Diktat duceschi e guerra per bande nel M5S
Grillo annulla le comunarie di Genova

Dopo Parma, Livorno, Roma, Palermo, Bologna, Enna, Quarto, tanto per citare i casi più clamorosi di questi ultimi anni, la guerra per bande all'interno del Movimento 5 Stelle per la conquista di poltrone e posti di potere scuote dalle fondamenta anche Genova, considerata una delle roccaforti del Movimento.
Da alcuni mesi nel capoluogo ligure è in atto una vera e propria epurazione di massa di stampo mussoliniano decisa da Grillo che ha già portato all'estromissione di 4 consiglieri comunali e di un consigliere regionale “non in linea” con i diktat duceschi dei capibastone Grillo e Di Battista.
L'ultima faida in ordine di tempo si è consumata martedì 14 marzo in occasione delle comunarie di Genova vinte a sorpresa dalla candidata Marika Cassimatis con 362 voti contrapposta a Luca Pirondini, candidato sponsorizzato dai vertici del Movimento che invece di voti ne ha presi 338.
Un risultato che ha letteralmente scombussolato le previsioni di Grillo il quale, in barba alla tanto sbandierata “democrazia e trasparenza” ha immediatamente reagito silurando la Cassimatis e imponendo al suo posto il suo candidato.
"Questa decisione è irrevocabile – ha tuonato Grillo dal suo blog scimiottando la dichiarazione di guerra di Mussolini del 10 giugno 1940 - Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me... Rimetto a tutti gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle la decisione se non presentare nessuna lista per le elezioni comunali di Genova o se presentare la lista, arrivata seconda per un distacco di pochi voti, con Luca Pirondini candidato sindaco. Non lasciamo la mia Genova senza questa possibilità".
Altro che “democrazia diretta”, altro che “uno vale uno”, altro che “trasparenza”!
Insieme alla Cassimatis ora rischiano di essere estromessi dal Movimento anche tutti gli attivisti che l'hanno appoggiata.
A confermarlo è la stessa Cassimatis che in una intervista al Corriere della Sera ha ribadito di essere stata tolta di mezzo perché la vittoria di Luca Pirondini, decisa a tavolino, dai vertici del Movimento non era andata in porto. "Mi reputo una militante ortodossa, credo profondamente nei valori del Movimento – ha aggiunto fra l'altro la Cassimatis - Pensavo di avere la carte in regola ma così non è. Ultimamente mi devo essere persa qualche passaggio". L'accusa nei confronti della Cassimatis è di avere avuto rapporti con il “traditore” Paolo Putti, ex candidato sindaco e ex portavoce del M5S a Genova fino al febbraio 2017, e di avere incontrato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, eletto con M5S e poi sconfessato sempre dallo stesso Grillo.
E pensare che nel capoluogo ligure, proprio per mettersi al riparo da sgradite sorprese, Grillo aveva imposto l'adozione del cosiddetto “Metodo Genova”. Una sorta di lista bloccata per imporre non solo il candidato sindaco ma anche tutti i componenti della lista a suo sostegno “per mandare in Consiglio comunale una squadra compatta” un gruppo di fedelissimi a Alice Salvatore, potestà di Grillo a Genova, che infatti è la prima sostenitrice di Pirondini, professore di musica e tenore del Carlo Felice.
Ma non finisce qui. Nei giorni scorsi la Cassimatis ha presentato una querela alla procura di Genova per diffamazione nei confronti di Beppe Grillo, e del deputato del M5S Alessandro Di Battista. L'ipotesi di reato riguarda gli anatemi scritti da Grillo sul suo blog contro Cassimatis e i candidati della sua lista accusati di aver "ripetutamente e continuativamente danneggiato l'immagine del Movimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti". Lesive per Cassimatis sarebbero anche alcune dichiarazioni rilasciate da Alessandro Di Battista che in un'intervista video al Corriere della sera ha dichiarato che "Ci sono persone non in linea con la nostra lotta" e "piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo si prende questa decisione".
Sul versante opposto intanto è saltato fuori che il candidato sindaco Luca Pirondini, imposto da Grillo e Di Battista, non ha tutte le carte in regola dal punto di vista legale. Pirondini infatti fa il doppio lavoro: è "agente di commercio di carne e pollame surgelato" e anche professore d'orchestra a contratto e lavora da diversi anni come viola di spalla e di fila, sia a Genova, al teatro Carlo Felice, sia a Sanremo, presso l'orchestra sinfonica. Incarichi che, secondo la legge del 3 maggio 1985 e il successivo decreto legislativo 59 del 2010, non sono compatibili fra loro.
Come dire, se il buon giorno si vede dal mattino, anche a Genova la “musica” del maestro Pirondini, qualora dovesse essere eletto sindaco, sarà la stessa di tutti gli altri partiti borghesi.

5 aprile 2017