Da Pizzarotti in giù: 11 candidati a sindaco per imbrogliare ancora le masse
Allarghiamo il fronte unito astensionista a Parma
Le due liste sedicenti comuniste continuano l'azione nefasta del vecchio PCI revisionista contro l'idea stessa di socialismo

L'11 giugno si voterà per il rinnovo del Consiglio comunale anche a Parma e nella corsa alla poltrona di sindaco troviamo ben 11 candidati. Tra questi bisogna ricordare il sindaco uscente, Federico Pizzarotti, eletto 5 anni fa con il Movimento 5 Stelle, che avrebbe dovuto essere l'uomo anti-sistema, l'innovatore e moralizzatore dell'amministrazione comunale dopo gli scandali in cui sono stati palesemente coinvolti gli ex sindaci Ubaldi e Vignali.
Pizzarotti, ovviamente, non è mai stato in grado di mantenere le promesse elettorali, prima fra tutte il no al nuovo inceneritore e poi non è stato in grado di sottrarsi dall'influenza dei “poteri forti” locali, gli stessi che lucravano con il grande corruttore Ubaldi e col suo figlioccio Vignali ed è quindi stato espulso anche dal suo partito originario, il Movimento 5 Stelle, per il suo palese tradimento, creando nel contempo una nuova lista elettorale, Effetto Parma, con la quale si è ora candidato. Pizzarotti è ben visto dall'Unione Parmense Industriali (UPI) per i meriti che si è conquistato sul campo, egli è l'ennesimo esempio del trasformismo politico italiano, è il servo buono della grassa borghesia parmigiana, che lo tiene in considerazione nel caso fosse rieletto.
L'UPI ha un occhio di riguardo anche per altri candidati, per tutti coloro cioè che, accedendo alla carica di sindaco, resterebbero in aperta sintonia con il sistema ben collaudato del clientelismo locale, le cui radici sono talmente profonde che nessuna lista di centro o di destra o civica potrebbe rimuoverle. Il candidato del PD Scarpa, la Cavandoli per la destra e i candidati delle liste civiche sono parte del sistema di potere della borghesia locale, il continuismo della vecchia politica con la maschera.
Nelle liste "alternative" troviamo invece Daniele Ghirarduzzi, candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, che cerca di ridare dignità al partito dopo l'espulsione di Pizzarotti, promettendo una politica risanatrice, cioè la politica originale del partito applicata a Parma, quella che avrebbe dovuto portare avanti Pizzarotti all'inizio del suo mandato. Ma la situazione adesso è cambiata. I seguaci di Grillo governano già diverse città e non sembrano in grado di mantenere i programmi annunciati. Dopo anni di regime neofascista le istituzioni locali lasciano sempre meno spazi di manovra al vecchio riformismo, e il M5S sembra destinato ad essere un ulteriore sostegno alle istituzioni borghesi, non sarà lui a cambiare il sistema, ma il sistema a cambiare lui, così come negli anni passati il sistema ha demolito il PCI di Gramsci, ha cambiato la Lega Nord secessionista e il partito di Di Pietro, ecc. ecc. Altro discorso meritano invece le due liste comuniste, e precisamente quella del nuovo PCI con candidato Ettore Manno, consigliere comunale uscente del gruppo comunista, sostenuta anche da Rifondazione Comunista, e quella del Partito Comunista di Marco Rizzo con candidata Laura Bergamini, dipendente comunale e da sempre esponente della sinistra comunista parmigiana. La presenza di queste due liste, alternative fra loro, rappresenta l'ennesimo inganno politico per tenere le masse popolari nell'elettoralismo borghese, per continuare l'azione nefasta del vecchio PCI revisionista, che ha decomunistizzato le masse, insabbiato la lotta di classe e disperso l'obbiettivo del socialismo.
Il vecchio PCI è stato un partito profondamente legato alle elezioni territoriali e ai poteri locali e lì ha perpetrato l'inganno più subdolo, promettendo la "via democratica" al socialismo in realtà scardinando l'idea stessa del socialismo, venendo corrotto proprio dalle borghesie locali, risucchiato in quella "questione morale" che a parole voleva combattere. Le liste dei due partiti comunisti a Parma, aldilà dei punti programmatici apparentemente condivisibili, sono l'emblema del revisionismo che non vuole cedere, rappresentano la sfiducia nella via rivoluzionaria e nel PMLI, la sfiducia nella linea elettorale astensionista e la fiducia nel riformismo. Il PMLI sa bene che nelle attuali condizioni nessun riformismo di sinistra è possibile in questo regime neofascista, quindi il voto astensionista di delegittimazione delle istituzioni borghesi resta la tattica indispensabile per il Partito del proletariato, per indirizzare l'astensionismo spontaneo verso il socialismo e favorire l'ulteriore rafforzamento del partito e la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse, i Comitati popolari e le Assemblee popolari.
Per il futuro la linea del PMLI a Parma deve tendere ad allargare il fronte astensionista e mettere in contraddizione tutti i sinceri comunisti, ovunque collocati, per far sì che prendano coscienza della via senza uscita dell'elettoralismo borghese e creare un fronte unito astensionista che sia chiaramente visibile e percettibile. Per rompere quei dogmi elettoralistici che il vecchio PCI ha creato e il nuovo PCI vuole riproporre, per denunciare apertamente che tutti gli scandali delle amministrazioni comunali e dell'attuale scandalo Pasimafi, sono figli del sistema capitalista, che ha fatto del massimo profitto il motore che muove la politica e dell'arricchimento personale lo stile di vita da ambire. Per una vera rinascita sociale e morale che solo l'ambizione al socialismo può dare.
Alberto, simpatizzante di Parma del PMLI

7 giugno 2017