Uccise 240 persone, tra cui molti bambini
Strage Usa di civili a Mosul
L'Italia partecipa in seconda linea all'aggressione dello Stato islamico con caccia, droni e soldati

 
Il comando centrale americano della coalizione imperialista che combatte lo Stato islamico (IS) annunciava il 25 marzo l'apertura di un’inchiesta sui raid compiuti dai bombardieri Usa tra il 16 e il 23 marzo “su richiesta delle forze irachene” nella zona di Mosul in appoggio all'offensiva contro città e in particolare su quelli del 17 marzo che secondo una denuncia di amministratori locali iracheni hanno causato l'uccisione di centinaia di civili. Sono più di duecento i morti accertati, molte fonti parlano di 240 vittime fra i quali molti bambini, altre fino a 300, estratte nei giorni successivi tra le macerie di decine di abitazioni nella parte ovest di Mosul. Una strage di civili in Iraq, accompagnata dalle quasi contemporanee stragi in Siria, da addebitare alla presidenza di Donald Trump che in merito raccoglie in pieno l'eredità delle precedenti amministrazioni che nei due paesi e nel vicino Afghanistan hanno “collezionato” una serie impressionante di vittime civili, catalogate come necessari “danni collaterali”.
Il Pentagono ha dovuto ammettere i bombardamenti sulla zona ma solo dopo che era stato chiamato in causa dagli alleati iracheni del premier al Abadi e dopo le denunce, tra gli altri, del presidente della provincia di Ninive che accusava la coalizione a guida Usa di avere condotto dei raid sul quartiere di al-Jadida a Mosul uccidendo molti civili.
Il regime fantoccio di Baghdad a maggioranza sciita cerca di non alimentare l'opposizione della parte sunnita, indignata dai nuovi massacri sulla popolazione sunnita di Mosul ovest dove vivono ancora 600 mila civili, del quasi un milione presenti nell'ottobre scorso quando iniziò l'attacco della coalizione a guida Usa. L'esercito iracheno annunciato perciò il 25 marzo la sospensione delle operazioni militari su Mosul ovest causa dell’elevato numero di vittime civili, annunciando un cambiamento delle tattiche offensive.
La coalizione imperialista a guida Usa non ha certo intenzione di recedere dall'aggressione allo Stato islamico cui partecipa l'Italia con caccia, droni e soldati, con un ruolo importante seppur in seconda linea.
Una aggressione che ha l'avallo dell'Onu che a fronte della strage di civili a Mosul si limita a esprimere “profonda inquietudine” attraverso la coordinatrice umanitaria per l'Iraq, Lise Grande, che si è detta “sconvolta da queste terribili perdite umane”. Non è tanto ma è sempre molto di più dei governi imperialisti, degli Usa e europei, neanche scossi a fronte a un massacro da loro provocato che è il peggiore dall’invasione dell’Iraq nel 2003. Salvo poi piangere i morti civili in Europa che altro non sono che la conseguenza di quelle provocate dalla guerra di aggressione nei paesi mediorientali.

29 marzo 2017