Nella capitale blindata, dopo una campagna terroristica per sconsigliare la partecipazione alla manifestazione
10 mila in piazza a Roma contro l'Unione europea
Il corteo, con moltissimi giovani, raggiunge la meta nonostante le intimidazioni e le provocazioni delle “forze dell'ordine” in assetto anti-sommossa. Come ai tempi di Mussolini in base al decreto Minniti. 150 persone fermate fuori Roma e portate in questura preventivamente. 30 fogli di via obbligatori
L'appuntamento ora è a Taormina contro il G7

In una Roma messa in stato d'assedio da migliaia di agenti in tenuta antisommossa, intimidita da una propaganda terroristica promossa dal governo Gentiloni e sostenuta dall'intera macchina dei mass-media di regime, sabato 25 marzo 10 mila manifestanti convocati dalla “Piattaforma sociale Eurostop” provenienti da tutta Italia e anche da altri Paesi europei, malgrado le retate preventive, i fermi e le espulsioni illegali disposte dal nuovo Scelba Minniti sulle orme di Mussolini, e resistendo alle intimidazioni e provocazioni poliziesche, sono riusciti a sfilare in corteo da Porta San Paolo a piazza della Bocca della Verità esprimendo un sonoro NO all'Unione europea imperialista, alla moneta unica e alla Nato, che sfruttano e affamano i popoli europei e preparano la guerra.
Nelle settimane precedenti la stampa di regime, imbeccata dalle autorità di governo e di polizia, aveva martellato l'opinione pubblica prefigurando la devastazione della città da parte di frange di violenti e di black bloc, provenienti anche dall'estero, che si sarebbero infiltrati nel corteo Eurostop. E finanche la possibilità di attentati terroristici di cellule islamiche, sfruttando la paura generata dall'attentato di Londra. Una campagna terroristica accuratamente pianificata col chiaro intento di impaurire la popolazione romana e scoraggiare la partecipazione alla manifestazione facendola fallire in partenza. Un piano che è riuscito solo a metà, perché se è vero che è riuscito a spaventare i cittadini di Roma, tanto da svuotare le strade e far chiudere i negozi lungo il percorso del corteo, non è riuscito però a scoraggiare del tutto l'affluenza dei manifestanti, che hanno raggiunto la ragguardevole cifra di circa 10 mila, nonostante che i mass-media dessero per scontato il flop della manifestazione, prevedendo una partecipazione inferiore.

Misure poliziesche “preventive” di stampo fascista
Secondo i dati parziali resi noti dallo stesso questore di Roma, Guido Marino, dal giovedì al sabato la polizia aveva provveduto ad identificare ben 2 mila persone, e di queste ne aveva fermate circa 200. A 30 di esse, con la scusa di avere precedenti di qualche tipo, era stato notificato il foglio di via obbligatorio, ovvero l'allontanamento da Roma per periodi variabili da uno a tre anni, e che prevede anche l'arresto in caso di violazione: un'applicazione estensiva e illegale del “Daspo urbano” inventato da Minniti col decreto “sulla sicurezza e il decoro” nelle città ancora in via di ratifica in parlamento. Del tutto simile ai provvedimenti di mussoliniana memoria, quando il duce faceva ripulire le città dagli oppositori del regime prima di recarvisi in visita.
L'accesso alla città è stato filtrato da ben 49 posti di blocco, comprendenti tutti i caselli autostradali e l'intero raccordo anulare. Roma è stata blindata e messa in stato d'assedio da uno spiegamento di “forze dell'ordine” senza precedenti, costituito da 5 mila agenti in tenuta antisommossa che hanno separato e reso inaccessibile alle manifestazioni la “zona rossa” del centro dove i governanti europei “festeggiavano” i 60 anni della UE imperialista, e hanno completamente sigillato il percorso del corteo Eurostop. Mentre una quarantina di automezzi, compresi idranti e blindati, stazionavano tutto intorno alla Bocca della Verità che era il punto di arrivo della manifestazione.
A completare l'opera, in funzione di sabotaggio della manifestazione anti UE e anti Nato, prevista nel primo pomeriggio, si erano svolte durante la mattinata e nel primo pomeriggio ben altre quattro manifestazioni: due dirette verso il Campidoglio della destra fascista, di cui una del movimento “Roma ai romani” capeggiato dal fascista Giuliano Castellino, e una della destra cosiddetta “sovranista” (rivendicante cioè l'indipendenza nazionale dalle autorità e dalle politiche UE), capeggiata da Storace e dall'ex sindaco inquisito per “mafia capitale”, Gianni Alemanno, che poi si sono riunite lungo il percorso sfilando con tanto di saluti romani e aggredendo anche con insulti razzisti un migrante di colore.

Manovra opportunista per spaccare il fronte anti UE
C'era poi la manifestazione dei “federalisti” europei, ovvero dei sostenitori a spada tratta della UE imperialista di cui chiedono l'immediata costituzione in “Stati Uniti d'Europa”, messa in piedi dal PD e dai radicali: forse un migliaio di truppe cammellate con tanto di bandiere blu stellate, del PD e perfino di Israele, riunite alla Bocca della Verità e capeggiate dal presidente dei socialisti e democratici al parlamento europeo, Gianni Pittella, dalla marescialla renziana Debora Serracchiani e dal ministro della Giustizia Orlando, venuto a raccogliere pubblicità e consensi alla sua corsa per le primarie, e che è stato anche sonoramente contestato lungo il corteo. Non a caso ai partecipanti a questa manifestazione era indirizzato anche un messaggio di saluto del capo dello Stato Mattarella, e al loro corteo, preceduto dallo striscione “March for Europe”, e seguito da alcuni sindaci in fascia tricolore e tanto di gonfaloni (tra cui primeggiava quello di Firenze governata dal renziano Nardella) è stato dato il massimo risalto dai media, tanto da spacciarlo come la vera “sorpresa” della giornata.
E c'era infine la manifestazione dei riformisti sostenitori della cosiddetta “altra Europa”, formato dalla CGIL, rappresentata dalla Camusso, dalla Fiom (con la presenza di Landini), dall'Arci, da Legambiente, Greenpeace, “L'altra Europa con Tsipras”, Action, i Cobas, il movimento Diem25 di Varoufakis, Sinistra italiana con la presenza di Fassina, il PRC col suo segretario Ferrero, la trotzkista Luciana Castellina e chi più ne ha più ne metta: tutti riuniti sotto lo slogan opportunista “La nostra Europa”, a rimarcare una sorta di “adesione critica” alla UE, che non si vuole distruggere ma “riformare”.
Che questa fosse una manovra opportunista imbastita per spaccare il fronte di lotta e di contestazione alla UE imperialista, tirandoci dentro anche organizzazioni antagoniste anti UE in buona fede come i contadini europei, gli studenti, i migranti, i curdi ecc. Lo si è visto chiaramente quando i due cortei – quello della “nostra Europa” e quello del PD e dei radicali “federalisti” si sono riuniti in un unico corteo pro UE confluito allo stesso comizio finale presso l'Arco di Costantino.

Il sequestro per 8 ore di 150 manifestanti
Tutt'altro trattamento è stato riservato ai manifestanti Eurostop, che hanno cominciato a riunirsi in tarda mattinata alla Piramide Cestia, letteralmente circondati da un impressionante e intimidatorio schieramento di polizia in assetto antisommossa. La partenza del corteo è stata rimandata dopo la notizia che tre pullman e alcune auto di manifestanti, provenienti dalla Val di Susa, dal Veneto e dalla Toscana erano stati bloccati al casello di Roma Nord. E che i circa 150 manifestanti erano stati fermati, trasferiti e trattenuti in un centro di identificazione per migranti presso la questura di Tor Cervara.
Gli organizzatori chiedevano il loro rilascio in modo che potessero raggiungere il concentramento, ma invano. Poi si verrà a sapere che i fermati, tra cui anche diversi minori e persone anziane, non solo sono stati trattenuti illegalmente per più di otto ore, ma che a diversi di loro sono stati applicati i fogli di via obbligatori, con divieto di recarsi a Roma da uno a tre anni. Il pretesto per il loro sequestro illegale è stato trovato nel rinvenimento sui pullman di alcune “felpe scure” e una maschera da verniciatore “atte al travisamento”, e un coltellino per tagliare il formaggio. E il pretesto per comminare i fogli di via è stato trovato nei “precedenti” di alcuni manifestanti, ovvero nessuna condanna penale bensì semplici segnalazioni in questura: “Abbiamo trattenuto i manifestanti in base al loro profilo ideologico”, si limiterà a giustificare il sequestro da stato di polizia il questore Marino.

Sventata la provocazione della polizia di Minniti
Il corteo si è mosso perciò dalla Piramide molto in ritardo, verso le 15,30, con alla testa lo striscione “No all'Unione europea delle banche, dei padroni, delle guerre”, e seguito dal camioncino con grandi scritte “Eurostop”. Era comunque di gran lunga il più nutrito della giornata, con la partecipazione di circa 10 mila manifestanti, tra cui tantissimi giovani, i movimenti aderenti alla rete Eurostop, i lavoratori dei sindacati di base USB con le loro bandiere, i centri sociali, i movimenti No Tav, No Triv e No grandi navi, i movimenti studenteschi e antirazzisti territoriali, i movimenti romani per il diritto alla casa e diversi migranti.
Nel corteo spiccavano striscioni con altre parole d'ordine assai incisive, come “Politici, banchieri, eurocrati, la pazienza è finita”, e una grande bandiera sventolata da giovani anti UE con la scritta “Generazione ingovernabile”. Sfilando per il quartiere Testaccio, nonostante i negozi sprangati e le strade deserte, il corteo è stato salutato e fotografato da molti abitanti affacciatisi alle finestre e ai balconi, una volta resisi conto che non si trattava di un'orda di facinorosi black bloc come i giornali e le tv di regime avevano preconizzato.
Quando però la testa del corteo era già arrivata a piazza Bocca della Verità, è scattata la provocazione della polizia di Minniti. La coda del corteo, che sfilava ancora sul Lungotevere Aventino, è stata dapprima isolata dal resto del corteo, e poi fronteggiata minacciosamente dallo schieramento di agenti pronti alla carica. I poliziotti e gli idranti avanzavano, accennando anche a delle cariche, nel chiaro intento di provocare la reazione dei manifestanti per avere il pretesto di scatenare un massacro dello spezzone chiuso da tutti i lati. Ma i manifestanti non si sono lasciati intimidire e gli organizzatori, dopo aver cercato invano di convincere i poliziotti a lasciar passare il corteo, si sono seduti in terra davanti ai mezzi per impedire la carica. Alla fine, anche per la presenza di decine di fotografi e cineoperatori, che avrebbero inevitabilmente comprovato l'assoluta assenza di motivi per attaccare il pacifico corteo, i dirigenti dei reparti si sono decisi a farlo ripartire, ed esso si è ricongiunto al resto dei manifestanti già arrivati in piazza.

Con lo stesso spirito al G7 di Taormina
Nonostante tutto, a manifestazione conclusa, il questore non ha rinunciato a dichiarare che “tutte le attività poste in essere hanno sventato un chiaro progetto di devastazione della città di Roma”. Un'altra imbeccata, questa, colta al volo dai giornali di regime, che non potendo aprire il giorno dopo con pagine e pagine di cassonetti bruciati, vetrine rotte e bancomat imbrattati, hanno tutti invariabilmente relegato la cronaca delle giornata in una o due sole pagine interne, e solo per osannare il ministro Minniti, che con le sue misure “preventive” di ordine pubblico copiate da quelle ben note di Mussolini, avrebbe scongiurato il nuovo sacco di Roma.
Invece, in una situazione molto difficile e per tanti aspetti drammatica, avendo il coraggio di andare controcorrente e agendo con molta intelligenza, il movimento di lotta contro la UE imperialista ha dimostrato una forza e una maturità pienamente all'altezza della situazione, e non lasciandosi intimidire ed evitando di cadere nella trappola delle provocazioni poliziesche, è riuscito a conseguire un importante successo politico nella lotta per abbattere l'irriformabile, antipopolare e guerrafondaia Unione europea.
Ora si tratta di proseguire la lotta con questo stesso spirito dandosi appuntamento al prossimo G7 di Taormina.

29 marzo 2017