Al direttivo provinciale della Filctem-Cgil di Pisa
Denunciati i decreti Minniti e Minniti-Orlando anti migranti
Cammilli invita la Cgil a stare con i lavoratori che si oppongono alle ristrutturazioni e ai licenziamenti

Redazione di Fucecchio
Il 12 maggio si è tenuto a Pisa il direttivo provinciale della Filctem, la categoria della Cgil che riunisce tra gli altri i lavoratori della chimica-farmaceutica, del tessile abbigliamento e i settori di acqua, gas ed elettrici. La relazione del rappresentante della categoria, Loris Mainardi, ha aperto i lavori denunciando tra l'altro i decreti Minniti e Minniti-Orlando anti immigrati e che forniscono gli strumenti per impedire accattonaggio, allontanare i poveri dal centro delle città ma anche utilizzabili per limitare qualsiasi forma di dissenso politico e sociale.
È stato fatto poi il punto sulla situazione in provincia che in generale presenta un quadro di forte crisi economica e occupazionale ed è stata denunciata la “riforma” degli ammortizzatori sociali che invece di essere estesi a tutti, come prometteva Renzi, sono stati limitati nel tempo impedendo a molte piccole aziende locali di superare momenti di difficoltà fino a giungere al punto che in certe fabbriche i lavoratori sono disposti per un certo periodo a stare a casa senza stipendio pur di conservare il posto di lavoro.
Al direttivo è intervenuto il compagno Andrea Cammilli che ha incentrato il suo discorso sulla necessità di smettere di firmare contratti e accordi a tutti i costi senza tra l'altro ottenere il salvataggio dei posti di lavoro che si dichiara di voler difendere. Sono gli stessi lavoratori che non sono più disponibili a subire tagli ai diritti e ai salari per pagare la crisi economica capitalistica, le dismissioni e le gestioni fallimentari di aziende pubbliche e private.
In tal senso i lavoratori dell'Alitalia, e non sono i soli, - ha continuato Cammilli - hanno dato un forte segnale di riscatto e dignità mentre alcuni politici e sindacalisti li hanno accusati di essere degli irresponsabili. Addirittura la Cisl, per bocca della Furlan, si è pentita di aver fatto svolgere il referendum che poi ha bocciato sonoramente l'accordo firmato dai confederali che prevedeva migliaia di licenziamenti. La Cgil non deve appoggiare i piani del governo e dei padroni ma stare dalla parte dei lavoratori, solo con la mobilitazione si possono strappare dei risultati.
È stato toccato anche il tema del welfare aziendale, su cui regna molta confusione. Cammilli lo ha denunciato come un sistema che introduce il welfare privato all'americana con l'aggravante che in Italia sarà lo Stato attraverso la decontribuzione a pagarne le spese, mentre la sanità pubblica sarà ulteriormente abbandonata e ridimensionata. Anche Marcello Franchi della segreteria provinciale nel suo intervento conclusivo ha dovuto ammettere che le forti critiche espresse da Cammilli sul tema sono più che fondate.
Cammilli ha terminato accennando alle elezioni francesi, trattate da alcuni interventi, tutti critici verso Macron, sottolineando il comportamento dei sindacati transalpini, CGT in testa assieme a studenti e altre organizzazioni, che nemmeno 24 ore dopo sono scesi in piazza contro il neopresidente per avvertirlo di non toccare il lavoro e il sociale. Un atteggiamento davvero ben diverso da quello arrendevole e condiscendente tenuto dalla Cgil quando in Italia si sono insediati i governi Monti, Renzi e Gentiloni.
 

17 maggio 2017