Al direttivo Filctem-Cgil di Pisa
Criticata la Direzione della Cgil per come ha gestito i referendum
Cammilli: Occorre un nuovo, unico e grande sindacato

Redazione di Fucecchio
Forti e generalizzate sono state le critiche dei delegati dei lavoratori del chimico-farmaceutico, tessile-abbigliamento e del settore elettrico appartenenti alla categoria Filctem-Cgil riuniti nel direttivo provinciale svoltosi a Pisa il 20 di gennaio.
Il direttivo si è aperto con l'approvazione del bilancio 2016 dove il funzionario intervenuto per spiegare le varie voci ha sottolineato, tra le altre cose, il calo dei tesserati e di conseguenza delle entrate. Ciò è dovuto in parte alla diminuzione degli occupati in provincia, a questo vanno aggiunti altri fattori, come la crisi economica che fa pesare sui lavoratori anche i 10-20 euro mensili della tessera sindacale. Non si può tacere nemmeno sul fatto che influisca anche la perdita di consensi e di credibilità che la Cgil sta subendo in questi ultimi anni.
Successivamente è stata letta la relazione da parte di un esponente della categoria che ha toccato molti temi, come la vittoria del referendum costituzionale del 4 dicembre, i tre referendum, di cui uno bocciato dalla Consulta, promossi dalla Cgil con oltre 3 milioni di firme, temi locali come la trattativa per il rinnovo del contratto della Concia e altri più generali come quello dell'immigrazione. Alcune analisi erano in parte condivisibili ma è mancato qualsiasi accenno di critica alla politica dell'attuale governo Gentiloni.
Gli interventi che si sono succeduti non hanno lesinato critiche al gruppo dirigente nazionale della Cgil. Tra questi quello del compagno Andrea Cammilli che ha parlato tra i primi. Nel suo intervento ha ricordato la vittoria nel referendum che ha sancito l'uscita di scena “purtroppo temporanea” di Renzi. Una vittoria antifascista che ha respinto l'accentramento del potere nelle sue mani ma anche una sonora bocciatura verso la sua politica economica, in primis il Jobs Act. Il governo che si è formato è però della stessa natura, persino nei personaggi, manca solo Renzi alla presidenza ma quella di Gentiloni non è altro che la sua continuazione.
Il compagno ha poi criticato la dirigenza Cgil per come ha gestito i tre referendum. Pur ritenendo quella della Corte Costituzionale sull'articolo 18 una sentenza politica il fior fiore di costituzionalisti messi in campo da Camusso e soci si sono rivelati incompetenti fornendo appigli per la sua bocciatura tanto da far sospettare che ciò sia stato fatto volutamente. Questo tipo di critica è stato fatto proprio da tutti gli intervenuti che hanno giudicato inaccettabile la gestione del quesito referendario sull'articolo 18, a cui va aggiunto l'atteggiamento sconsiderato sui voucher, utilizzato in molte strutture sindacali per pagare prestazioni occasionali, specie dallo SPI, il sindacato dei pensionati.
A conclusione del suo intervento il compagno Cammilli ha sottolineato come la Cgil, per contrastare la perdita di tessere evidenziata dal bilancio, dovrebbe riappropriarsi del ruolo per cui è nata, ovvero rappresentare gli interessi dei lavoratori e abbandonare la ricerca ostinata della concertazione. Ma per fare questo occorrerà un nuovo, unico e grande sindacato svincolato dalle compatibilità economiche del capitalismo e dai suoi partiti, non burocratico e democratico che sappia intercettare anche i lavoratori più giovani e la sempre più vasta area del precariato.
 

1 febbraio 2017