l candidato premier del M5S come il fascio-leghista Salvini
L'accusa di Di Maio contro i “taxi del Mediterraneo per i migranti” nasconde la contrarietà del M5S all'arrivo dei migranti in Italia
Non ci sono collegamenti tra ONG, trafficanti e scafisti

Sul tema dei migranti il M5S sta sempre più convergendo sulle posizioni della Lega. E in particolare il suo candidato premier, Luigi Di Maio, parla sempre più come il caporione fascio-leghista Salvini: “Chi paga questi taxi del Mediterraneo? E perché lo fa?”, aveva infatti postato indignato sulla sua pagina Facebook il vicepresidente della Camera il 21 aprile, come didascalia ad una foto di un gommone carico di migranti nello stretto di Sicilia. Dove nel definire “taxi” il mezzo stracarico di disperati intendeva evidentemente avvalorare la tesi, avanzata negli stessi giorni dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che alcune delle Ong che con le loro navi soccorrono i migranti al largo delle coste libiche agirebbero in accordo con i trafficanti e gli scafisti.
Del resto il post di Di Maio, che ha sollevato le immediate proteste di Ong come Medici senza frontiere, Save the children ed altre che da mesi operano nel Mediterraneo per salvare migliaia di migranti, nonché del direttore della Fondazione Migrantes della Cei, Giancarlo Perego, seguiva di poche ore una serie di commenti allarmistici e di tono razzista del blog di Grillo sul “record di sbarchi senza precedenti” che l'Italia aveva registrato negli ultimi giorni: “Numeri impressionanti, soprattutto se si considera che nel 2016 c'è stato un vero e proprio boom di arrivi sulle nostre coste, 181.436”, e che “nel 2017 gli sbarchi potrebbero raddoppiare”, avvertiva il blog, sottolineando che “con l'aumento degli sbarchi aumenta ovviamente anche la spesa interna dell'Italia”.
L'inchiesta del procuratore Zuccaro su cui si basano gli attacchi di Grillo e Di Maio contro i migranti e le Ong che si dedicano al loro salvataggio in mare (o meglio l'”indagine conoscitiva”, dal momento che per ora non c'è nessun iscritto al registro degli indagati), a quanto pare nasce solo da rapporti interni di Frontex, l'agenzia europea con sede a Varsavia che controlla le frontiere della Ue ed è presente nel sud del Mediterraneo con la missione aeronavale Triton. Secondo tali rapporti le navi delle Ong aiuterebbero i traffici degli scafisti, e il suo direttore, Fabrice Leggeri, alla commissione Difesa del Senato, ha parlato addirittura di contatti diretti tra scafisti e Ong e di navi che aspettano con i fari accesi l'arrivo dei gommoni spingendosi fin dentro le acque territoriali libiche. Va detto però che Frontex è oggi dominata soprattutto dai governi di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, cioè quelli più accanitamente ostili all'accoglienza dei migranti, e che la missione Triton è rivolta specificamente a reprimere e scoraggiare l'immigrazione clandestina attraverso i confini meridionali della Ue.
Zuccaro sostiene anche di essere a conoscenza di intercettazioni dei servizi segreti che proverebbero le attività di coordinamento con gli scafisti libici di alcune di queste navi appartenenti a sei Ong nate in Germania, Spagna e Malta, “che spengono i transponder perché non venga individuata la loro posizione, che prendono a bordo migliaia di persone ben prima che si verifichi una situazione di pericolo”, ecc. Prove però, a detta dello stesso magistrato, che si riducono a semplici sospetti perché provenendo dai servizi non sono utilizzabili in sede giudiziaria.

Le Ong coprono “il vuoto umanitario” dell'Europa
Comunque il procuratore di Catania ha acquisito i bilanci di tali Ong “sospette” per verificare da dove proviene la loro “disponibilità finanziaria enorme”, ipotizzando, come ha dichiarato intervenendo al programma di Rai3, “Agorà”, che “alcune Ong possano essere finanziate direttamente dai trafficanti” e che tra le loro finalità ci possa essere anche quella di “destabilizzare il sistema economico dell'Italia”.
Accuse gravi e respinte al mittente dagli operatori delle Ong, come da parte del presidente di Medici senza frontiere (non compresa nell'elenco di Zuccaro), Loris De Filippi, che ascoltato in commissione Difesa ha parlato di una campagna mediatica denigratoria contro le Ong che sta già facendo crollare le donazioni, mentre in realtà le polemiche sono solo strumentali e servono a nascondere le responsabilità della politica e delle istituzioni, “che hanno creato questa crisi umanitaria lasciando il mare come unica alternativa e hanno fallito nell'affrontarla e nel fermare il massacro”. Perché se ci fossero canali legali e sicuri per raggiungere l'Europa, “le persone in fuga non prenderebbero il mare e si ridurrebbe drasticamente il business dei trafficanti”. Concorda pienamente su questo anche lo scrittore Roberto Saviano, che ha avuto un aspro scambio pubblico con Di Maio, secondo il quale “le Ong non si sono messe a fare un 'servizio taxi' per i migranti di punto in bianco, ma riempiono un vuoto umanitario lasciato dalle istituzioni europee”.
Secondo l'Organizzazione per le migrazioni di Ginevra, dall'inizio dell'anno sono già 1.089 i migranti morti nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l'Europa via mare, mentre nel 2016 i decessi sono stati 1.266. Quanti sarebbero stati senza l'intervento delle navi delle Ong? Secondo Oscar Camps, fondatore di una delle Ong nel mirino di Zuccaro, Proactiva open arms, “le Ong danno fastidio a operazioni come quella di Frontex, perché fanno emergere che ci sono sempre più morti e più barche”.
Tutte le Ong interpellate, anche dalla commissione Difesa, hanno confermato di agire fuori dalle acque territoriali libiche, e sempre in stretto coordinamento del resto con il comando della Guardia costiera che ha sede a Roma, e che anche se spegnessero i transponder le loro navi non potrebbero sfuggire ai radar dei comandi militari europei. Le cui navi, come ha confermato a “Radio popolare” il vicecapo della Farnesina, Mario Giro, da qualche mese a questa parte “si sono ritirate a nord di Malta e quindi sono rimaste solo le imbarcazioni delle Ong che vengono accusate di essere il 'pull factor', cioè fattore di attrazione per le imbarcazioni coi migranti, mentre il vero 'pull factor' è la vicinanza dell'Europa all'Africa”. Senza considerare che, ha aggiunto, “i 'push factor', cioè i fattori di spinta per partire, sono molto più forti di qualsiasi ipotetica attrazione da parte delle navi delle Ong”.
Del resto, sempre in Senato, anche il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, ha dichiarato che “a noi come ufficio non risulta di asseriti collegamenti, obliqui o inquinanti, tra Ong e trafficanti”. E Siracusa è la zona più massicciamente coinvolta dagli sbarchi. La stessa cosa hanno detto il responsabile del gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina, Carlo Parini, e l'ammiraglio Vincenzo Melone, comandante generale della guardia costiera, che ha anzi elogiato le Ong, “che lavorano sotto il nostro coordinamento dando un grande aiuto”. Solo la procura di Trapani sembra dare credito alle tesi di Frontex e di Zuccaro, facendo sapere di aver avviato un'inchiesta per favoreggiamento all'immigrazione clandestina a carico di una Ong tedesca che avrebbe salvato migranti in acque libiche senza aver ricevuto chiamata di soccorso.

Di Maio e Salvini uniti per respingere i migranti
Sta di fatto che sulle dichiarazioni di Zuccaro si sono buttati a pesce non soltanto Grillo e Di Maio, ma anche Alfano e Salvini, che hanno fatto una difesa a spada tratta del loquace procuratore di Catania. Anzi, Salvini ha rincarato la dose sostenendo nella trasmissione di Rai3 “In ½ ora”, di essere a conoscenza, presumibilmente tramite il Copasir presieduto dal leghista Stucchi, di un presunto dossier dei servizi segreti, in mano anche al governo Gentiloni, che confermerebbe le accuse di Zuccaro ad alcune Ong. E che addirittura a bordo di quelle navi insieme ai migranti viaggerebbero anche armi e droga. Ma lo stesso Stucchi, chiamato a confermare le accuse del suo boss, ha dovuto smentirle come “notizie prive di fondamento”.
Di Maio si trova dunque in degna compagnia, e quasi a gareggiare col leader razzista e xenofobo della Lega, incurante delle proteste e delle smentite delle Ong chiamate in causa, ha di nuovo postato sul blog di Grillo altre dichiarazioni provocatorie, come quella che agli scafisti basta ormai “una moto d'acqua per scortare i migranti sulla prima nave disponibile per l'Italia. Le navi delle autorità italiane dall'estate scorsa non si portano più a ridosso delle acque libiche, adesso si trovano in una posizione arretrata. Alcune navi Ong invece sembrerebbero essere a portata di acquascooter”.
Quello di Di Maio non è dunque uno scivolone ma una linea ben definita, del resto già emersa con le sue dichiarazioni sulla Romania che esporterebbe criminali in Italia. Evidentemente il vero motivo del suo attacco alle Ong è che sotto sotto il M5S non vorrebbe che i migranti venissero in Italia, ma restassero bloccati in campi di concentramento in Libia o riportati indietro come chiede apertamente Salvini. E ciò fa pensare al tentativo di pescare voti nel bacino elettorale della Lega in previsione della sua candidatura a premier nella campagna già iniziata per le elezioni politiche, se non per arare il terreno ad un'alleanza elettorale sottobanco tra il movimento di Grillo e il partito di Salvini.
 

10 maggio 2017