Falso e brogli elettorali l’ipotesi di accusa
Scoppia lo scandalo Listopoli a Napoli
In prima linea il PD del nuovo duce Renzi e della candidata Valente

Redazione di Napoli
A Napoli sprofonda completamente il PD di Renzi con la nuova inchiesta della Procura di Napoli condotta dal pubblico ministero Stefania Buda in ordine alla false certificazioni elettorali presentate dall’entourage della candidata a sindaco Valeria Valente e, in particolare, dal suo compagno di vita e già consigliere comunale PD, Gennaro Mola (ex PCI).
Tutto è nato dalla denuncia dell’avvocatessa Donatella Biondi che ha affermato agli inquirenti di aver incontrato un uomo legato allo staff elettorale della Valente che le avrebbe consigliato di stilare un modulo in cui dichiarare di non aver mai sostenuto spese elettorali. In sostanza la donna ha spiegato agli inquirenti di aver saputo di essere candidata a sua insaputa dopo alcune segnalazioni di amici che avevano visto impresso il suo nome nelle liste PD. I dubbi si facevano certezza laddove l’avvocatessa Biondi riceveva dalla Corte di Appello di Napoli una richiesta di documentazione relativa alle spese elettorali sostenute. A quel punto la Biondi chiedeva spiegazioni a una lista civica collegata con la candidata a sindaco Valente che le rispondeva di compilare un modulo prestampato: solo in quel momento l’avvocatessa giungeva alla certezza di essere stata candidata a sua insaputa.
Per cercare di non far scoppiare uno scandalo il convivente della Valente, Gennaro Mola, fissa un appuntamento con la Biondi mostrandogli proprio il modulo che sostiene di non aver sostenuto spese elettorali, aggirando la legislazione elettorale ma soprattutto facendo accettare implicitamente e induttivamente alla Biondi di essere stata candidata alla luce del sole. A questo punto l’avvocatessa si rivolgeva alla Procura di Napoli che faceva scattare l’inchiesta che vede sotto la lente circa 300 nomi di “riempilista” a loro insaputa e che dovrebbe riguardare non solo il PD, ma anche alcune liste “civiche” che appoggiavano le liste della casa del fascio del candidato Gianni Lettieri, ossia “Pensionati” e “Terra Nostra”.
Nelle indagini sono spuntate altre vicende come quella di Federica, 23 anni, una ragazza con la sindrome di down, candidata a sua insaputa nel seggio 704 di via Marrone a Pianura; o quella di Annachiara Sereni, 23 anni, neolaureata in economia e commercio, nella lista delle nove persone che già hanno denunciato l’inserimento nelle liste PD irregolarmente.
Intanto Renzi preferisce rimanere in silenzio sulla vicenda in attesa di un intervento del PD nazionale, mentre i dirigenti napoletani sono impegnati nello scaricabarile puntando l’indice sul compagno della Valente, Gennaro Mola, che supervisionava i nomi delle civiche che sostenevano la candidata PD sindaco. Ad autenticare le firme furono i consiglieri comunali Salvatore Madonna, Antonio Borriello e Vincenzo Varriale: una autentica organizzazione che la Procura di Napoli verificherà se essere a delinquere e se finalizzata al falso e ai brogli elettorali, cominciando dall’atteggiamento omissivo della Valente, di Mola e dei consiglieri compiacenti di questa ennesima vergogna targata Partito Democratico.

8 febbraio 2017