Concluso l'addestramento dei 90 militari libici da parte europea
10 motovedette italiane ai libici per fermare i migranti alla partenza

 
I 90 marinai della guardia costiera libica, che sono stati addestrati con fondi Ue sulla nave italiana San Giorgio, saranno pienamente operativi entro la metà di maggio e grazie alle 10 motovedette promesse dall’Italia dovrebbero entrare in azione nelle acque territoriali per fermare i migranti alla partenza. La collaborazione tra la Guardia costiera libica e le navi dell'operazione europea “Sophia” in pattugliamento nel Mediterraneo centrale sotto comando italiano, nelle speranze del governo Gentiloni, dovrebbe chiudere la via ai migranti e evitare a Roma l'incombenza di salvarle in mare e trasportarle in Italia.
Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Marco Minniti al termine del vertice con i suoi colleghi di Austria, Francia, Germania, Italia, Malta, Slovenia, Svizzera, Libia, Algeria e Tunisia che si è svolto a Roma il 20 marzo scorso.
Il completamento dell'addestramento dei mariani libici conclude uno dei capitoli decisi il 20 giugno 2016 dal Consiglio dell’Unione Europea che estendeva il mandato dell’operazione “Sophia” fino al 27 luglio 2017 e aggiungeva altri due compiti di supporto al mandato affidato alla forza europea Eunavformed: l’addestramento della Guardia Costiera e della Marina libica ed il contributo alla vigilanza sul rispetto dell’embargo di armi definito dalla risoluzione numero 2292 del 14 giugno 2016 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il protocollo per la messa in pratica della nuova missione era firmato il 24 agosto 2016 a Roma, presso il quartier generale dell’operazione “Sophia” dal comandante dell’operazione, l’ammiraglio italiano Enrico Credendino, e dal comandante della Guardia Costiera Libica, commodoro Abdalh Toumia.
“Si tratta di un atto concreto dell’Unione Europea - affermava l’Ammiraglio Credendino - nel quale si definiscono le linee programmatiche della cooperazione di Eunavformed con la Guardia Costiera e la Marina Libica. Il progetto che in queste ultime settimane abbiamo sviluppato, in piena collaborazione e sintonia con la controparte libica, permetterà di contrastare le organizzazioni criminali che profittano sul traffico di esseri umani. Come conseguenza, questo accordo contribuirà a prevenire ulteriori perdite di vite in mare”. La ricetta dell'imperialismo italiano e di quello europeo prevede di fermare i flussi migratori nei paesi di partenza, poco importa se i migranti muoiono nel deserto o nei disumani campi libici.

5 aprile 2017