Come fermare le stragi di innocenti

Ancora barbarie, altro sangue innocente che scorre in Europa. Addolorati e indignati per le 22 vittime, fra cui una bambina di appena 8 anni, e gli oltre 100 feriti dell'attacco compiuto a Manchester da Salman Abedi, “soldato del Califfato” nato in Inghilterra da genitori libici, come abbiamo già fatto in occasione di altri attentati simili vogliamo non farci vincere dall'orrore ma cercare di analizzare e capire le ragioni che l'hanno generato.
La “spiegazione” che ci viene propinata attraverso i mass media dalla propaganda imperialista, cioè dei terroristi islamici che odiano i “valori dell'Occidente”, dello “scontro di civiltà”, della “guerra di religione”, in realtà non spiega un bel niente perché nasconde la chiave del problema, ossia la guerra di aggressione condotta dalla santa alleanza imperialista costituita dalla Coalizione a guida Usa, che da oltre dieci anni invade e bombarda il Medio Oriente per spartirsene le risorse, cui si è aggiunta di recente la Russia per salvaguardare i propri interessi nell'area, contro lo Stato islamico, che intralcia le loro mire.
L'attacco di Manchester, così come quello di Londra del 22 marzo, non sono altro che la ritorsione terroristica dell'Is contro la Gran Bretanga. Quest'ultima negli ultimi anni ha intensificato il suo impegno bellico in Siria e Iraq, superando di gran lunga quello messo in campo nelle invasioni di Afghanistan e Iraq. A dichiararlo a chiare lettere è lo stesso Stato islamico nel comunicato con cui rivendica l'attacco, che, dicono, è avvenuto “in risposta ai loro soprusi contro le case dei musulmani” ossia contro i bombardamenti che devastano e massacrano Mosul, Raqqa e il resto del territorio dell'Is. Si tratta ovviamente di un contrattacco scorretto e inaccettabile, visto che colpisce civili innocenti, ma questa è la verità ed è impossibile capire quanto sta avvenendo se non la si accetta.
Anzi, si finisce per restare prigionieri della propaganda imperialista, veicolata dai mass media, che lucra sulle giovani e giovanissime vittime per contrapporre la “civiltà” occidentale alla “barbarie” islamica, nascondendo le bombe che cadono su ospedali, case e civili in Medio Oriente. Una propaganda tanto manipolata da passare quasi sotto silenzio il bombardamento compiuto dagli Usa nella notte fra il 25 e il 26 maggio a Mayadin, al confine fra Siria e Iraq, che ha fatto 100 morti, fra cui 42 bambini. Senza contare che lo stesso giorno in cui Manchester veniva colpita, nel canale di Sicilia 34 migranti fra cui molti bambini morivano in mare, anch'essi senza l'onore delle cronache, quasi fosse ormai una routine.
Per capire quanto i governi imperialisti siano meschini e interessati unicamente ad accaparrarsi le risorse utili a ingrassare i capitalisti di casa propria, basti pensare che il famigerato “Chilcot Report” del 2016, ossia il rapporto conclusivo dell'inchiesta condotta proprio in Regno Unito sulla decisione di Blair di partecipare all'invasione dell'Iraq nel 2003, è emerso che già allora i servizi di sicurezza nazionale britannici prevedevano che scatenare la guerra in Medio Oriente avrebbe generato un'impennata di attacchi terroristici in Europa. Avvertimenti ignorati, o declassati a “piccolo prezzo da pagare per essere una superpotenza”, come riporta testualmente Richard Shultz, all'epoca consulente del dipartimento della difesa Usa, in un articolo pubblicato sul “Weekly Standard” nel 2004.
I bambini di Manchester sono vittime dello stesso conflitto che uccide i bambini in Siria e Iraq, i quali peraltro spesso non avevano conosciuto altro che fame e guerra nella loro giovane vita. Lungi da noi affermare che esistono morti di serie A e morti di serie B, da internazionalisti proletari. Piuttosto è la prova che non c'è altra strada per mettere fine a questi spargimenti di sangue che cessare la guerra allo Stato islamico.
Ma non è questa la direzione in cui vanno le potenze della santa alleanza imperialista, che ad ogni vertice, come quello della Nato a Bruxelles e il G7 a Taormina, confermano la distruzione dello Stato islamico come loro obiettivo primario, per la gioia dei fabbricanti e commercianti d'armi e delle lobby militari. Così è emerso anche dal viaggio di Trump in Arabia Saudita, dove ha ottenuto dal monarca e teocrate Salman l'impegno a “cancellare” l'Is. Il governo saudita, erroneamente visto come l'attuale principale finanziatore dello Stato islamico, è invece sotto attacco da parte di quest'ultimo in Yemen, Paese che i sauditi hanno invaso militarmente e ridotto in macerie col tacito assenso di Usa e Ue.
Per mettere finalmente fine a questo sanguinosa spirale di barbarie, occorre spezzare la spirale guerra imperialista/attacchi terroristici. E per questo è urgente mobilitarsi in massa per la pace, anzitutto nel nostro Paese, dove dobbiamo esigere a gran forza che Gentiloni ritiri l'Italia dalla guerra allo Stato islamico per evitare le sue altrimenti inevitabili ritorsioni terroristiche.

31 maggio 2017