Arrestato a Milano insieme a un funzionario Asl e a quattro rappresentanti di due multinazionali
Primario ortopedico operava solo per arricchirsi
Riceveva denaro, viaggi e ospitate tv dalle multinazionali delle protesi

Il professor Norberto Confalonieri, primario ortopedico dell’Ospedale Gaetano Pini di Milano e pioniere degli interventi con tecnica computer assistita, è finito agli arresti domiciliari lo scorso 23 marzo con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e lesioni personali gravi sui propri pazienti.
La procura della Repubblica aveva chiesto il carcere.
Secondo i magistrati milanesi titolari dell’inchiesta, il medico aveva messo a disposizione di due società fornitrici di materiale ortopedico, la Johnson&Johnson Medical spa e la B. Braun Milano spa, la propria funzione sanitaria, favorendo l’acquisto di protesi ortopediche presso l’ospedale nel quale era primario e anche al di fuori di esso, ricevendo in cambio dalle due multinazionali denaro, inviti a programmi televisivi e a convegni, contratti di consulenza occulti e altre utilità materiali e immateriali estese anche ai suoi familiari, come viaggi all’estero per tutta la famiglia.
Il giudice per le indagini preliminari di Milano ha disposto poi, nell’ambito della medesima inchiesta, la misura interdittiva della sospensione dalla pubblica funzione per un anno nei confronti di Luigi Ortaglio, responsabile del Provveditorato economato dell’azienda socio-sanitaria territoriale Nord Milano di Sesto San Giovanni, accusato di turbativa d’asta per avere favorito due multinazionali fornitrici di materiale sanitario sponsorizzate dal chirurgo. Misure interdittive analoghe - ossia il divieto temporaneo per un anno di esercitare le rispettive attività professionali e imprenditoriali nonché ogni altro ufficio direttivo delle persone giuridiche delle imprese - sono state disposte nei confronti di Natalia Barberis e Stefania Feroleto, rispettivamente agente di commercio e dipendente della ‘DePuy Orthopeadics’ che operavano nell’ambito della Johnson&Johnson Medical spa, nonché di Fabio Barzaghi e Sabrina Consonni, rispettivamente agente distributore e dipendente della B. Braun Milano spa. Questi ultimi quattro indagati, accusati di corruzione e turbativa d’asta, sono dipendenti delle multinazionali fornitrici di protesi, quelle che secondo le accuse Confalonieri sponsorizzava per l’acquisto nella struttura sanitaria. Anche le due multinazionali sono state iscritte nel registro degli indagati in base alla legge n. 231 del 2001 sulla responsabilità penale delle imprese.
Le indagini proseguono in quanto la magistratura vuole far luce anche sui danni fisici riportati da almeno tre o quattro pazienti che sono stati operati, soprattutto per protesi alle ginocchia, con la tecnica della ‘navigazione chirurgica computerizzata’ nella casa di cura San Camillo di Milano, dove il medico operava in regime privato, operazioni che poi hanno poi prodotto complicazioni di tale gravità da indurre lo stesso Confalonieri a operare nuovamente tali pazienti presso l’Ospedale Pini.
I magistrati sospettano che Confalonieri avrebbe convinto tali pazienti a utilizzare la tecnica delle protesi con ‘navigazione computerizzata’ anche in casi in cui tale tecnica non sarebbe stata necessaria, tanto che nell’ordinanza di custodia cautelare si legge che Confalonieri sosteneva al telefono di aver “provocato la rottura di un femore ad un’anziana paziente 78enne ” operata al Pini “a suo dire per ‘allenarsi’ con la tecnica d’accesso anteriore ‘bikini’ ” in vista di un intervento privato che avrebbe dovuto fare al San Camillo con un altro paziente.
La disinvoltura del medico, evidentemente dettata da interessi privati che non tenevano minimamente in conto il primario interesse dei pazienti, è dimostrata anche da altre intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia cautelare, come quando, di fronte a ulteriori approfondimenti medici su un paziente chiesti da una cardiologa prima di un’operazione, Confalonieri le dice “Andiamo avanti… andiamo avanti… non mi fotte un cazzo a me della cardiologa ”. In un altro caso, si legge ancora nell’ordinanza, Confalonieri “pur essendo a conoscenza che un membro della sua equipe sia altamente infettivo per avere contratto la varicella, lo invita ugualmente a recarsi in sala operatoria per eseguire un intervento protesico: ‘Vai, vai tranquillo!’ ”.
Il procuratore di Milano Francesco Greco, nella sua richiesta di misure cautelari, descrive il medico come “al centro di una ramificata e consolidata rete di relazioni corruttive ”, sostenendo che egli “in situazione di conflitto di interessi e in violazione dei propri doveri d’ufficio, in un arco temporale dal 2012 al 2015, ha costantemente asservito la sua funzione agli interessi delle società fornitrici di protesi ortopediche Johnson & Johnson Medical spa e B. Braun Milano spa ”.

5 aprile 2017