Dopo Roma al via la cittadella viola tanto voluta da Renzi
Nardella e Della Valle presentano il nuovo Stadio di Firenze
Un affare da 420 milioni di euro a esclusivo beneficio dei privati e dei cementificatori. Ancora una volta il calcio “cavallo di Troia” della speculazione. La popolazione della Piana soffoca nell'inquinamento, nel degrado e nel rischio mortale connesso al nuovo inceneritore e all'ampliamento dell'aeroporto di Peretola

Quarantamila spettatori, copertura a forma di giglio per evocare il simbolo di Firenze, circa 700 posti coperti per i parcheggi, 100 punti di ricarica per auto elettriche e mille posti per le biciclette, oltre all’immancabile centro commerciale di 77 mila metri quadri, a un hotel con parcheggio collegato alla nuova fermata della tramvia e la sedicente riqualificazione dell'intera area Mercafir. Questi sono i dati del nuovo stadio della Fiorentina che sorgerà a Novoli, nell'area a nord ovest della città. Secondo la AC Fiorentina, la prima pietra sarà posta nel 2019. Il progetto è stato presentato in pompa magna nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio dal sindaco di Firenze Dario Nardella, dal patron della società calcistica Andrea Della Valle e dal presidente esecutivo Mario Cognigni. Costerà complessivamente 420 milioni di euro comprese le opere secondarie che saranno a carico del Comune di Firenze, pagate direttamente dalla popolazione.

Un progetto che viene da lontano
C'erano ancora Leonardo Domenici sindaco di Firenze e Eugenio Giani assessore allo sport quando, il 19 settembre 2008, un tronfio Diego Della Valle, patron della AC Fiorentina, mostrò il plastico con la prima idea di una mega "Cittadella Viola" nell'area di Castello, ad opera dell'architetto Fuksas, che comprendeva il nuovo stadio contornato da centri commerciali e strutture ricettive. Di fatto, a quella data, l'area oggetto della stipula del 2005 fra l'amministrazione comunale di Firenze e Fondiaria per l'urbanizzazione, era già finita sotto inchiesta della magistratura per corruzione. Ciò nonostante il 26 settembre del 2008 la giunta PD Domenici accoglie l'invito dei padroni della Fiorentina e colloca il progetto dentro l'area di Castello, di proprietà della famiglia del costruttore berlusconiano e tangentista, Salvatore Ligresti. Neanche due mesi dopo, per la precisione il 18 novembre 2008 e contestualmente alla notifica degli avvisi di garanzia per corruzione agli assessori PD Graziano Cioni e Gianni Biagi, Castello fu sequestrata dalla magistratura con la motivazione del giudice per le indagini preliminari (gip) che nell'area si volessero realizzare progetti differenti a quelli annunciati pubblicamente dalla giunta a causa di pressioni politiche dal mondo della speculazione edilizia, contro pagamento di mazzette di denaro. Dopo lo scandalo esploso, nell'aprile 2010 il sindaco Renzi, anziché provvedere immediatamente alla cancellazione e al pieno riesame del piano strutturale, annuncia che la "Cittadella Viola" si farà a Castello, confidando nel dissequestro. Nel settembre 2011 invece, con l'area interessata ancora sotto sequestro e con un'indagine che si arricchisce di nuovi particolari a conferma di quanto sostenuto dal gip, il progetto tramonta definitivamente. Renzi, in piena corsa verso Roma, non si ferma davanti a questo "boccone" ricco di profitti e anzi, per continuare ad accattivarsi i numerosi tifosi della Fiorentina, afferma: "la Juventus ha costruito uno stadio davvero bello, perché dobbiamo essere da meno?". Così, pochi giorni dopo l'ultimo stop su Castello, spunta l'idea della nuova "città-stadio" cambiando area di realizzazione, che diventa quella della Mercafir, mercato ortofrutticolo all'ingrosso, società al 59,9% del Comune di Firenze, e territorio circostante. Dopo uno stop di oltre cinque anni, eccoci ai nuovi proclami e alla presentazione di questi giorni.

Entro dicembre il piano finanziario della AC Fiorentina
A seguito della presentazione in pompa magna, una delibera di giunta approvata venerdì scorso, ha fissato al 31 dicembre 2017 la scadenza entro la quale la società viola dovrà presentare a Palazzo Vecchio il Piano Economico e Finanziario (PEF) per realizzare la “cittadella viola”. Annunciato il progetto però, la Fiorentina rimane ancora alla ricerca dei partner finanziari che mettano i soldi per realizzare il tutto con la formula del project financing, tanto cara agli speculatori di ogni sorta; "Stiamo cercando partner finanziari e industriali per il progetto più grande che sarà fatto in Italia", ha spiegato Andrea Della Valle, convinto che non sarà un problema trovarne a seguito dell’importanza internazionale della città del giglio, addirittura senza aprire all’ingresso di nuovi soci nella società viola. Dal canto suo Palazzo Vecchio non può ancora contare sui terreni di Castello, di proprietà Unipol, nei quali intende trasferire la Mercafir, al posto della quale dovrebbe sorgere la nuova cittadella. Sulla vicenda, fra l’altro, pende un ricorso al Tar della stessa Unipol contro la variante, ma il Comune minimizza assicurando ai tifosi, e soprattutto agli interessati addetti ai lavori, che tutto si risolverà entro l'anno. Se intanto possono partire i lavori per la Valutazione di Impatto Ambientale Strategica (VAS), sono attese molte integrazioni, in particolare per quanto riguarda il centro commerciale e il maxi albergo, per proseguire nel percorso che prevede un’altra variante urbanistica con cui Palazzo Vecchio destina l’intera area di Novoli alla cittadella viola. A quel punto, superati – non si sa come - i vincoli legati all’elevato rischio idrogeologico dell’area, restano i paletti inseriti nella delibera del gennaio 2015 che accoglie le osservazioni della conferenza dei servizi, legati soprattutto alla viabilità. Detto ciò siamo certi che, come accaduto per Tor di Valle a Roma, i Della Valle hanno già pronti i loro assi da giocare qualora qualcosa si metta di traverso fra di essi e il grande affare che adesso sembra davvero alle porte, privo anche di qualsiasi consistente opposizione. Intanto, ancora una volta come Roma ha recentemente insegnato, si cerca il consenso dei tifosi lanciando gli stessi proclami dei tempi del Renzi sindaco, sottolineando che da solo lo stadio non basta e bisogna costruire delle strutture collaterali che diano valore (quindi profitti, ndr) al marchio Fiorentina, in modo da autofinanziare la società aumentando gli introiti per costruire una squadra competitiva. Si cerca dunque di far digerire alla popolazione di Firenze, il fatto che la faraonica opera è indispensabile, se si vuole una squadra vincente, che tenga il passo delle grandi società del calcio capitalistico.

La cittadella viola: ultima sintesi della speculazione edilizia
L’urbanistica fiorentina, dagli anni di Renzi sindaco in poi, non ha portato in sé nessuna idea sul futuro della città pubblica, assecondando sistematicamente i voleri delle grandi proprietà immobiliari e degli operatori economici legati al grande turismo di massa. Oltre all’inceneritore di Case Passerini e all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, la cementificazione dell’area di Castello e del Parco della Piana, con i progetti di uffici direzionali, commerciali compresi nella “Cittadella Viola” con al centro lo Stadio, vero “cavallo di Troia” per tutto il resto, rappresentano un passo di non ritorno per la Piana stessa, già satura di cemento e di inquinamento. Un insieme di interventi che cancellano di fatto quel poco che di verde era rimasto del parco, polmone strategico della città. Se a questo si aggiungono anche i disastrosi impatti conseguenti al previsto progetto di attraversamento sotterraneo per l’Alta velocità, emerge un quadro drammatico nel quale si nota, indiscutibile, l’asservimento delle amministrazioni renziane ai grandi interessi finanziari, gli stessi che nel recente passato hanno portato a numerosi casi di intervento della magistratura. Noi, pensiamo che questo progetto non serva assolutamente a far fronte ai prioritari bisogni delle masse fiorentine.

I veri bisogni delle masse fiorentine
Prima dello stadio, che peraltro c'è già e per giunta della stessa capacità di quello previsto nel nuovo progetto, ci sono altre priorità alle quali far fronte, in particolare per la Piana Fiorentina: riqualificazione e riequilibrio ambientale anzitutto, e non certo una ulteriore cementificazione dell’area che è già satura e al collasso soffocata da interventi devastanti dal punto di vista urbanistico. Si pensi soltanto all'impatto che hanno sull'area la nuova Scuola Marescialli, inaugurata da Renzi l'anno scorso, e il progetto di ampliamento delll'aeroporto di Peretola. I nuovi uffici previsti nella cittadella, i nuovi alloggi ed i nuovi negozi sono progetti figli della speculazione edilizia per aumentare la rendita del palazzinaro di turno, a quasi esclusivo beneficio della Firenze ricca ed abbiente. Anche i tanto sbandierati nuovi posti di lavoro, se effettivamente ci saranno, saranno a termine, super sfruttati, e peseranno su una città sempre più cementificata e svenduta a favore degli interessi privati. È invece urgente sostenere con aiuti e progetti concreti le migliaia di lavoratori fiorentini e toscani che sono disoccupati o in cassa integrazione, ed i precari, in particolare i giovani. Firenze necessita innanzitutto di servizi pubblici e gratuiti per l'infanzia, per gli anziani e i diversamente abili come asili nido, scuole dell'infanzia, refezioni scolastiche, centri estivi e per l'orario extrascolastico, organismi e fondi per intensificare l'assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, e della costruzione di centri di riabilitazione ed integrazione per patologie sociali (immigrazione, droga, prostituzione), ad oggi praticamente assenti su gran parte del territorio metropolitano. L'area di Novoli dovrebbe essere riqualificata e magari anche utilizzata per creare un piano mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo dei senza tetto attraverso la ristrutturazione e il risanamento dei vecchi edifici, con fitti simbolici o comunque accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi. L'ipotesi di "cittadella-stadio" dunque, se la inquadriamo mettendo in primo piano gli interessi delle masse, non sta in piedi neanche dal punto di vista sportivo. Le pubbliche amministrazioni dovrebbero dare sostegno finanziario e logistico alle piccole associazioni sportive che non hanno scopo di lucro ma che invece svolgono un prezioso ruolo aggregativo e sociale anche per i più piccoli, anziché favorire o finanziare con canoni di favore o a basso costo, o con svendite di terreni come si prefigura per Mercafir, le aziende e le società già multimiliardarie del calcio professionistico marcio e corrotto che va rifondato su basi democratiche e popolari. Nardella e la sua giunta in quest'ottica, se davvero volessero realizzare un progetto sportivo di pubblica utilità, dovrebbero ampliare, o costruire dove assenti, strutture sportive presso le scuole e le università e nei quartieri periferici, attrezzandole in maniera adeguata in modo tale da consentirne un utilizzo gratuito e di massa. Il benessere della popolazione si raggiunge anche con l'equilibrio fisico e per questo tali strutture dovrebbero essere messe a disposizione gratuitamente, anche in orari extra-scolastici ed extra-lavorativi. Lo sport va inteso come diritto inalienabile, come occasione di aggregazione e socializzazione in modo da migliorare la qualità della vita per tutti, anche per gli anziani e per i disabili. Sappiamo che questo modello ideale è evidentemente inconciliabile col sistema capitalista; tuttavia ad oggi le popolazioni non possono accontentarsi di "gioire" solo per qualche punto in campionato della loro squadra del cuore, "dimenticandosi" dei servizi essenziali scarsi e poco efficienti ma con costi sempre più alti della loro città, con cui tutti i giorni hanno a che fare.
 

22 marzo 2017