Contro il raduno dei fascisti e xenofobi
Genova antifascista in piazza
La polizia di Gentiloni e Minniti carica gli antifascisti

In risposta all' oltraggioso raduno nazi-fascista organizzato da “Forza Nuova” a cui sono state invitate varie altre organizzazioni xenofobe e razziste europee coalizzate e mascherate dietro la cosiddetta "Alleanza per la pace e la libertà", l'11 febbraio un migliaio di antifascisti con alla testa l'Anpi (Associazione nazionale partigiani oltre d'Italia) sono scesi in piazza a Genova per protestare e impedire ai caporioni in camicia nera di infangare il ricordo e la memoria storica di una delle città simbolo della Resistenza fra le prime a essere insignita con la medaglia d'oro.
In testa al corteo, partito da piazza Ragazzi del ‘99, lo striscione dell'Anpi “Genova non dimentica”. Presenti la Camera del Lavoro di Genova, la Fiom Cgil, la Filt, i lavoratori portuali della Culmv, varie associazioni antifasciste, dall’Arci a Legambiente, il presidente dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza, i centri sociali, Aut Aut 357, CSOA Emiliano Zapata, Collettivo Degeneriot, Ex Latteria Occupata, Alternativa Libertaria Genova, Csoa Terra di Nessuno, gruppi studenteschi e alcune organizzazioni di migranti.
Tutta la zona intorno a via Caprera dove ha sede il covo di Forza Nuova, nonché luogo di svolgimento del convegno, è stata sigillata da un cordone di blindati e “forze dell'ordine” a difesa dei “relatori” in camicia nera fra cui figurano Roberto Fiore (leader di Forza Nuova), Udo Voigt (eurodeputato per il Partito Nazionaldemocratico di Germania), il francese Yvan Benedetti e l’inglese Nick Griffin, entrambi leader di movimenti nazionalisti. Imponente il dispiegamento di celerini e cellulari dietro le grate di circa 3 metri che chiudono sui due lati via Caprera.
Giunti nei pressi della zona rossa a Piazza Sturla i manifestanti hanno intonato “Bella Ciao” e lanciato slogan contro il raduno nazi-fascista.
“Vogliamo esprimere il nostro sdegno rispetto alle presenze che arriveranno a Genova - ha spiegato Massimo Bisca, presidente provinciale Anpi - persone condannate nei loro paesi per avere esaltato le SS, partecipato a pestaggi, aver negato l’Olocausto, essere stati xenofobi, razzisti. Idee che sono l’esatto contrario di valori per cui tanti uomini e donne genovesi hanno combattuto e dato la vita”.
Ma non appena il corteo si è avvicinato alle transenne poste a protezione della zona rossa, la polizia di Gentiloni e Minniti ha caricato i manifestanti a suon di lacrimogeni e manganellate.
“Credo che Genova abbia risposto positivamente, fascisti e nazisti si devono riunire in un sottoscala e questo è un gran risultato” ha commentato il segretario della Fiom genovese. Infatti la sera prima Forza Nuova aveva tentato di trasferire il convegno all'Ac Hotel di Quarto che poi è stato costretto a disdire la prenotazione.
In un comunicato i lavoratori della Compagnia unica del porto di Genova ricordano: “La storia di questa città è caratterizzata da lavoratori e partigiani che hanno impegnato e dato la loro vita contro la dittatura fascista partendo proprio dalle fabbriche e dal porto. È per noi un punto fermo che si trasmette alle generazioni successive, ribadito tutte le volte che qualcuno ha tentato di ripresentarsi (come il 30 giugno 1960) con quelle idee di odio e di intolleranza... Noi non chiudiamo la porta alla nostra memoria di classe. Questa è proprio la nostra storia ed oggi non bisogna permettere questa presenza di filo nazisti e xenofobi”.
In un volantino diffuso in tutte le fabbriche genovesi e durante il corteo la Fiom ha aggiunto che “Chi ha torturato e ucciso per schiacciare le lotte dei lavoratori impegnandoli poi in guerre per la difesa dei profitti dei vari padroni non può avere cittadinanza nella nostra città. Una generazione di operai, impiegati, dirigenti sindacali, di uomini e donne ha dato la propria vita per impedire un futuro al fascismo... Per il rispetto che dobbiamo a quella storia – conclude la Fiom – e per la difesa del nostro futuro invitiamo i lavoratori e lavoratrici, i delegati e tutti gli antifascisti a scendere in piazza”.

15 febbraio 2017