Esulta la destra
Renzi sulla linea antimmigrati di Salvini
Il nuovo duce: “Non abbiamo il dovere naturale di accoglierli. Aiutiamoli a casa loro”

Non passa giorno senza che il PD di Renzi non faccia sfoggio della sua politica razzista e xenofoba verso i migranti: prima il sindaco Pd di Ventimiglia Enrico Ioculano vietava alla popolazione di fornire cibo ai migranti minacciando ammende e sanzioni amministrative ai trasgressori e perfino tre mesi di carcere; poi il sindaco PD di Vitulano nel Sannio si spingeva con un'ordinanza comunale a far scaricare cumuli di terra per sbarrare la strada di accesso a un agriturismo adibito a ospitare richiedenti asilo e rifugiati.
Ora è arrivato per Matteo Renzi in Salvini il tempo di certificare, dopo averlo dimostrato nella condotta del suo governo in politica economica e istituzionale, in politica militare e dell'ordine pubblico, che anche su questo tema il suo partito è ormai approdato a quella linea della destra più becera e razzista che da sempre ha contraddistinto la Lega e i partiti fascisti.
Lo ha fatto con queste parole lasciate filtrare ad arte nelle anticipazioni del suo libro "Avanti": "Dobbiamo avere uno sguardo d'insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi..."Perché l'immigrazione indiscriminata è un rischio che non possiamo correre. Sostenere la necessità di controllare le frontiere non è un atto razzista, ma un dovere politico ”..."Non fa bene ai paesi da cui queste nostre sorelle e fratelli partono, visto che l'allontanamento di una parte così importante di capitale umano (paradossalmente, infatti, sono spesso le persone più motivate, competenti e 'privilegiate' a poter intraprendere il viaggio) non può che rallentarne l'auspicabile processo di riforma degli assetti politici e sociali "... "Un eccessivo tasso di emigrazione spesso priva le società meno sviluppate delle competenze e delle risorse umane di cui avrebbero bisogno per crescere e ammodernarsi. E non fa bene alle comunità che accolgono, le quali rischiano di veder crescere all'interno delle loro città quelle diaspore e quei ghetti che simboleggiano così plasticamente il fallimento di certe politiche d'integrazione... E dunque la vera sfida della sinistra può consistere solo in un grande, gigantesco investimento in cooperazione internazionale e aiuti allo sviluppo. Dobbiamo far uscire il dibattito sull'immigrazione dal perimetro dello scontro ideologico, che porta inevitabilmente ad accapigliarsi sulla domanda sbagliata - "immigrazione sì o immigrazione no?" - e a ignorare la domanda giusta: 'come si può gestire un'immigrazione positiva e sostenibile? '".
Come vedete il suo ragionamento colleziona solo giustificazioni trite e ritrite mentre non ha una sola parola di condanna dell'imperialismo, delle sue guerre e del suo sistematico saccheggio ai danni dei paesi e popoli più poveri del mondo, che sono all'origine dell'attuale spaventoso esodo forzato di popolazioni che cercano unicamente di sfuggire alla fame, alla miseria e alla morte sicure.
Il lungo e imbarazzante ragionamento di Renzi saccheggia letteralmente la fraseologia leghista con slogan a effetto, quali: “Non abbiamo il dovere morale di accoglierli tutti ” e “Aiutiamoli a casa loro ”, che hanno l'evidente scopo di scavalcare a destra Salvini e Meloni e mietere voti e consensi nel tradizionale bacino elettorale di destra. E tuttavia costui è prevalentemente preoccupato di convincere e rassicurare il proprio elettorato di “centro-sinistra”, tradizionalmente sensibile, nelle sue due componenti principali, ai principi del solidarismo di matrice cattolica e dell'internazionalismo da sempre radicato nel movimento operaio. Deve convincerlo che la sua non è una conversione leghista e razzista, e così fabbrica ogni sorta di rassicurazione politica e morale e lo invita, come ha notato Saviano, a rompere col passato (buonista e terzomondista , lo etichetta sprezzantemente Renzi): “Se vi considerate di sinistra non dovete sentirvi moralmente in colpa se iniziate ad avvertire impulsi razzisti”. Ecco quali sono le ragioni vere che inducono il nuovo duce a chiedere di evitare “lo scontro ideologico” e di cominciare a pensare che chiudere le “frontiere non è un atto razzista”. Poi guardandosi bene dal puntare il dito accusatorio contro i paesi imperialisti, tra cui spicca l'Italia di Renzi e Gentiloni, che sono i primi e diretti responsabili di tutto ciò, propone, nascondendosi ridicolmente dietro a questa foglia di fico, un “gigantesco investimento in cooperazione internazionale e aiuti allo sviluppo ”. Che è l'argomento a cui ricorrono solitamente i governanti imperialisti per tacitare le loro sporche coscienze e giustificare ipocritamente davanti ai popoli l'ingiustificabile politica dei muri e dei respingimenti.
Alla fine del suo truffaldino ragionamento ha voluto sintetizzare il suo nero pensiero in questi due slogan affidati a un post sulla pagina Facebook del PD, poi rapidamente rimosso a seguito delle immediate e scandalizzate proteste di tanti iscritti ed elettori PD (ma non del premier Gentiloni che invece l'ha difeso a spada tratta): “Ci deve essere un numero chiuso di arrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti ". “Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico. Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro. ” Ecco esposto senza tanti fronzoli il programma di governo del suo Partito della Nazione.
Non è un po' come nominare fin da ora Salvini ministro all'immigrazione del suo futuro governo?

12 luglio 2017