Ogni anno 66 mila morti per lo smog
Sforati i limiti delle polveri sottili in 30 zone d'Italia

La Commissione europea, con l’ennesimo avviso ed aprendo la seconda fase della procedura d’infrazione, a fine aprile ha invitato il nostro Paese ad adottare misure di contrasto all’inquinamento da polveri sottili; lo smog in Italia è generalmente elevato ed il livello di Pm10 comporta “rischi importanti per la salute pubblica”. Il procedimento, in particolare, è stato avviato per la violazione dei limiti giornalieri in trenta zone urbane di Campania, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia,Toscana, Umbria, Sicilia e Veneto. Zone nelle quali dal 1° gennaio 2005, data dell’entrata in vigore dei valori limite giornalieri di polveri sottili in sospensione (PM10), gli sforamenti sono stati praticamente la regolarità quotidiana. Nessun provvedimento è stato messo in atto dai governi locali e da quello centrale, tranne i soliti palliativi rappresentati dalle targhe alterne o dagli sporadici blocchi del traffico, nonostante la Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2012 avesse già ritenuto il nostro Paese responsabile della violazione della legislazione Ue in materia per gli anni 2006 e 2007. In Italia l’inquinamento da PM10 è causato da emissioni connesse al consumo di energia elettrica e al riscaldamento, ai trasporti, all’industria e all’agricoltura. Una elevata concentrazione di PM10 può provocare asma, problemi cardiovascolari e cancro ai polmoni; ogni anno l’inquinamento da polveri sottili provoca nel Paese più di 66 mila morti premature, un numero superiore a quello annuale di decessi per incidenti stradali, rendendo l’Italia lo Stato membro più colpito in termini di mortalità connessa al particolato, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA). Ciò nonostante, poche sono le città che hanno dato il via a progetti di mobilità pubblica collettiva o ad incentivi sull’elettrico che vedono l’Italia relegata nella parte bassa della classifica europea per immatricolazione di veicoli elettrici. Spesso le giunte dei nostri comuni, ripiegano sulla “danza della pioggia” che, interrompendo periodi più o meno brevi di siccità invernale, è capace di far precipitare per qualche giorno i livelli di PM10, sospendendo in molti casi anche blocchi del traffico previsti. Naturalmente la gravità della situazione esistente non viene minimamente scalfita ed anzi, ogni anno che passa, maggiori sono i danni arrecati all’ambiente ed alla popolazione. Per quanto riguarda l’ammodernamento dei sistemi di riscaldamento nei condomini, l’80% della forma abitativa italiana, siamo al nulla di fatto, alimentando ancora una volta il problema. Sulla carta il governo di Roma dovrebbe attivarsi entro due mesi, altrimenti Bruxelles potrà deferire il caso alla Corte di giustizia della Ue. Serve un piano nazionale per abbattere le emissioni e ripulire l’aria; una politica preventiva e strutturale, capace di investire su treni pendolari anziché sull’alta velocità, sui tram e metro elettrici, sulla efficienza energetica degli edifici con sistemi di riscaldamento sostenibili, e con un potenziale incremento della ciclabilità urbana. In pratica servirebbe l’opposto di quello che da sempre hanno fatto i governi italiani, favorendo il trasporto individuale e su gomma a tutto vantaggio delle multinazionali delle auto e lasciando campo libero alle energie fossili; Renzi e Gentiloni in ultimo, a parte i proclami dell’Italia alla COP 21 di Parigi che si sta rivelando l’ennesima grande truffa all’ambiente, agiscono in stretta continuità, favorendo ancora lobbisti e petrolieri, o agevolando in ultimo i gasdotti spacciandoli per alternative al petrolio ma che in realtà rappresentano un ulteriore freno allo sviluppo delle rinnovabili reali, su tutti l’idroelettrico ed il solare. L’Italia dovrebbe innanzitutto, data la sua posizione particolarmente favorevole, puntare sul solare, lavorando attivamente per risolverne il problema principale per quanto riguarda il suo utilizzo nella grande industria, qual è l’accumulo; ma siamo certi che finché l’oro nero o il gas russo, azero o israeliano, saranno più redditizi per le multinazionali, come potrebbe un governo a loro completamente asservito, mettere loro il bastone fra le ruote?
 
 

17 maggio 2017