Una splendida giornata antirazzista e antifascista a Milano
100 mila in piazza per l'accoglienza ai migranti e contro la Minniti-Orlando
A ruba il volantino del PMLI
Contestato il PD

Redazione di Milano
Originalmente quella di sabato 20 maggio, a Milano, doveva essere esclusivamente la marcia "Insieme senza muri", una manifestazione a uso e consumo della giunta comunale PD di Giuseppe Sala volta a coprire a sinistra la sua politica di repressione dei migranti, di regolamentazione limitata e gestione del flusso della loro forza-lavoro da far sfruttare a buon mercato dal capitalismo meneghino.
Pur senza contrapporsi al sindaco renziano, in previsione della suddetta marcia è sorto il comitato antifascista e antirazzista “Nessuna persona è illegale”, promosso da varie associazioni e centri sociali, che si è dato un'articolata piattaforma rivendicativa per i diritti dei migranti rivolta al Comune di Milano, al governo Gentiloni e all’Unione europea. Questo comitato ha deciso di partecipare al corteo creando però al suo interno (dietro gli spezzoni delle organizzazioni pro-Sala) una manifestazione intitolata col suo stesso nome che traduce in italiano quello della rete internazionale dei movimenti a favore dei migranti: “No One is illegal”.
In totale sono sfilati in corteo – dai Bastioni di Porta Venezia fino al Parco Sempione percorrendo la circonvallazione delle ex mura spagnole – più di 100mila manifestanti dei quali più della metà nella parte organizzata da “Nessuna persona è illegale” portando al collo cartelli gialli e bandiere argentato-dorate (fatte con coperte termiche come quelle date ai migranti salvati dai naufragi sul Mediterraneo) con la scritta “NO Minniti-Orlando”.
Il luogo del concentramento, Piazza Oberdan, era già pieno un’ora prima dell’appuntamento ufficiale delle 14.30. Tra i migranti non ci sono solo i profughi in fuga dalla fame e dalle guerre in Africa e in Medio Oriente, ma anche folte rappresentanze di comunità già consolidate a Milano come quelle latinoamericane e cinese.
Agli slogan e ai comizi volanti di protesta si alternavano musica e balli in un clima colorato di festa e sarcastica ironia, come quella di un gommone portato in corteo, mentre decine di bambini di tutte le etnie marciavano insieme tenendo un telone arcobaleno simbolo della pace e dell’amicizia tra i popoli. Cosa non secondaria, inoltre, la maggioranza dei manifestanti era composta da italiani solidali coi migranti.
Unico partito politico a contestare apertamente il governo Gentiloni, il nuovo duce Renzi e le leggi fasciste e razziste Minniti-Orlando è stato il PMLI, con le sue rosse bandiere portate alte da una qualificata e combattiva delegazione di militanti e simpatizzanti della Cellula “Mao” di Milano e dell’Organizzazione di Viggiù (Varese). Su un rosso cartello i marxisti-leninisti mostravano alto - oltre a quello contro il governo di matrice renziana, antipopolare, piduista e fascista di Paolo Gentiloni che lo raffigura come balilla del suo duce Renzi in veste mussoliniana - un manifesto realizzato dal Comitato lombardo del Partito raffigurante un migrante che spezza le catene della schiavitù del suo supersfruttamento sopra le scritte: “Abrogare Turco-Napolitano, Bossi-Fini e le leggi fasciste e razziste Minniti-Orlando – Nessun migrante illegale! Cittadinanza subito per i figli dei migranti! Chiudere tutti i lager-CPR!”. Volantini che riproducevano quest’ultimo manifesto sono stati diffusi a centinaia andando letteralmente a ruba e finendo rapidamente. Successo tra i manifestanti ha riscontrato anche il nostro cartello, ripetutamente fotografato e apprezzato con aperti apprezzamenti e complimenti per la nostra schiettezza nel denunciare apertamente la politica anti-immigrati del governo.
Durante il corteo, animando la protesta dei manifestanti, i nostri compagni hanno lanciato slogan come: “Minniti-Orlando da abrogare, nessun migrante illegale!”, “Basta stragi, lager e deportati! Frontiere aperte per i migranti!”, “Renzi, Minniti, come Salvini!”; e anche cantando “Bella Ciao”, “Bandiera Rossa” (con la strofa: “non più nemici, non più frontiere, sono i confini rosse bandiere”) e “L’Internazionale”.
Sala, gli assessori della sua giunta Carmela Rozza (alla Sicurezza) e Pierfrancesco Majorino (alle Politiche sociali), e i vari capi del PD presenti (tra i quali Bersani), pensavano di passarla liscia entrando da Piazza della Repubblica direttamente tra gli spezzoni amici alla testa del corteo, e invece sono stati duramente contestati al loro arrivo: “non si può votare la Minniti-Orlando e stare nelle piazze antirazziste”, “Vergogna”, “Minniti razzista”, “Fuori la Rozza dal corteo”, “Via il PD dal corteo”; sono questi solo alcuni degli slogan lanciati da tanti giovani manifestanti che esponevano uno striscione con la scritta “PD=Peggior Destra” costringendo i contestati a manifestare attorniati da guardie del corpo e dal “servizio d’ordine” del PD e dei City Angels.
Giunto in Piazza del Cannone (davanti al Parco Sempione), Sala e Pietro Grasso hanno frettolosamente pronunciato i loro comizi finali (dove con retorica ipocrisia hanno straparlato di “solidarietà ed accoglienza” pur restando in sintonia col governo Gentiloni e le sue leggi fasciste e razziste) per poi svignarsela in tutta fretta prima che arrivasse la seconda parte del corteo che li avrebbero sicuramente subissati di fischi e altrettante contestazioni.
Una splendida giornata antirazzista e antifascista, non proprio quello che immaginava il sindaco Sala che la voleva esclusivamente rivolta contro l’aperta xenofobia della Lega di Salvini sul quale voleva spostare tutta l’attenzione degli antirazzisti al fine di coprire le politiche contro gli immigrati del governo Gentiloni e del PD di Renzi.
Auspichiamo che dal 20 maggio nasca un sempre più vasto e cosciente movimento che si estenda a tutto il Paese e che con forza rivendichi l’abrogazione delle leggi Minniti-Orlando e di tutta la normativa sull’immigrazione scaturita dalle leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini affinché i migranti in fuga dalla fame e dalla guerra, entrambe generate dall’imperialismo, possano liberamente entrare in Italia ed ottenere gli stessi diritti politici e sociali dei cittadini italiani quantunque anche questi diritti siano sempre più limitati dall’imperante regime neofascista della seconda repubblica.

24 maggio 2017