A Lucca
La polizia di Gentiloni e Minniti carica i contestatori del G7 e dell'attacco Usa alla base militare in Siria
Blindata la città, con strade chiuse anche al traffico pedonale, mentre la polizia bloccava nelle stazioni di Firenze e Pisa i manifestanti che volevano raggiungere Lucca

Nonostante la militarizzazione della città, suddivisa in zone rosse, verdi, gialle, blu e bianche, presidiata da decine di mezzi antisommossa e pattugliata da centinaia di agenti, anche in borghese, cecchini, droni e scanner contro i cyberattacchi; centinaia di manifestanti non si sono lasciati intimidire e il 10 aprile sono scesi in piazza a Lucca per contestare il vertice dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Giappone, Canada, Regno Unito e Stati Uniti d’America riunito nel capoluogo toscano per fare il punto sulla situazione geopolitica internazionale.
Il combattivo corteo a cui hanno preso parte oltre 600 manifestanti è stato organizzato dal coordinamento “Lucca contro il G7” ed è sfilato per oltre due ore lungo la circonvallazione che costeggia le mura storiche della città dietro la parola d'ordine “vostre le guerre nostri i morti, prendiamoci la città e cacciamo i padroni del mondo”.
Presenti tanti attivisti delle varie realtà politiche e sociali presenti sul territorio che hanno aderito alla protesta. Lungo il corteo sono stati lanciati anche tanti slogan di condanna dell'attacco Usa alla base militare in Siria e esposti cartelli e striscioni con su scritto "Stop guerra", “Le vostre mani sono sporche di sangue" "No vertice no G7" e "64 milioni di euro per le vostre spese militari mentre tagliate i fondi le case popolari". Presenti anche gli attivisti con le bandiere No-Tav (movimento contro i treni per l'alta velocità in Piemonte); No Muos (movimento contro le basi Nato in Sicilia); A Foras (movimento contro l’occupazione militare della Sardegna); Comitato No Dal Molin (contro la base americana di Vicenza).
La linea repressiva di chiaro stampo mussoliniano adottata da Gentiloni e Minniti e già sperimentata a Roma il 25 marzo scorso in occasione della manifestazione contro il vertice UE ha sicuramente impedito una partecipazione ancora più massiccia. Infatti appena il corteo ha tentato di violare la zona rossa e di entrare in città nei pressi di Porta San Jacopo la polizia di Gentiloni e Minniti ha selvaggiamente manganellato e gasato i manifestanti alcuni dei quali sono rimasti feriti e altri sono stati anche arrestati.
Insomma un ulteriore giro di vite contro la libertà di manifestare impedendo al corteo di sfilare per le vie del centro così come richiesto dagli organizzatori. Mentre il clima di terrore creato ad arte nei giorni precedenti per “prevenire possibili devastazioni, violenze e atti terroristici” è stato usato come pretesto per scoraggiare la partecipazione al corteo di protesta e dare il via libera una vera e propria occupazione militare di tutto il centro storico della città con aree interdette perfino ai residenti, con centinaia di abitanti e lavoratori costretti a dotarsi di un pass e a sottoporsi a identificazione obbligatoria e decine di negozi, esercizi commerciali, bar e uffici costretti a chiudere i battenti. Non a caso decine di manifestanti sono stati bloccati preventivamente dalla polizia nelle stazioni di Firenze e Pisa nel tentativo di impedirgli di raggiungere Lucca. Esattamente come faceva Mussolini che alla vigilia delle sue visite faceva “ripulire le città” dagli antifascisti.

19 aprile 2017