Importante iniziativa del centro sociale Insurgenzia di Napoli
Orgoglio meridionale antirazzista a Pontida
In 5 mila da tutta Italia. Il sindaco leghista impone il coprifuoco e chiude la città. Blindati della polizia presidiano il prato leghista
“TERRONI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!”

Nonostante i tentativi di sabortare la manifestazione messi in campo da Rti del Gruppo Ferrovie, che ha concesso l'uso dello spazio di sua proprietà solo dopo l'intervento della prefettura, e la criminalizzazione dell'iniziativa da parte del sindaco fascio-leghista di Pontida Luigi Carozzi, il 22 aprile oltre 5 mila antirazzisti hanno espugnato la capitale leghista e invaso il prato leghista di Pontida in occasione del primo Festival dell’Orgoglio Antirazzista e Migrante.
All'importante iniziativa organizzata dal Centro sociale Insurgenzia di Napoli in risposta alla provocatoria visita del caporione Matteo Salvini nel capoluogo campano l'11 marzo scorso, hanno aderito varie associazioni e realtà politiche territoriali da tutta italia. Solo da Milano in cinquecento sono arrivati col primo treno, molti anche i migranti che durante la manifestazione hanno preso parte anche al torneo di calcio. Decine di autobus carichi di manifestanti sono arrivati da Napoli, Parma, Padova, Vicenza, Trento, Treviso, Belluno, Venezia, Civitavecchia Marche, Siena, Macerata, Benevento, Fabriano, Jesi, Rovereto, Ancona. Altre folte rappresentanze di manifestanti antirazzisti sono giunti in ordine sparso a bordo di auto private dalla Calabria, Sicilia, Puglia, Marche, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Trentino, Lombardia, Friuli. Presenti anche molti “terroni” con al seguito le famiglie che lavorano e vivono al Centro-Nord ormai da molti anni.
Non badando ai sacrifici del lungo viaggio né alle minacce e criminalizzazione leghiste e poliziesche, tutti uniti sotto il palco dei comizi e del concertone finale stile Primo Maggio per far sentire la voce del Sud contro le politiche xenofobe, razziste e discriminatorie dei fascio-leghisti capeggiati da Salvini.
Una “vittoria contro Rti del Gruppo Ferrovie che voleva negare le aree di sua proprietà” ma soprattutto contro i caporioni della Lega Nord costretti a cancellare anche la famigerata maxi scritta "Padroni a casa nostra" che dal 1990 campeggiava sulla spianata leghista di Pontida.
La decisione di cancellare il maxi slogan è stata presa dal direttivo provinciale, come ha spiegato lo stesso segretario Daniele Belotti su Facebook, per "evitare di dare soddisfazione alle zecche rosse di farsi dei selfie 'piscianti' come in questa foto (allegata al suo post, ndr)".
"Siamo a Pontida per dissacrare perché non possono esistere luoghi sacri del razzismo - spiega Egidio Giordano del centro sociale Insurgencia, in prima fila tra i promotori della giornata... una manifestazione ironica e dissacrante ma che veicola un messaggio serio - aggiunge - la festa del razzismo che si manifesta ogni anno a Pontida ha prodotto 20 anni di politiche antimeridionali e razziste. E oggi diventa ancora più pericoloso con l'avanzata delle destre in Europa. La Lega ambisce ad essere il modello lepenista in Italia, e al momento in Italia gli unici a mobilitarsi contro il lepenismo sono i movimenti". Per questo – ha concluso Giordano - si inizia a pensare alla possibilità di fare un bis il prossimo anno.
Mentre Raniero Madonna sempre di Insurgencia ha spiegato: “Abbiamo espugnato Pontida, questa terra considerata sacra dalla Lega Nord. Siamo qui per raccontare che per noi non esistono i feudi della Lega Nord e del razzismo, vogliamo costruire ponti e lo facciamo con questa festa, che richiama l’orgoglio antirazzista e terrone”.
Nel vano tentativo di sabotare l'iniziativa il neopodestà leghista Carozzi ha emanato nei giorni scorsi un'ordinanza in cui ordinava ai tremila abitanti di Pontida di rispettare il “coprifuoco” in tutto il territorio comunale con bar, negozi, scuole, uffici e perfino il cimitero che sono rimasti chiusi per tutta la giornata. Mentre l’intera zona è stata blindata dai cellulari e da decine di poliziotti in assetto antisommossa fatti arrivare anche da Milano dal nuovo Scelba, Minniti.
Dal palco, sovrastato dalla parola d'ordine “Terroni di tutto il mondo unitevi!” si sono esibiti fra gli altri Eugenio Bennato, Tonino Carotone, 99 Posse, Ciccio Merolla, Valerio Jovine, ‘O Rom, Caravan Orkestar, Daniele Sepe, Massimo De Vita.
Insomma una splendida giornata di lotta dell'italia antifascista che ripudia il razzismo, la xenofobia e lotta contro il capitalismo, l'imperialismo e la guerra.
E non è finita qui. La mobilitazione non si limita a espugnare Pontida ma i partecipanti hanno annunciato di voler saldare il 25 Aprile al 1° Maggio a Napoli Piazza Dante dalle ore 14,00 alle 24,00 con queste parole: “Il primo maggio saremo in piazza per cantare, suonare, ballare insieme come abbiamo fatto sul pratone di Pontida per dare voce nel modo più forte possibile alle tante esperienze di resistenza che oggi continuano ad animare il nostro meridione.
Abbiamo scelto il primo maggio per una ragione ovvia: la festa dei lavoratori e delle lavoratrici. Che a Sud diventa la festa ribelle dei lavoratori a nero, dei lavoratori sfruttati, della manodopera dell’informale, delle vittime clandestine del caporalato.
Siamo andati a Pontida a ribadire che le idee di solidarietà, di rifiuto della guerra, di antirazzismo hanno casa ovunque. Ora saremo nella nostra prima casa per pretendere che essa sia liberata da ogni marchio, da ogni pregiudizio, da ogni politica di marginalizzazione, privatizzazione, indebitamento, avvelenamento, sfruttamento.
Sono già tantissimi gli artisti che hanno aderito alla nostra proposta.
Mentre in Europa si ingrandisce il potere delle compagini politiche eversive e guerrafondaie, mentre i pochissimi uomini al vertice decidono della vita e della morte di migliaia di persone, noi pensiamo che da Sud debba venire il grido di riscossa: non ci fermiamo!
Ci vediamo a Piazza Dante!”.

26 aprile 2017