Discorso di Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, a Riccione in occasione del 134° Anniversario della scomparsa del Grande Maestro del proletariato internazionale
Impariamo da Marx, seguiamo la via rivoluzionaria dell'Ottobre

Care compagne e cari compagni,
quest’oggi il PMLI rende onore al Grande Maestro del proletariato internazionale Marx, nell’Anniversario della sua scomparsa, qui a Riccione dinnanzi al busto eretto in suo memoria.
Come per le commemorazioni di Lenin, che il PMLI.Emilia-Romagna organizza puntualmente a gennaio di ogni anno a Cavriago dove si trova un suo busto, anche questa per noi marxisti-leninisti è un’occasione per rendere omaggio a uno dei nostri cinque Grandi Maestri del proletariato internazionale, assieme a Engels, Lenin, Stalin e Mao, ricordando la sua immortale opera al servizio del proletariato e della causa del socialismo e del comunismo.
Gli anni che ci separano dal giorno della sua scomparsa, avvenuta il 14 marzo del 1883, sono ben 134, ma possiamo affermare senza timore di essere smentiti che è come se se ne fosse andato ieri, vista l’attualità della sua analisi politica, economica, sociale del capitalismo e delle classi sociali, dell’inconciliabilità degli interessi della borghesia e del proletariato, la necessità e l’inevitabilità della lotta di classe e della via rivoluzionaria per abbattere il marcio e oppressivo sistema capitalistico e aprire le porte al socialismo, la società del proletariato e delle masse popolari.
Sembrano invece molti di più gli anni che ci separano dalla sua scomparsa se consideriamo i grandi avvenimenti storici e politici che si sono succeduti in questo arco di tempo con il passaggio del capitalismo dalla fase della libera concorrenza alla fase monopolista e imperialista, dalla crescita e lo sviluppo del proletariato alla sua presa di coscienza politica, con la nascita dei partiti comunisti prima e marxisti-leninisti poi, la vittoriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre che ha portato alla nascita del primo Stato socialista al mondo guidato da Lenin e Stalin, la Rivoluzione di nuova democrazia e la nascita della Repubblica popolare cinese guidata da Mao, la Grande Rivoluzione Culturale proletaria cinese e alla lotta contro il revisionismo moderno, che hanno gettato i semi che in Italia ha fatto nascere e crescere il nostro PMLI.
Tutti avvenimenti questi, e tanti altri ancora, che portano indelebilmente il marchio di Marx e del marxismo, che gli altri Maestri hanno poi sviluppato nel corso del tempo in base ai nuovi avvenimenti.
I marxisti-leninisti italiani, come quelli di tutto il mondo, devono tutto a Marx.
Come ha detto Mao: “Marx ha partecipato alla pratica del movimento rivoluzionario e, in più, ha creato la teoria della rivoluzione. Partendo dalla merce, l’elemento più semplice del capitalismo, egli ha studiato accuratamente la struttura economica della società capitalistica. La merce era ogni giorno sotto gli occhi di milioni di uomini; essi se ne servivano, ma non si rendevano conto di che cosa rappresentasse. Soltanto Marx ha sottoposto la merce ad uno studio scientifico. Egli ha compiuto un enorme lavoro di ricerca sul processo reale di sviluppo della merce e ha tratto da questo fenomeno universale una teoria veramente scientifica. Egli ha studiato la natura, la storia e la rivoluzione proletaria, e ha creato il materialismo dialettico, il materialismo storico e la teoria della rivoluzione proletaria. Così Marx è diventato uno degli intellettuali più completi, l’espressione più alta dell’intelligenza umana. C’è perciò una differenza radicale fra lui e coloro che hanno soltanto conoscenze libresche. Marx ha compiuto nel corso della lotta pratiche inchieste e studi accurati, ha generalizzato il tutto e ha verificato nel corso della lotta pratica le conclusioni alle quali era giunto”.
Dalla sua azione politica e dalle sue opere abbiamo quindi da imparare tantissimo, così come dalla sua vita di sacrifici spesa interamente al servizio della causa.
A noi non basterebbero 3 o 4 vite per arrivare dove lui è arrivato, per comprendere ciò che lui ha compreso, per spiegare ciò che lui ha spiegato. Ciò non toglie che abbiamo il dovere di fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per trarre i dovuti insegnamenti e applicarli dialetticamente alla nostra situazione specifica.
È grazie al marxismo, cioè al pensiero di Marx e Engels, che il proletariato ha una sua cultura, anche se oggi in larga parte non ne ha conoscenza a causa dell'intossicazione parlamentarista, elettoralista, riformista e pacifista della classe operaia e delle masse, e che si contrappone al liberalismo, che è la cultura della borghesia.
Il marxismo ha costituito un nuovo modo di pensare, di vedere e di analizzare le cose e gli avvenimenti, di interpretare la storia mondiale, di concepire i rapporti tra capitale e lavoro e tra le classi, in particolare tra il proletariato e la borghesia, di considerare il capitalismo e lo Stato che esso esprime.
L'essenza della concezione proletaria del mondo è costituita dal materialismo dialettico, che è la base filosofica e teorica del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e che ha scoperto le leggi che regolano e governano lo sviluppo del movimento, della natura, dei fenomeni, delle cose e dell'universo, e dal materialismo storico che è la base scientifica e storica del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e che avvalendosi della dialettica, ha scoperto le leggi che regolano e governano lo sviluppo storico della società umana. Entrambi si contrappongono all'idealismo e alla metafisica che appartengono alla concezione borghese del mondo.
Nella pratica il marxismo si esprime nella lotta per l’emancipazione del proletariato e di tutta l’umanità attraverso la rivoluzione proletaria, la dittatura del proletariato, il socialismo e il comunismo sotto la direzione del Partito comunista finché non viene estinto nel comunismo come lo Stato.
Partendo dal presupposto che non è la coscienza e determinare l’essere, bensì l’essere a determinare la coscienza, rompendo in questo modo con quanto allora predicato dai filosofi idealisti del tempo, Marx e Engels hanno dimostrato come la pratica sociale nel capitalismo, fatta di sfruttamento e oppressione da parte dei capitalisti sul proletariato, non può che generare delle contraddizioni di classe insanabili in quanto inconciliabili sono gli interessi delle classi che le esprimono; per quanto si tenti di manipolare ideologicamente le classi sottomesse con l’idealismo, la religione e l’interclassismo, esse non possono che maturare una coscienza di classe, nel corso della lotta di classe per loro emancipazione.
In questa lotta il proletariato assume naturalmente un ruolo fondamentale in quanto forza organizzata e avanzata, e per il fatto che sostiene sulle proprie spalle il peso maggiore dello sfruttamento capitalistico. Ma solo organizzandosi in partiti comunisti marxisti-leninisti può dirigere la lotta di classe delle masse nella direzione dell’abbattimento del sistema capitalistico e della conquista del socialismo e del comunismo.
Marx spiega come “Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi s'erano mosse. Questi rapporti da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione sociale” .
Nell’Anti-Dühring Engels spiega come “Le cause ultime di ogni mutamento sociale e di ogni rivolgimento politico vanno ricercate non nella testa degli uomini, nella loro crescente conoscenza della verità eterna e dell’eterna giustizia, ma nei mutamenti del modo di produzione e di scambio, esse vanno ricercate non nella filosofia, ma nell’economia dell’epoca che si considera” .
Marx e Engels hanno scoperto e spiegato il modo di sfruttamento capitalistico che genera profitto facendo lavorare l’operaio ben oltre il tempo necessario a produrre quanto basti per la propria sussistenza, impadronendosi di questo plusvalore e mantenendo nel contempo i lavoratori in una situazione di permanente necessità e con il ricatto della disoccupazione.
Essi hanno spiegato che il proletariato potrà emancipare se stesso solo emancipando tutta la società, abbattendo il sistema capitalista e conquistando il socialismo prima e il comunismo poi.
Questo ha avuto una portata tale da aver cambiato per sempre gli avvenimenti storici.
Senza Marx e Engels non vi sarebbero stati Lenin, Stalin e Mao, e non vi sarebbe nemmeno il PMLI.
E come Lenin, Stalin e Mao hanno sviluppato il marxismo, lo stesso fa il PMLI in base alla propria situazione storica, politica, economica e sociale, combattendo al contempo ogni dogmatismo e ogni revisionismo.
Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non finirà mai di svilupparsi, esso è una scienza e in quanto tale non può non svilupparsi in base alle nuove conoscenze, alle nuove esperienze, ai nuovi avvenimenti nazionali e internazionali, alle novità della lotta di classe e della lotta per la produzione.
Condividere e applicare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao distingue da sempre i veri Partiti comunisti da quelli falsi.
Il PMLI si è armato di questa invincibile teoria rivoluzionaria del proletariato sin dalla sua nascita, e ancor prima nei 10 anni di preparazione, e il prossimo 9 Aprile celebrerà pubblicamente a Firenze i suoi 40 anni passati al servizio del proletariato e del socialismo, così come ci ha insegnato Marx.
Sì perché Marx non è stato solo un grandissimo filosofo e economista, non ha solo fondato assieme ad Engels il socialismo scientifico, egli ha anche speso tutta la sua vita in questa enorme opera, senza badare ai sacrifici, senza farsi intimorire dalla repressione e condizionare dai disagi dell’emigrazione, menomato dalla povertà cronica, che tra l’altro provocò la morte di 3 dei suoi bambini, e in particolare negli ultimi 10 anni dal peggioramento del suo stato di salute.
Marx non si è mai risparmiato nella missione che si era dato, quella di fornire al proletariato le basi teoriche rivoluzionarie per liberarsi dal capitalismo e conquistare il potere politico e il socialismo.
È grazie soprattutto a Engels che Marx ha potuto continuare, nonostante tutto, nei suoi studi e nell’elaborazione delle sue opere. Non vi era solo una piena condivisione politica tra i due, ma anche un forte e fraterno legame che ha permesso loro di superare tante difficoltà.
Come ha scritto il compagno Giovanni Scuderi nel suo articolo “Prendiamo esempio da Marx per portare fino in fondo i nostri compiti rivoluzionari” pubblicato sul n. 10 di quest’anno de “Il Bolscevico”: “L’esempio dell’eccezionale vita rivoluzionaria di Marx non può non ispirare la nostra modesta vita marxista-leninista, non può non ispirare il nostro impegno a dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, a risvegliare il proletariato alla lotta rivoluzionaria, ad aprire la strada per l’avvento dell’Italia unita, rossa e socialista.
Il nostro compito rivoluzionario è diverso, ma l’impegno per assolverlo non deve essere inferiore a quello di Marx, dando tutti noi stessi alla causa senza farsi condizionare né dalla durezza e dalle difficoltà della lotta di classe e dalle avversità politiche di ogni genere, né dalle poche forze umane, materiali ed economiche che disponiamo e dalle vicissitudini personali e familiari. In ogni momento, noi dobbiamo essere coerenti e conseguenti con le indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti” (vedi “Il Bolscevico” n. 27 del 2015).
Studiamo, individualmente e collettivamente, le sue citazioni autobiografiche pubblicate su “Il Bolscevico” e il “Manifesto del Partito comunista” che ha scritto assieme a Engels, pensando all’attuale situazione internazionale e nazionale e ai problemi che abbiamo di fronte per trasformare il mondo e noi stessi.
Non potremo che trovare insegnamenti utili per migliorare la nostra militanza marxista-leninista e combattere contro il governo Gentiloni, di matrice renziana antipopolare, piduista e fascista, e la sua politica di lacrime e sangue all’interno e di interventismo e colonialismo all’esterno.
Imparando da Marx seguiamo la via rivoluzionaria dell’Ottobre, di cui quest’anno ricorre il 100° Anniversario, perché i fatti e la storia dimostrano che solo il socialismo può cambiare davvero l’Italia e dare il potere al proletariato.
Frequentiamo il più possibile la piazza che è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta e di propaganda, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università, perché come ci insegna Mao “Il marxismo non può essere appreso solo dai libri; esso deve passare principalmente attraverso la lotta di classe, il lavoro pratico e il contatto stretto con le masse operaie e contadine per poter essere veramente compreso”.
Nell’ultimo numero del quotidiano “Neue Rëinische Zeitung” costretto a chiudere per la repressione giudiziaria e poliziesca del governo, Marx e Engles scrissero “I redattori della ‘Neue Rëinische Zeitung’ nel prendere congedo vi ringraziano per la simpatia dimostrata loro. La loro ultima parola sarà sempre e dappertutto: Emancipazione della classe operaia.”
E questa è anche la nostra parola, sempre e dappertutto: “Emancipazione della classe operaia”!
È la parola del PMLI che si è posto come sua missione storica il compito di conquistare il socialismo in Italia e portare al potere politico il proletariato, la classe delle operaie e degli operai!
Con Marx per sempre, contro il capitalismo e per il socialismo!
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Avanti verso l’Italia unita rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

15 marzo 2017