Partecipato, combattivo e festoso corteo del Gay Pride a Catania

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
A Catania come in altre città d'Italia e in Europa si è svolto il 24 giugno il 23° corteo del Gay Pride, per i diritti degli Lgbt, indetto dall'Arcigay.
Il concentramento in piazza Cavour (detta piazza Borgo) hanno risposto in migliaia per dar vita ad un corteo che si muove festoso, animato da diverse realtà con un obiettivo comune: parità di diritti.
Tante le associazioni che hanno aderito comprese le famiglie arcobaleno. Tantissimi i giovani che sfilavano accanto ai meno giovani, tanti eterosessuali scesi a manifestare in appoggio dei diritti degli Lgbt. In un cartello spiccava una scritta “I diritti degli omosessuali non sono di serie B”, “Abbiamo bisogno di una legge contro l'omotransfobia”, “Figli senza diritti”, “L'omofobia non è un'opinione ma violenza”, “L'omofobia è violenza fisica e mentale”.
Il corteo ha attraversato via Etnea fra ali di persone che seguivano con interesse e simpatia la manifestazione ed era aperto da uno striscione con su scritto “Libera il tuo orgoglio”, tante le realtà che hanno preso parte al corteo come le Arcigay oltre che di Catania di Palermo e Siracusa, ma anche CGIL, Agedo, Lila, Rete degli studenti medi, i giovani Democratici, Queers, L'Uaar, le famiglie arcobaleno, Amnesty international, Stonewall.
Il corteo si è concluso in piazza Teatro Massimo per il comizio di chiusura dove si sono svolti diversi interventi, tutti a favore dei diritti del movimento Lgbt.
I marxisti-leninisti italiano sono sempre stati dalla parte dei diritti delle persone Lgbt, hanno sempre appoggiato le loro battaglie e rivendicazioni e continueranno a farlo fino a quando non verranno eliminate tutte le discriminazioni nei loro confronti. Per noi gli Lgbt devono avere pari diritti politici, sociali e civili. La legge sulle unioni civili è in realtà irricevibile perché perpetua le discriminazioni, continua a vietare il matrimonio alle persone omosessuali e non considera le unioni civili come famiglie a tutti gli effetti, ma solo come “formazioni sociali” di serie B. Il suo testo è il prodotto della destra più conservatrice, retrograda e oscurantista, gradito anche alla Chiesa e al papa perché non intacca la sacralità della famiglia tradizionale. Noi incoraggiamo il movimento Lgbt a continuare la sua battaglia fino in fondo, cioè fino a quando tutte le sue rivendicazioni saranno realizzate e alle coppie omosessuali saranno riconosciuti gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Questo obiettivo lo può conseguire se non demanderà le sue lotte al dibattito parlamentare e non si accontenterà delle briciole lasciate dal governo e dalla chiesa, ma continuerà a battersi e a trovare forme di lotta sempre più incisive e avanzate per portare avanti i propri obiettivi e nello stesso tempo contribuire alla creazione di una grande opposizione sociale e di massa per buttare giù il governo Gentiloni al servizio del capitalismo, dell'imperialismo interventista e omofobo.

28 giugno 2017