Nella Giornata della memoria e dell'impegno
500 mila da Milano a Trapani in piazza contro le mafie
A Locri in Calabria sfilano in 25 mila
Grave provocazione della 'ndrangheta a Locri

Il 21 marzo è stata celebrata in piazza la XXII Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, la prima riconosciuta ufficialmente dal voto del parlamento avvenuto il primo marzo scorso.
Mezzo milione di persone in tutta la penisola hanno manifestato contro le mafie, una delle piaghe più terrificanti dell'Italia capitalista e in particolare del Meridione.
La manifestazione più importante, promossa da Libera di Don Ciotti, si è tenuta a Locri, nella città metropolitana (ex provincia) di Reggio Calabria.
In 25 mila hanno sfilato nella cittadina calabrese, nota per l'asfissiante presenza della 'ndrangheta dietro lo striscione “Luoghi di speranza e testimoni di bellezza” esposto dallo spezzone dai familiari delle vittime, in testa al corteo.
Subito dietro di loro una grande bandiera della pace portata da alcuni migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi negli scorsi mesi.
I partecipanti non si sono fatti intimidire dalle provocazioni delle 'ndrine locali, come la scritta apparsa il giorno prima su un muro “più lavoro, meno sbirri” (provocazioni che dimostrano comunque che quando il popolo scende in piazza le mafie hanno paura) e anzi hanno ribadito con forza la volontà di combattere e sbarazzarsi di questo mostro.
Un fiume in piena composto da manifestanti di ogni età, insieme a rappresentanti di sindacati, forze politiche, associazioni culturali e religiose, studenti, migranti, lavoratori, pensionati, provenienti da ogni parte d'Italia e perfino dall'estero, hanno ricordato in maniera toccante le 950 vittime innocenti delle mafie, tra cui molti bambini, uccisi negli ultimi decenni.
Tanti i locresi a pugno chiuso affacciati dai balconi durante il corteo che hanno incitato i manifestanti ad andare avanti nella loro lotta.
Don Ciotti dal palco ha chiesto al governo di approvare il codice antimafia, sostenere e rafforzare l’Agenzia dei beni confiscati, nessun arretramento nella legge sugli appalti, sulle intercettazioni e sulla prescrizione, completare la normativa anticorruzione e l'approvazione di una nuova legge sui testimoni di giustizia e sulle vittime di mafia.
Importanti manifestazioni in migliaia di altri comuni e luoghi d'Italia, circa 4mila. Le più numerose a: Trapani, 12 mila manifestanti, Bagheria (Palermo), Firenze, Napoli, Reggio Calabria, Latina, Ravenna, Catania.
Occorre un grande fronte unito contro le mafie, lottando per il lavoro stabile a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e i disoccupati, per lo sviluppo e l'industrializzazione dell'intero Mezzogiorno, sostenere i magistrati impegnati in prima fila nella lotta alle cosche, lottare per spezzare le unghie alle mafie anche legalizzando le droghe leggere e depenalizzando l'uso e il piccolo spaccio di quelle pesanti, tenendo presente che la lotta contro la criminalità organizzata è parte integrante della lotta di classe tra la borghesia e il proletariato.
Per distruggere definitivamente le mafie, la cui testa si trova dentro la classe dominante borghese, lo Stato borghese e l'economia capitalistica, occorre conquistare il socialismo e il potere politico da parte del proletariato.
 

29 marzo 2017