Per il rinnovo dei contratti, contro i nuovi voucher e le privatizzazioni
Successo dello sciopero trasporti e logistica indetto dai “sindacati di base”
Renzi, Gentiloni e Del Rio vogliono restringere ancora il diritto di sciopero
Opponiamoci al divieto di proclamare lo sciopero per i sindacati minori

Lo sciopero generale del Trasporto pubblico locale (Tpl) e logistica proclamato il 16 giugno dai “sindacati di base” CUB, SGB, SiCobas, AdlCobas, Usi-Ait e Slai “contro le politiche di austerità e di attacco alle condizioni lavorative, per rinnovi contrattuali veri, aumenti salariali e riduzione dell’orario di lavoro, per il diritto alla salute e alla pensione pubblica, per la democrazia sindacale” è stato coronato da un grande successo.
In particolare lo sciopero è stato indetto anche contro il “colpo di mano del governo” che alla chetichella ha cancellato le norme sul rapporto di lavoro stabilite da un “regio decreto” del 1931 e introdotto il Jobs Act anche in questo settore che prevede i licenziamenti individuali, esclusi in precedenza, ed esclude i “sindacati di base” dal rapporto negoziale. Per Usb l’abolizione della norma è “un attacco al lavoro pubblico, non solo agli autoferrotramvieri” ed è un nuovo passo verso la “privatizzazione” del servizio pubblico.
Mediamente oltre il 40% dei lavoratori ha aderito alla protesta con punte fino al 90% in alcuni centri minori. Roma, Firenze, Torino e Venezia sono rimaste completamente paralizzate. Oltre le apettative le adesioni anche a Milano, Napoli, Bologna, Genova, Parma, Reggio Emilia e Treviso.
Buono il risultato anche nelle ferrovie sia sulle linee locali che in quelle di lunga percorrenza comprese le frecce. Ottima l’adesione alle Ferrovie Nord Milano.
Forte adesione anche negli aeroporti di Fiumicino, Linate, Malpensa, Venezia e Bologna legata alla vertenza Alitalia, che ha portato alla cancellazione di oltre 200 voli, e a numerose vertenze che riguardano le compagnie di Handling. Grande partecipazione anche nelle autostrade siciliane e nella Milano-Serravalle. Nella logistica inoltre sono state messe in atto decine di iniziative con presidi e picchetti davanti alle maggiori aziende del settore.
Insomma, come hanno sottilineato i promotori dello sciopero: “una bella giornata di lotta” molto combattiva e partecipata a cui hanno aderito in ordine sparso anche molti iscritti ai sindacati confederali nonostante l’ostracismo dei mass media di regime e il crumiraggio dei vertici sindacali di Cgil, Cisl e Uil.
Rabbiosa la reazione antioperia da parte del governo che a fronte delle rivendicazioni dei lavoratori non trova di meglio che invocare un ulteriore restringimento dei diritti sindacali e sferrare un ulteriore attacco al diritto di sciopero già ampiamente irregimentato con la legge 146 del 1990 e l’infame accordo sul Testo Unico di Rappresentanza (T.U.R.) del 10 gennaio 2014 siglato dai sindacati capitolazionisti confederali e Confindustria e al quale hanno aderito anche alcuni “sindacati di base” come USB e COBAS.
Il nuovo duce Renzi, il presidente del consiglio Gentiloni, vari ministri, con alla testa Delrio e Poletti, e i massimi vertici dei sindacati collaborazionisti, con alla testa Camusso, Barbagallo e Furlan, si sono scagliati con violenza contro i lavoratori in lotta accusandoli insieme ai “sindacatini, minoritari senza iscritti e seguito” di aver bloccato il paese e minacciando “immediate misure per impedire che possano dichiarare lo sciopero”.
“Sottraiamoci a questa maledizione del venerdì nero. Di questi scioperi ideologici che sono un errore - ha tuonato Gentiloni nel corso di un convegno a Bologna - Non ho nulla in contrario a ipotesi di maggiore regolamentazione”. Mentre il ministro Delrio in una intervista a “la Repubblica” ha tuonato: “Bisogna intervenire per evitare che una minoranza di lavoratori tenga in ostaggio una maggioranza di cittadini nelle loro esigenze quotidiane. Questi sono i danni di una situazione inaccettabile... Verificheremo se sono stati commessi abusi, intanto prendiamo atto dell’ennesimo sciopero che si svolge, guarda caso, sempre di venerdì... Più in generale, va aperta una riflessione su come dare senso alla rappresentanza. Se una minoranza tiene in ostaggio anche i lavoratori di un’azienda, qualcosa non va”.
Ignorando volutamente il fatto che nei trasporti non solo si lavora anche di sabato e di domenica ma soprattutto che la legge italiana che già limita pesantemente il diritto di sciopero, obbliga i lavoratori del Tpl a concentrare gli scioperi solo in alcune date precise, Renzi si è addirittura rammaricato del fatto: “che nei mille giorni del mio governo non abbiamo regolamentato il diritto di sciopero per evitare che le piccole sigle mettano in ginocchio il Paese, di solito di venerdì. Sul diritto di sciopero nessuna discussione ma sul fatto che si potesse regolamentare meglio potevamo fare qualcosa di più”.
La verità è che Renzi, Gentiloni e Delrio vogliono mettere una pietra tombale sul diritto di sciopero esattamente come fece Mussolini durante il ventennio fascista! Magari trasformando in legge il fascistissimo accordo del T.U.R. che fra l’altro prevede per le organizzazioni sindacali firmatarie l’impossibilità di scioperare contro accordi e contratti e una commissione congiunta padroni e sindacati firmatari per punire i lavoratori che scioperano ugualmente. Mentre i “sindacati di base” che non hanno firmato il T.U.R. e giustamente rivendicano e praticano il sacrosanto diritto di scioperare per difendere i propri diritti sono dipinti come dei fuorilegge che vanno al più presto irregimentati e messi in condizioni di non nuocere.
“Lotteremo per restituire il trasporto pubblico alla collettività! Ai lavoratori e agli utenti! - si legge in un comunicato del 18 giugno della CUB Trasporti - Basta con gli sprechi, basta con i risparmi economici sempre sulla testa di lavoratori!... L’unità di tutti i lavoratori del settore è la chiave per percorrere questa strada di dignità e giustizia... Facciamo appello a tutte le forze sociali e politiche oneste a sostenere questo percorso di mobilitazione... I tranvieri di Milano detengono la Medaglia d’oro per la Resistenza proprio per gli scioperi del 1943/44, quando vigeva il divieto assoluto di manifestare il dissenso. Il diritto di sciopero è il diritto che permette di difendere altri diritti e nessuna legge potrà fermarlo. Se lo ricordino Renzi, Delrio e il governo Gentiloni”.

28 giugno 2017