami forti, storici, economici e culturali che uniscono l’Europa e Cuba. Attraverso il nuovo accordo, l’Ue è pronta a sostenere il processo di modernizzazione economica e sociale di Cuba”. Secondo la responsabile degli affari esteri della Ue, “il messaggio forte" dell'Unione europea inviato con lo "storico" accordo sarebbe la determinazione a "lavorare con Cuba, e questo include affari, investimenti, turismo, ricerca, istruzione, sviluppo sostenibile". Dopo la firma ufficiale dell'accordo ripeteva che era iniziata “una nuova era che genera nuovi spazi, politici, economici e finanziari. I legami sono profondi e forti ed è dunque naturale essere vicini a Cuba, mentre sono in corso nell’isola profondi cambiamenti e l’Ue accompagna questo processo”.
Aveva voglia il ministro degli Esteri cubano a sottolineare che i vincoli economici con l’Europa continueranno ad essere una priorità per il governo di Raul Castro “nella costruzione di un’economia socialista, efficiente e sostenibile”. Appare evidente che il governo revisionista all'Avana porta avanti da tempo una riforma capitalistica dell'economia cubana, seppur ancora camuffata da socialista, e in questa opera l'Ue imperialista si offre quale interlocutore privilegiato, come ha sostenuto la Mogherini per “accompagnare i profondi cambiamenti in corso” in quel Paese, cioè condizionare e spingere verso la piena e definitiva trasformazione di Cuba in un'economia di mercato e la sua omologazione all'ordinamento statale di tipo borghese.
La “nuova fase nei rapporti” tra Ue e Cuba era scattata lo scorso 12 marzo con la visita della Mogherini all'Avana e la prima firma sull'accordo di cooperazione, accompagnato da un aumento fino a 50 milioni di euro degli investimenti europei nell'isola, che con la firma di Bruxelles chiude l'iter delle ratifiche e diventa ufficiale.
Lo sviluppo delle relazioni soprattutto economiche con l’Europa sarà una boccata d’ossigeno per Cuba che ancora subisce gli effetti, solo in parte ridotti da Obama, dell'ingiusto blocco economico decretato dall'imperialismo americano. Rodríguez ha ricordato che “continua l’ostacolo rappresentato dal blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati Uniti impongono al nostro paese” che ha implicazioni extraterritoriali, come dimostrano le gigantesche multe imposte dagli Usa a banche europee accusate di avere rapporti con l’isola.
Nel marzo scorso, con ancora in corso la politica di disgelo della Casa Bianca, la Mogherini all'Avana aveva definito il blocco una misura “completamente obsoleta”, appartenente “ad un altro secolo”. A fronte dei cambiamenti annunciati dalla nuova amministrazione Trump la responsabile della politica estera della Ue ha sostenuto che “i venti di Washington non comprometteranno in nessuna maniera le relazioni tra Ue e Cuba”. La Ue imperialista non si accontenta delle relazioni privilegiate che il governo dell'Avana ha con alcuni paesi europei come la Spagna, con compagnie spagnole che hanno finanziato e posseggono catene di hotel e resort, vuole salire di livello nei rapporti. La Ue è già il secondo partner commerciale dell'isola, dopo il Venezuela, e il maggior investitore straniero e con l'accordo di cooperazione punta al primo posto.
 

21 dicembre 2016