Trionfa l'astensionismo al primo turno delle elezioni comunali dell'11 giugno a Paola (Cosenza)

Il 31,7% dell'elettorato, 4.768 elettori su 15.025 si è astenuto: un elettore su 3 ha disertato le urne, ha annullato la scheda o l'ha lasciata in bianco, incrementando l'astensionismo del 2,4% rsul corpo elettorale rispetto al primo turno delle comunali del 2012.
Un risultato straordinario e tanto più significativo se si considera che l'affluenza in genere alle amministrative è sempre superiore alle regionali ed europee, ma inferiore alle politiche, per non parlare poi della pressione esercitata sull'elettorato (con tanto di squallide promesse di lavoro) da parte di un esercito di ben 5 candidati a sindaco, sostenuti da 17 liste composte da circa 300 candidati in lotta per 16 poltrone in consiglio comunale.
Non solo, ma essendo arrivati al ballottaggio con consensi assai minoritari due candidati dei tre che costituiscono la triplice ripartizione locale del partito unico della nazione fascista e mafiosa, quindi due destre, se ne deduce che l'astensionismo a Paola è soprattutto di sinistra.
Le percentuali dei candidati e delle liste sono dunque gonfiate di quasi il 33% se non si considera l'astensionismo, il quale delegittima i 5 candidati a sindaco, i partiti e le liste borghesi al servizio del capitalismo e del regime neofascista.
Nessuno dei candidati a sindaco raggiunge il 50% + 1 dei voti validi, sarà necessario quindi il ballottaggio fra i primi due domenica 25 giugno.
Il più votato fra i candidati è stato l'ex sindaco dal 2003 al 2012, ricandidatosi con la Coalizione di salute pubblica, Roberto Perrotta, oggi Psi.
Questo bandito, che ha distrutto Paola causando fra l'altro un dissesto di ben 27 milioni e mezzo di euro, nonostante 6 liste di appoggio, fra le quali il PD, Psi ed altre 4 contenenti all'interno (e all'esterno) un'accozzaglia di politicanti borghesi, trasformisti, corrotti e massoni che vanno dai falsi comunisti espulsi dal Prc, passando per gli ex sindaci Gravina, FI, e Pizzini, Dc poi FI, fino ai veri fascisti, si ferma appena al 26,8% del corpo elettorale (il 39,7% dei votanti) raccattando fra l'altro 167 voti in meno delle sue liste.
Non solo, è lontano migliaia di voti dalle elezioni del 2003 e del 2007 quando era candidato con il solo “centro-sinistra” (e nemmeno tutto) che lo videro “vincere” ai ballottaggi pur rappresentando sempre poco più di un paolano su tre.
Oggi con appena 4.074 voti ed il 26% dell'elettorato, parla già di “vittoria”!
La sua faccia di bronzo è pari solo alla sua sete di potere e al suo bisogno di continuare a mangiare sulle spalle del popolo al servizio della borghesia e della 'ndrangheta!
La sua vittoria al ballottaggio significherebbe per il popolo paolano, perfino dopo la destra di Ferrari e degli orfani di Scopellitti, passare dalla padella alla brace!
Si piazza secondo il sindaco uscente Basilio Ferrari, oggi FI, eletto al ballottaggio nel 2012, che si ferma al 19,4% del corpo elettorale (il 28,8% dei votanti) perdendo ben 2.314 voti rispetto al primo turno del 2012 (e ottenendo 111 voti in meno delle liste collegate) lasciando quindi per strada quasi la metà dei voti ottenuti al primo turno delle comunali 2012, quando ne prese 5269, attestandosi infatti oggi a 2.955 voti.
Il fatto è che i paolani non hanno gradito i suoi 5 anni di fallimentare amministrazione nera e filomafiosa, espressione dell'ex governatore Scopelliti, della famiglia Sbano, dei fratelli Gentile, di Sergio Stancato e di Jole Santelli.
Terzo classificato il massone Pino Falbo, espressione di Piero Lamberti (ex PCI-PDS-DS-PSDI) ex alleato e oggi nemico giurato di Perrotta, e dei dissidenti del PD locale. Si ferma all'11,9% (il 17,7% dei votanti).
I Falbiani voteranno per Ferrari al ballottaggio. Perrotta, Ferrari e Falbo sono la triplice ripartizione locale del partito unico della nazione fascista e mafiosa (per i dettagli su liste e candidati vedi l'articolo de “Il Bolscevico” n 21-2017) la loro bocciatura è il segnale inequivocabile dell'avversione delle masse di Paola verso i governi nazionali e locali della destra e della “sinistra” borghese (a cominciare dalla giunta regionale borghese, neofascista e filomafiosa del governatore PD Mario Oliverio), al servizio della borghesia nazionale e locale (e quindi della 'ndrangheta) e dell'Ue imperialista.
Quarto Enzo Limardi, l'attore candidato da quel che rimane della “sinistra radicale” paolana e vari rottami di “centro-sinistra” ispirati dalle fallimentari giunte comunali “arancioni”: si ferma al 6,4% (9,6% dei votanti) e riuscirà ad essere eletto consigliere comunale solo in caso di vittoria di Perrotta.
Incredibile la “debacle” del M5S e del suo candidato Carmelo Meo: il 2,7% (4,1% sui votanti).
I seguaci di Grillo non solo non drenano l'astensione ma arrivano ultimi, senza consiglieri e perdendo praticamente quasi tutti i voti presi alle politiche del 2013: raccattano infatti 424 voti per Meo e 299 per la lista contro i 2350 voti delle politiche.
Lo sponsor di Meo è l'oscuro senatore cosentino Nicola Morra,che lo ha imposto senza nemmeno le squallide “comunarie online”, come fece lo scorso anno con il massone Coscarelli a Cosenza,arrivato ultimo.
Fa dunque il bis a Paola, segno che in Calabria, almeno sul piano amministrativo, Grillo e compagnia hanno pochissimo seguito fra gli elettori. Ma sarebbe però un errore sottovalutarli alle politiche.
Per quanto riguarda le liste, prima è FI,camuffata in “Moderati per Paola con Ferrari”, con il 9,7% (14,48% sui votanti) lontana anni luce dai “fasti” dell'allora Pdl.
Secondo il PD del camerata Renzi con l'8,2% (il 12,24% dei votanti) che perde più di 300 voti rispetto alle politiche del 2013, dunque lontanissimo dal vecchio Pci-Pds-Ds e soprattutto dal 40% e dalla “vocazione maggioritaria” renziana, anche per effetto della lotta per bande interna al partito in vista delle prossime politiche.
Segue il Psi con il 7% (11,9% dei votanti) in calo rispetto al 2012, quindi, sempre in calo, Grande Paola degli Sbano e dei Gentile, il Pri di Stancato e così via per le altre liste e partiti,spesso e volentieri con percentuali da prefisso telefonico.
Non saranno eletti consiglieri comunali,nemmeno in caso di vittoria del bandito Perrotta, i falsi comunisti e veri fascisti Emanuele Carnevale ed Antonella Provenzano, sgherri di Lucio Cortese, come lui espulsi dal Prc per l'alleanza con Perrotta e con i fascisti, candidati nella lista “Un'Idea per la Città”. Chi di trotzkismo e alleanza con i fascisti (e i mafiosi) ferisce.. di astensionismo elettorale di sinistra perisce! Questa è la verità.
Dunque nessuna forza falso comunista, come avviene del resto dal secolo scorso, sarà presente in consiglio comunale. (vedremo semmai in giunta..)
Il 25 di giugno si sfideranno dunque il bandito Roberto Perrotta con il suo “centro-sinistra di destra” e la destra di Basilio Ferrari.
Il primo non è stato votato da oltre il 73% degli elettori, il secondo da oltre l'80%, segno che i politicanti borghesi anche a Paola sono sempre più tanti piccoli colonnelli senza esercito o quasi.
L'alternativa il 25 di giugno non è tra queste 2 facce della stessa medaglia borghese, neofascista e filomafiosa, ma tra loro due da una parte ed il PMLI, il proletariato ed il socialismo dall'altra.
Spetta al PMLI, dotandosi fra l'altro di un corpo da Gigante Rosso, qualificare l'astensionismo generico in astensionismo anticapitalista e per il Socialismo, fare acquisire alla classe operaia coscienza di essere per sé e condurla alla conquista del potere politico, che poi è la madre di tutte le questioni.
Viva la vittoria dell'astensionismo a Paola al primo turno delle comunali dell'11 giugno!
Al ballottaggio del 25 giugno vota per il PMLI e il Socialismo astenendoti!
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del Socialismo basate sulla democrazia diretta,la parità di genere e a carattere permanente:
le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari!
Per Paola e la Calabria governate dal popolo e al servizio del popolo!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!

13 giugno 2017